La Commissione per la salute dell’episcopato cattolico indiano ha organizzato il 10 gennaio un incontro per riflettere su una risposta concertata della Chiesa all’Hiv/Aids.
Hanno partecipato alla giornata a Nuova Delhi medici, rappresentanti di organizzazioni non governative, leader ecclesiali e persone che svolgono il loro lavoro nell’opera di contenimento della pandemia.
“Il nostro essere riuniti qui non è una coincidenza, ma parte del piano di Dio su come rendere visibile Gesù attraverso il nostro servizio compassionevole nei confronti della gente affetta da Hiv/Aids”, ha detto il porporato sudafricano secondo quanto raccolto dalla CBCI.
“Può essere che non siamo capaci di compiere miracoli come Gesù, ma lì dove l’amore di Cristo appare in modo tangibile i miracoli avvengono”, ha ammesso.
L’India e il Sudafrica affrontano lo stesso problema relativamente alla pandemia; anche il numero delle vittime è simile: 5.7 milioni nel primo caso, 5.4 milioni nel secondo, ha detto il Cardinal Napier.
Il porporato ha avvertito che, nonostante le cifre, la cosa più importante è l’impatto della malattia sulla gente e la stigmatizzazione sociale ad essa associata.
”C’è speranza tra quanti sono affetti da Hiv che qualcuno verrà e mostrerà loro che Dio non li ha abbandonati”, ha sottolineato.
Napier ha condiviso l’esperienza della risposta della Chiesa cattolica all’Aids in Sudafrica.
“All’inizio la Chiesa non comprendeva la gravità della situazione e pensava che si trattasse solo di una malattia locale”, ha ricordato, aggiungendo che è stato attraverso il gesuita Ted Rogers che i presuli sudafricani hanno saputo di cosa si trattava, della sua diffusione e della necessità di contenerla e di aiutare le vittime.
La Conferenza Episcopale del Sudafrica ha istituito un ufficio specializzato per l’Aids al fine di coordinare gli sforzi di ogni diocesi in questo senso.
“Il successo è stato notevole, considerando che i cattolici rappresentano solo l’8% della popolazione sudafricana”, ha osservato il Cardinal Napier.
L’ufficio per l’Aids svolge varie funzioni, come coordinare le attività di vari gruppi, raccogliere fondi, migliorare programmi già esistenti, fornire sostegno economico e condividere le esperienze di successo.
Il Cardinale, Arcivescovo di Durban, ha sottolineato anche il lavoro encomiabile che si svolge attraverso i programmi di assistenza ai malati di Aids in casa.
“In ogni caso, i passi compiuti non sono sufficienti; è necessario prendersi cura in modo particolare degli orfani e dei bambini vulnerabili, perché sono potenziali vittime”, ha ammesso.