Il 18 ottobre, nella conferenza stampa di presentazione dei lavori, monsignor Benigno Luigi Papa, Vice Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), si è detto molto soddisfatto di come stanno procedendo i lavori, “con i delegati che hanno fatto della loro testimonianza di vita l’oggetto dell’approfondimento”.
“E’ la prima volta che il tema stesso della vita, nella sua dimensione affettiva, con riferimenti alla fragilità, al lavoro, alla festa, alla tradizione e alla cittadinanza, sono oggetto di un Convegno Ecclesiale”, ha detto il Vice Presidente della CEI.
Monsignor Papa ha affermato che “nell’elaborazione culturale del Convegno i convegnisti hanno lavorato non tanto sulle dimensioni di un osservatorio”, quanto nel dare “espressione del vissuto”.
“Insomma – ha concluso il presule – non si tratta di un semplice laboratorio di riflessione, e la speranza non è vissuta solo come attesa, ma è motivazione. Ci aspettiamo un contributo importante alla vita della Chiesa e del paese”.
La professoressa Raffaella Iafrate relatrice nell’ambito della vita affettiva, ha rilevato come noi oggi “ci troviamo davanti ad un grave rischio, assistiamo ad una sorta di ipertrofia dell’affetto, uno sbilanciamento a favore degli aspetti emozionali a discapito di quelli valoriali con un’affettività sradicata dall’ethos, da una prospettiva di senso, percepita come pura saturazione di un bisogno, senza direzione e scopo, ridotta a puro sentimentalismo, a ciò che si sente, a ciò che si prova”.
“Anche a livello educativo si osserva tale equivoco sbilanciamento: gli affetti paiono non bisognosi di educazione”, ha rilevato la Iafrate.
Dopo aver parlato della peculiarità della famiglia nella vita affettiva, e di come “un autentica vita affettiva non può essere disgiunta da una dimensione etica”, la professoressa ha precisato il ruolo del legame di coppia e il suo itinerario educativo.
La Iafrate ha sottolineato che “sfugge troppo spesso la portata educativamente rivoluzionaria dell’esperienza dell’amore coniugale che testimonia al mondo la possibilità di realizzare sulla terra un legame che ha qualcosa di divino”.
Secondo la docente, vanno respinti i PACS e i matrimoni omosessuali perché evitano o rifiutano di “impegnarsi negli aspetti non negoziabili della vita, come l’impegno vincolante della promessa, la funzione generativa e sociale della relazione di coppia, il rispetto per i diritti inalienabili delle nuove generazioni”.
“Sottrarre alla vita degli affetti la scintilla di Dio – ha concluso la Iafrate – è come ridurre l’uomo ad un fantoccio, come toglierli quella prospettiva di speranza che dà senso alla sua esistenza”.
Il professor Adriano Fabris, relatore nell’ambito del lavoro e della festa, ha indicato un modo cristiano di vivere il tempo della festa e del lavoro.
“Bisogna trovare un giusto ritmo tra lavoro e festa, altrimenti si perdono tante cose”, ha precisato Fabris, ed il tempo cristiano, “tempo del cammino e del pellegrinaggio che va dalla prima alla seconda venuta del Signore” è una proposta alternativa.
Il dottor Augusto Sabatini, relatore nell’ambito della fragilità, ha presentato questo aspetto non come un problema, ma come un dono.
“Un dono di straordinaria appartenenza e di autentico rapporto con Dio”, ha continuato, perché “la fragilità di Cristo nella Passione è segno di autentica speranza per la vita di ogni uomo di fronte agli occhi di Dio”.
“L’incontro di Gesù con i portatori di fragilità così come la risposta dei fragili a Gesù” rappresenta, secondo il dottor Sabatini, che “la fragilità come dono è il vero significato della vita”.
Il professor Costantino Esposito, relatore nell’ambito della tradizione, ha voluto precisare che il vero significato della tradizione va al di là del “dibattito tra tradizionalisti e progressisti”, e che la tradizione della Chiesa, dal punto di vista esistenziale deve rispondere alle esigenze del presente.
Infine, il professor Luca Diotallevi relatore nell’ambito della cittadinanza, ha parlato di una pluralità di paradigmi che confermano il grande impegno della Chiesa per la pace, la lotta alla mafia e l’accoglienza degli emigrati.