A Hollywood nasce la fede

Maggiore presenza della religione nel cinema e nella TV

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Di Padre John Flynn

NEW YORK, domenica, 12 novembre 2006 (ZENIT.org).- Hollywood sembra aver ritrovato un po’ di fede nei film a contenuto religioso, o almeno nella loro utilità economica. Una nuova ondata di film, ad ottobre, ha suscitato interesse da parte dei media su questa nuova tendenza.

La prima uscita è quella di “Facing the Giants”, prodotto da una chiesa battista, che fa leva su un trama riguardante il football a scuola per trasmettere un messaggio cristiano.

Nei primi 10 giorni il film ha incassato 2,7 milioni di dollari, ben al di sopra del suo modesto costo di produzione di 100.000 dollari, riporta il Washington Post del 10 ottobre. Secondo il quotidiano, i fedeli della chiesa battista di Sherwood, ad Albany, Georgia (USA), avevano deciso di fare un film, che poi si è rivelato un successo, nonostante la generale scarsa esperienza del casting e dello staff di produzione.

Il protagonista del film è un allenatore di football di una squadra liceale, che ha una serie di problemi personali e professionali. La sua vita cambia quando adotta una filosofia di vita basata sulla Bibbia.

Gli appassionati del genere religioso possono contare poi anche su altri film oltre a questo. “One Night With the King” si basa sul Libro di Ester dell’Antico Testamento. Il film costato 18 milioni di dollari è stato prodotto da Paul Crouch. La sua società, la “Gener8xionEntertainment”, è stata costituita proprio con lo scopo di veicolare messaggi cristiani nella cultura dominante, secondo quanto riportato da un articolo del Dallas Morning News del 7 ottobre.

Alla fine di ottobre è stato poi lanciato il film “Conversations With God”, tratto da un libro di Neale Donald Walsch, un autore descritto dal Dallas Morning News come tendente al New Age. Walsch, con questo film, propone alcune conversazioni con l’Onnipotente.

Ai primi di dicembre uscirà “The Nativity Story”, di New Line Cinema. Diverse scene di film sulla natività, come anche per “The Passion of the Christ” di Mel Gibson, sono state girate a Matera.

Successi al botteghino

Dopo il grande successo riscosso da “The Passion” di Mel Gibson, i film di contenuto religioso hanno trovato sempre maggiore spazio. Quel film è riuscito a vendere circa 370 milioni di dollari di biglietti negli Stati Uniti e quasi 612 milioni in tutto il mondo, secondo il Dallas Morning News. Poi è arrivato il film “Le Cronache di Narnia: il leone, la strega e l’armadio”, che ha incassato 745 milioni di dollari in totale. E il “Codice Da Vinci”, che riguarda un tema religioso, pur non essendo in simpatia con la religione, ha incassato 754 milioni di dollari.

I film che sono usciti ad ottobre sono di piccoli produttori indipendenti, ma anche gli studi più grandi ne sono interessati. Secondo il Los Angeles Times del 19 settembre, la Fox Entertainment, una società della News Corporation di Rupert Murdoch, sta costituendo una società dal nome FoxFaith, con cui ha in programma di produrre una dozzina di film l’anno.

“Un segmento del mercato è affamato di questo tipo di contenuti”, ha affermato Simon Swart, general manager del settore USA dell’intrattenimento della Fox. Secondo il Los Angeles Times, FoxFaith ha come pubblico destinatario i cristiani evangelici. I film saranno tratti da libri cristiani e si avvarranno di finanziamenti relativamente contenuti, di circa 5 milioni di dollari.

Questa iniziativa di Fox si colloca di seguito all’inaugurazione, lo scorso anno, di un sito Internet di FoxFaith che ha già venduto 30 milioni di DVD di contenuto religioso a distributori cristiani.

Qualche elemento negativo tuttavia esiste nell’ambito del rinnovato interesse dell’industria cinematografica per la religione. Il 25 agosto scorso, il quotidiano Times di Londra ha reso noto che un film su Santa Teresa d’Avila era oggetto di contestazioni. “Teresa: Death and Life” è stato criticato da Benedicta Ward, esperta di storia della spiritualità cristiana, della Facoltà di Teologia dell’Università di Oxford. Ward ha scritto l’introduzione ad una recente edizione dell’autobiografia di Santa Teresa.

La critica del film riguarda l’eccessiva sottolineatura della verginità e della sessualità di Santa Teresa, tanto che secondo la Ward sarebbe stato più corretto, dal punto di vista storico, che il film si concentrasse sugli aspetti mistici e spirituali della vita di Teresa.

La TV negativa

Un terreno più ostico per la religione è quello del piccolo schermo. La BBC del Regno Unito ha mandato in onda, il 1° ottobre scorso, su BBC1 Panorama, un documentario fortemente critico dal titolo “Sex Crimes and the Vatican”, che avanzava l’ipotesi di tentativi di copertura, da parte della Chiesa cattolica, degli abusi sessuali commessi dai sacerdoti nei confronti di minori, ed accusava l’allora Cardinale Joseph Ratzinger di esserne responsabile.

Le accuse della BBC sono “false e tendenziose e si basano su una lettura distorta dei documenti della Chiesa”, ha affermato l’Arcivescovo di Westminster, il Cardinale Cormac Murphy-O’Connor, in una lettera il 2 ottobre scorso. Il Cardinale ha anche espresso il suo stupore per il fatto che la BBC non abbia tentato di prendere contatto con la Chiesa in Inghilterra, al fine di disporre di informazioni precise sull’argomento.

“Saranno molti, anche tra i non cattolici, a chiedersi se la BBC sia ancora disposta ad essere veramente oggettiva nei suoi programmi”, ha aggiunto il Cardinale Murphy-O’Connor.

La BBC era stata oggetto di critiche, precedentemente, per una serie televisiva in tre parti sul tema dei miracoli, secondo il quotidiano canadese National Post del 22 luglio. Il programma, tra le altre cose, insinuava che il corpo di Gesù, anziché essere risorto, sarebbe stato gettato tra i rifiuti e mangiato dai cani.

“A quanto pare è sempre il Cristianesimo che viene trattato in modo critico e negativo”, ha affermato Peter Kearney, portavoce della Conferenza episcopale della Scozia, secondo il National Post.

Intanto, negli Stati Uniti, la rete NBC è stata criticata per una decisione relativa alla serie di cartoni animati “VeggieTales”. Il programma tratta regolarmente di temi religiosi ed è stato di recente acquistato dalla NBC. Dal momento dell’acquisto, la NBC ha deciso di eliminare gran parte dei riferimenti a Dio e alla Bibbia, secondo il New York Times del 23 settembre.

Nella stessa settimana in cui ha modificato i contenuti di “Veggie Tales”, la NBC ha dato il via libera per mandare in onda il concerto della cantante Madonna, il cui spettacolo contiene anche una scena della crocifissione, largamente ritenuta offensiva per i cristiani.

All’altezza della sfida

Al fine di dare un adeguato orientamento ai cattolici nell’uso dei mezzi di comunicazione, alcune Conferenze episcopali hanno pubblicato delle linee guida. Ad agosto, i Vescovi canadesi hanno pubblicato un documento dal titolo “The Media: A Fascinating Challenge for the Family”.

I mezzi di comunicazione hanno un potere enorme grazie alla loro presenza capillare, osservano i Vescovi in tale documento. Questo può essere positivo se i media svolgono una funzione di informazione e di educazione. “Ma essi hanno anche la capacità di recare danno alla famiglia, presentando una visione distorta della realtà, dell’amore, della famiglia, della morale e della fede religiosa”, avverte il documento.

Esso raccomanda che le famiglie si esercitino a vedere i programmi con occhio critico, mantenendo la propria fede e la propria passione per la verità. I Vescovi esortato inoltre i fedeli a dare il loro contributo nella comunicazione del messaggio della Chiesa attraverso i media e invitano a reagire contro la tendenza ostile dei media
nei confronti della religione.

Essere una famiglia che sa usare in modo intelligente i mezzi di comunicazione, significa saper porre limiti al tempo dedicato ai media e saper scegliere i programmi migliori, soprattutto per i bambini. Il documento propone una serie di raccomandazioni ai genitori su come insegnare ai figli l’uso dei mezzi di comunicazione.

Nel mese di febbraio, la Conferenza episcopale dell’Australia ha pubblicato una lettera pastorale dal titolo “Go Tell Everyone: A Pastoral Letter on the Church and the Media”, in cui i presuli riconoscono gli aspetti positivi dei media, come ad esempio il loro comportamento in occasione della morte di Papa Giovanni Paolo II e l’elezione di Benedetto XVI.

Tuttavia, non tutto è positivo. La Lettera pastorale australiana esorta i fedeli australiani ad essere “utenti critici” e non “consumatori passivi” dei mezzi di comunicazione. La Lettera osserva quindi che “la forza del nostro messaggio risiede nell’autenticità con cui esso è presentato”.

E conclude: “Ciascuno di noi è chiamato a fare un passo in avanti nella fede e a svolgere con coraggio il proprio ruolo, usando i mezzi di comunicazione in modo saggio, per proclamare la Buona Novella di Gesù Cristo in tutti gli angoli della terra”.

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ZENIT Staff

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