Benedetto XVI: La Caritas un “luogo ricco di umanità” dove è possibile conoscere meglio Dio

Il Papa visita la mensa della Caritas di Roma a Colle Oppio

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ROMA, domenica, 7 gennaio 2007 (ZENIT.org).- La Caritas è un “luogo ricco di umanità” dove è possibile conoscere meglio Dio attraverso il servizio e l’amore per il prossimo, ha detto Benedetto XVI visitando il 4 gennaio scorso la mensa della Caritas di Roma a Colle Oppio.

E’ così che nel suo primo impegno per il nuovo anno fuori dalle mura del Vaticano, il Papa ha colto ancora una volta l’occasione per riflettere sul valore della carità, come emanazione di un Dio “venuto tra noi perché ci ama”.

La Mensa di Colle Oppio è la prima struttura di accoglienza per senza dimora fondata a Roma. Aperta nel 1983 e convenzionata con il Comune di Roma, nel corso degli anni ha ospitato migliaia di disagiati italiani e stranieri, distribuendo oltre nove milioni di pasti.

Al suo arrivo al Colle Oppio, posto nel cuore della città capitolina a pochi passi dal Colosseo, Benedetto XVI è stato accolto dal Cardinale Camillo Ruini, suo Vicario generale per la diocesi di Roma, da monsignor Ernesto Mandara, Vescovo ausiliare per il settore Centro e da monsignor Guerino Di Tora, Direttore della Caritas romana.

Lungo il percorso, il Papa ha salutato i numerosi giovani che frequentano l’Oratorio del Centro Giovanile Monti-Esquilino, attiguo ai locali della mensa. Presenti in particolare gli operatori delle varie strutture Caritas presenti nella capitale, i volontari che animano il servizio, e gli ospiti accolti nelle mense, nelle case famiglie e nei centri di accoglienza.

Successivamente, il Vescovo di Roma ha varcato i cancelli della Caritas per visitare in rapida successione il centro-accoglienza, la mensa, la sala da pranzo e il presepio allestito dai volontari e dagli ospiti della struttura.

Prima dell’ingresso nella mensa, il Pontefice ha scoperto e benedetto la targa che commemora la visita compiuta da Giovanni Paolo II in questo luogo il 20 dicembre 1992, e sulla quale campeggia la frase che il Papa polacco pronunciò per quella occasione: “L’uomo che soffre ci appartiene”.

D’ora in poi la Mensa della Caritas di Via delle Sette Sale a Colle Oppio risulterà quindi intitolata a Giovanni Paolo II.

Nel cortile interno alla mensa, all’aperto, si è poi tenuto l’incontro di Benedetto XVI con gli ospiti e i volontari della mensa, a cui hanno fatto seguito i discorsi di saluto e benvenuto di monsignor Di Tora, della responsabile della struttura di Colle Oppio, Paola Sperati, di un volontario e di un ospite.

Gli educatori e i ragazzi del Centro Giovanile “Il Centro” hanno animato l’incontro con alcuni canti fra cui il “Te Deum” in tedesco.

Nel suo saluto introduttivo monsignor Guerino Di Tora, Direttore della Caritas romana dal 1997, ha detto: “La mensa è stata un luogo di condivisione dove la comunità cristiana incontra e si fa carico del prossimo più povero”.

“Lo accoglie e lo ascolta, conosce dalle sue parole il supplizio della croce – l’abbandono, il freddo, la fame, la droga, il carcere, le migrazioni, la perdita degli affetti, il passato da cui fuggire – apre il suo cuore a quest’umanità sofferente”, ha sottolineato.

“Tragiche esistenze che devono farci riflettere sulla capacità di accoglienza, sul saper essere prossimi a chi soffre, non donando soltanto ma condividendo”, ha aggiunto.

E’ questa la miseria di alcune persone che convive nel cuore di Roma con “il progresso tecnologico, lo sviluppo economico, il turismo, la cultura e i monumenti”, ha poi continuato.

Per questa ragione, ha proseguito, “la testimonianza a cui siamo chiamati e l’opera di animazione che ci aspetta troveranno autenticità nell’adesione a Cristo nell’amore concreto verso i più deboli ed i più poveri”.

Nel prendere la parola, successivamente, Benedetto XVI ha ricordato come “in questa Mensa (…) è possibile toccare con mano la presenza di Cristo nel fratello che ha fame e in colui che gli offre da mangiare. Qui si può sperimentare che, quando amiamo il prossimo, conosciamo meglio Dio”.

E se “Dio è amore”, il suo non è un “amore sentimentale, ma un amore che si è fatto dono totale sino alla Croce, cominciando con la nascita nella grotta di Betlemme”.

Il Papa ha poi posto l’accento non solo sulle necessità materiali: “In questa Mensa (…) non si vuole dare soltanto da mangiare (…) ma si vuole servire la persona, senza distinzione di razza, religione e cultura”.

Il servizio prestato deve ispirarsi allo “stile dell’amore cristiano, che i Santi della carità hanno riassunto nel motto: il bene va fatto bene” e deve far sentire “la profondità della gioia che da esso deriva”, gioia – ha commentato il Pontefice – “certamente diversa da quella illusoria reclamizzata dalla pubblicità”.

Più tardi hanno preso la parola sei persone fra volontari, operatori e ospiti delle strutture Caritas, italiani e stranieri, che hanno dato voce ad un breve momento di preghiera, seguito dal canto del Padre Nostro e dalla benedizione papale.

Infine, si è avuta l’offerta dei doni: al Papa è stata donata la tessera onoraria della mensa; uno dei grembiuli utilizzati dai volontari della mensa, come segno di impegno nel servizio ai poveri; un album di disegni realizzati dai bambini della Casa di Cristian, la comunità alloggio Caritas che ospita mamme e bambini in difficoltà; e una coperta che il Papa dovrà portare con sé in una terra povera, in occasione di un suo prossimo viaggio.

Dal canto suo il Pontefice ha ricambiato donando 10mila coperte, 2mila giacconi pesanti per affrontare il freddo dell’inverno, e un assegno da 100mila Euro.

La Mensa di Colle Oppio ha erogato nel 2005 oltre 122.000 pasti. Ne corso di quell’anno gli utenti stranieri, su un totale di 4.573 ospiti, sono stati il 73% in rappresentanza di 98 Paesi.

Ogni giorno operano in media dai 30 ai 35 volontari fissi e periodici, i quali si rendono disponibili ad ogni tipo di mansione. Il numero dei volontari fissi che, dopo aver seguito il corso di formazione Caritas, si impegnano a prestare servizio almeno una volta ogni sette giorni è di circa 120 nell’arco della settimana.

Sono molti i giovani universitari o i giovani lavoratori. In generale l’opera dei volontari che vi prestano servizio è quella di promuovere la dignità della persona attraverso uno stile di accoglienza e rispetto.

Secondo alcuni dati forniti dalla Caritas, le persone che a Roma vivono situazioni di disagio sulla strada possono essere stimate intorno alle 6 mila persone; mentre il comune è in grado di offrire loro non più di 4 mila posti letto.

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ZENIT Staff

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