ROMA, sabato, 6 gennaio 2007 (ZENIT.org).- Il 27 dicembre scorso la polizia della provincia dell’Hebei, nel nord della Cina, ha arrestato nove sacerdoti cattolici della diocesi di Baoding, secondo quanto ha informato l’agenzia AsiaNews.
I nove sacerdoti sono: Wen Daoxiu; Li Shujun; Li Yongshun; Wang Quanjun; Wang Qiongwei; Pang Yongxing; Pang Haixing; Dong Guoyin e Liu Honggeng.
Il gruppo si era riunito insieme per partecipare ad una sessione di studio in una località posta a circa 30 chilometri a sud di Baoding. Secondo quanto riferito dall’agenzia del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), risulta ignoto il motivo dell’arresto. E’ probabile che siano stati arrestati proprio perché si radunavano nelle festività di Natale per un periodo di preghiera in un luogo non riconosciuto dal governo.
Il governo cinese permette la pratica religiosa nel Paese solo con personale riconosciuto e in luoghi registrati presso l’Ufficio per gli Affari Religiosi e sotto il controllo dell’“Associazione Patriottica” (AP), il cui statuto prevede la creazione di una Chiesa nazionale separata dalla Santa Sede.
Da ciò deriva la differenza tra una Chiesa “ufficiale” o “patriottica” e i fedeli che cercano di sottrarsi al suddetto controllo per obbedire direttamente al Papa, formando la Chiesa “non ufficiale” o “clandestina”.
L’Hebei è la regione con il più alto numero di cattolici (1,5 milioni), in maggioranza della Chiesa non ufficiale.
Secondo “AsiaNews”, l’Associazione Patriottica ha lanciato da tempo una campagna di arresti contro Vescovi, sacerdoti e fedeli sotterranei dell’Hebei per sottometterli. Secondo questa fonte, almeno sei Vescovi sotterranei dell’Hebei sono detenuti o scomparsi. Fra essi figura il Vescovo ordinario della diocesi di Baoding, monsignor James Su Zhimin, di 73 anni, che è stato arrestato nel 1996.
Il Vescovo ausiliare di Baoding, monsignor Francis Shuxin, è stato invece liberato il 24 agosto dalle autorità cinesi dopo dieci anni di prigionia.