Di Padre John Flynn

WASHINGTON, D.C., domenica, 29 ottobre 2006 (ZENIT.org).- I pentecostali ed altri movimenti carismatici sono tra i settori del Cristianesimo in più forte crescita. Questo è quanto emerge da uno studio reso noto il 5 ottobre scorso su 10 nazioni e pubblicato dal Pew Forum on Religion and Public Life, un istituto di ricerca con sede a Washington, D.C.

Secondo questo rapporto, quasi un quarto dei circa 2 miliardi di cristiani apparterrebbe ai pentecostali e a gruppi carismatici, la cui fede si incentra sul ruolo attivo dello Spirito Santo nella vita quotidiana.

Lo studio è basato su sondaggi casuali effettuati negli Stati Uniti, in Brasile, Cile e Guatemala, in Kenya, Nigeria e Sud Africa e in India, Filippine e Corea del Sud.

Le conclusioni di questo lavoro confermano che i pronostici sul recesso della religione sono errati, commenta Luis Lugo, Direttore del Pew Forum on Religion and Public Life, nella prefazione: “L’idea di una secolarizzazione e di una società post-religiosa ha ceduto il passo rispetto ad un nuovo riconoscimento dell’influenza della religione nella vita sociale e politica delle persone”.

Un esempio emblematico sono i pentecostali. Nati appena un secolo fa, oggi sono secondi soltanto ai cattolici, in termini di numero di fedeli, osserva Lugo. In America Latina, oggi ci sono circa tre pentecostali ogni quattro protestanti, secondo il World Christian Database.

Il Pew Forum osserva che in questo studio il termine “pentecostale” è usato per descrivere componenti di diverse organizzazioni: dalle Assemblee di Dio (o Chiesa di Dio in Cristo) che sono state fondate quasi un secolo fa, a quelle più recenti come la Chiesa Universale del Regno di Dio, che ha sede in Brasile.

Il concetto di carismatico è tuttavia assai elastico. Molte delle persone che rientrano in questa categoria sono protestanti, cattoliche oppure ortodosse; si definiscono come carismatiche ma rimangono nell’ambito delle loro rispettive Chiese.

Lo studio usa il termine generale di “Rinnovamento” come modo per riferirsi allo stesso tempo ai pentecostali e ai carismatici. In alcuni Paesi, il numero degli appartenenti al Rinnovamento raggiunge livelli elevati.

Tutto sommato

Negli Stati Uniti gli appartenenti al Rinnovamento raggiungono il 23% della popolazione: 5% i pentecostali e 18% i carismatici. In Brasile sono poco sotto la metà della popolazione, con il 15% che si dichiara pentecostale e il 34% carismatico. In Guatemala la cifra raggiunge il 60%, di cui il 20% sono pentecostali e il 40% carismatici.

Il Kenya registra il numero più alto di pentecostali, che rappresentano un buon terzo della popolazione e i carismatici sono un altro 23%. Anche le Filippine hanno un alto numero di appartenenti al Rinnovamento: i carismatici sono il 40% della popolazione, mentre i pentecostali il 4%.

Non tutti i Paesi presi in esame hanno fatto registrare alti livelli di questi due gruppi. In India, ad esempio, la loro somma raggiunge solo il 5% della popolazione, in Nigeria l’8% e in Corea del Sud il 9%.

Normalmente sono i carismatici ad essere di gran lunga i più numerosi, fatta eccezione del Kenya e della Nigeria. I pentecostali sono solitamente di più in America latina e in Africa, rispetto agli Stati Uniti o all’Asia.

In sei dei 10 Paesi, le statistiche del Pew dimostrano che la somma tra i pentecostali e i carismatici rappresenta la maggioranza di tutta la popolazione protestante. Infatti, in cinque nazioni – Brasile, Cile, Guatemala, Kenya e le Filippine – più di due terzi dei protestanti sono o pentecostali o carismatici.

Parlare in lingue

Dallo studio emergono una serie di caratteristiche proprie dell’esperienza religiosa e della pratica degli appartenenti al Rinnovamento.

-- Generalmente hanno una pratica religiosa più fervida. La gran parte dei pentecostali afferma di partecipare alle funzioni religiose almeno una volta alla settimana. Anche la maggioranza dei carismatici in tutti i Paesi, salvo il Brasile e il Cile, afferma di andare in chiesa almeno una volta a settimana. Questi livelli sono generalmente più alti rispetto a quelli degli altri cristiani. Gli appartenenti al Rinnovamento, inoltre, superano i cristiani nella pratica religiosa, come ad esempio nella preghiera quotidiana e nella lettura della Bibbia.

-- Tra gli appartenenti al Rinnovamento è diffuso l’uso dei mezzi di comunicazione – soprattutto televisione e radio – per rinforzare la loro fede religiosa, soprattutto tra i pentecostali negli Stati Uniti, in America latina e in Africa, dove almeno metà di loro dice di farvi ricorso più di una volta alla settimana.

-- In sette dei 10 Paesi presi in considerazione, almeno la metà dei pentecostali afferma che tra le funzioni religiose a cui partecipano con frequenza rientra anche la pratica dei doni dello Spirito Santo come il parlare in lingue, profetizzare o pregare per le guarigioni miracolose. Questi aspetti sono meno frequenti tra i carismatici.

-- Molti affermano di assistere a funzioni religiose in cui il parlare in lingue è una pratica comune e alcuni affermano di averlo fatto personalmente. Inoltre, in sei dei 10 Paesi esaminati, almeno il 40% dei pentecostali afferma di non aver mai pregato in lingue.

-- In tutti i 10 Paesi considerati, la gran parte dei pentecostali afferma di aver sperimentato o testimoniato personalmente la guarigione divina di una malattia o di un infortunio. In otto di questi Paesi, una maggioranza di pentecostali ha detto di aver ricevuto una rivelazione diretta da parte di Dio.

-- In sette dei 10 Paesi, i pentecostali affermano di aver testimoniato e avuto esperienze dirette in cui la persona veniva liberata dalla presenza del diavolo o di spiriti maligni. Tra i carismatici, invece, questo tipo di esperienze sono generalmente meno frequenti.

-- In otto dei 10 Paesi considerati, la maggioranza dei cristiani non appartenenti al Rinnovamento credono che la Bibbia è la Parola di Dio e che essa deve essere considerata in modo letterale. Questa impostazione è ancor più comune tra i pentecostali.

-- I pentecostali spiccano anche, soprattutto rispetto ai cristiani non appartenenti al Rinnovamento, per la loro visione escatologica. In sei Paesi, almeno la metà dei pentecostali ritiene che Gesù tornerà sulla terra nel corso della loro vita. E più dell’80% di loro, in ciascun Paese, crede nel “rapimento della Chiesa”, ovvero nell’idea che, prima della fine del mondo, i fedeli saranno salvati e portati in cielo.

-- I pentecostali sono anche molto impegnati nella diffusione della loro fede. In otto dei 10 Paesi, la maggioranza di loro afferma di condividere la propria fede con i non credenti almeno una volta a settimana. I carismatici sono invece un po’ meno propensi a questo tipo di proselitismo.

-- Almeno il 70% dei pentecostali in ogni Paese, ad eccezione della Corea del Sud, crede che la fede in Gesù Cristo rappresenti l’unica via alla salvezza.

Fede e politica

Lo studio del Pew Forum contiene anche una sezione dedicata all’analisi delle implicazioni politiche del crescente numero dei pentecostali e carismatici. Molte delle persone intervistate afferma che è importante che gli esponenti politici dimostrino una forte convinzione cristiana.

Lo studio descrive la visione morale e sociale dei pentecostali come “conservatrice”, sulla base di una serie di indicatori quali l’omosessualità, l’aborto, i rapporti sessuali extra-matrimoniali e il divorzio.

In generale, la maggioranza di loro concorda nel ritenere che la Chiesa e lo Stato debbano essere entità separate. Tuttavia, una buona minoranza ritiene che il Governo debba adoperarsi per assicurare un carattere cristiano allo Stato stesso.

Ciò nonostante, sebbene essi concordano nel ritenere che le persone e i gruppi r eligiosi debbano essere attivi in politica, sono pochi quelli che dedicano tempo a discutere di questioni politiche. Essi si concentrano soprattutto sulla pratica religiosa, con la conseguente rapida diffusione della loro fede.

Convegno sullo “spirito di Assisi” a vent’anni dalla convocazione di Giovanni Paolo II

ASSISI, venerdì, 27 ottobre 2006 (ZENIT.org).- Si è svolto questo giovedì e venerdì ad Assisi un Convegno sul tema “Le religioni e la pace”, organizzato dall’Istituto Teologico di Assisi nel 20° anniversario della storica giornata di digiuno, preghiera e pellegrinaggio per la pace voluta da Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986 nella città di San Francesco.