La sentenza ha assolto il Cardinale Roberto Tucci, già Presidente del Comitato di Gestione dell’Emittente, e padre Pasquale Borgomeo, ex Direttore generale, dal reato loro ascritto di “getto pericoloso di cose”, ricorda l’emittente pontificia questo martedì.
“La Direzione della Radio, rimandando una valutazione più approfondita alla pubblicazione delle motivazioni, esprime la propria viva soddisfazione per la decisione della Corte d’Appello che, riconoscendo la correttezza dei comportamenti della Radio Vaticana, costituisce un decisivo contributo per ristabilire il buon nome della Radio Vaticana stessa, la cui reputazione è stata danneggiata da accuse ingiuste, che hanno contribuito ad alimentare nella popolazione timori infondati”, riferisce l’emittente.
“Non vi è, quindi, alcun motivo fondato per pensare che l’attività della Radio Vaticana sia stata di fatto nociva in passato e possa essere oggi frutto di preoccupazione per la popolazione circostante”.
La Direzione della Radio auspica “che la sua attività possa ora svolgersi con serenità, nell’ambito di un imprescindibile e collaborativo rapporto con le competenti autorità italiane e con la cittadinanza”, visto che, a seguito dell’accordo con il Governo italiano, opera dal 2001 “nell’assoluto rispetto della normativa italiana in materia di emissioni elettromagnetiche”.
Nonostante questo accordo, “alcune associazioni ambientalistiche, comitati e persone residenti nella zona introdussero contro la Radio Vaticana una causa penale, con l’accusa di aver diffuso ‘radiazioni elettromagnetiche atte ad offendere o molestare persone residenti nelle aree circostanti, arrecando alle stesse disagio, disturbo, fastidio e turbamento’”, ricorda poi.
Padre Federico Lombardi, Direttore della “Radio Vaticana” nonché Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha commentato che la sentenza di assoluzione in appello “restituisce fiducia nella giustizia italiana, convinti come siamo sempre stati di avere agito responsabilmente sia dal punto di vista del rispetto del diritto sia da quello, sostanziale, del rispetto del bene e della salute di tutti, a cominciare dai lavoratori della Radio Vaticana e delle popolazioni circostanti”.
“Con questa sentenza però non si chiude la vicenda – ricorda –. Vi è chi ha già annunciato un ricorso in Cassazione contro di essa – cosa che non ci stupisce dato l’accanimento accusatorio di cui siamo stati fatti oggetto da anni; e inoltre è in corso un altro distinto procedimento in cui la Radio Vaticana è accusata specificamente di aver causato danni alla salute”.
Padre Lombardi ha ribadito che “ciò che è più importante per noi non è una assoluzione che ad alcuni può apparire formale, ma un vero ristabilimento della verità delle cose, cioè che si comprenda che ci siamo da sempre preoccupati di osservare le più serie norme cautelative nella nostra attività”, “e che quindi non vi è alcun motivo fondato per pensare che la nostra attività sia stata o sia nociva per qualcuno”.
“Non desideriamo solo poter fare serenamente il nostro lavoro, ma desideriamo anche e ancor prima che nessuno abbia motivo di soffrire e neppure di preoccuparsi a causa di esso”, ha infine concluso.