Discorso di Benedetto XVI ai partecipanti al Pellegrinaggio delle Opere di San Pio da Pietrelcina

CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 16 ottobre 2006 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il discorso pronunciato da Benedetto XVI nell’incontrarsi sabato, in Piazza San Pietro, con i partecipanti al Pellegrinaggio delle Opere di San Pio da Pietrelcina e della Diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo.

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Signori Cardinali,
venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
cari fratelli e sorelle!

Con grande gioia vi incontro in questa Piazza, che nel 1999 e nel 2002 ha visto le memorabili celebrazioni di beatificazione e di canonizzazione di Padre Pio da Pietrelcina. Oggi siete venuti numerosi in occasione del 50° anniversario di quella che costituisce una parte cospicua e integrante della sua opera: la Casa Sollievo della Sofferenza. Vi accolgo con affetto e rivolgo a ciascuno di voi il mio saluto cordiale: all’Arcivescovo Umberto D’Ambrosio, che ringrazio per le sue gentili parole; ai Frati Cappuccini del Santuario e della Provincia; ai dirigenti, ai medici, agli infermieri e al personale dell’Ospedale; ai membri dei Gruppi di Preghiera, provenienti da ogni parte d’Italia e anche da altri Paesi; e ai pellegrini della diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. Tutti insieme voi formate una grande famiglia spirituale, perché vi riconoscete figli di Padre Pio, un uomo semplice, un “povero Frate”, come diceva lui, al quale Dio ha affidato il perenne messaggio del suo Amore crocifisso per l’intera umanità.

Primi eredi della sua testimonianza siete voi, cari Frati Cappuccini, che custodite il Santuario di Santa Maria delle Grazie e la nuova grande chiesa intitolata a San Pio da Pietrelcina. Voi siete i principali animatori di quei luoghi di grazia, meta ogni anno di milioni di pellegrini. Spronati e sostenuti dall’esempio di Padre Pio e dalla sua intercessione, sforzatevi di essere voi stessi suoi imitatori per aiutare tutti a vivere una profonda esperienza spirituale, centrata sulla contemplazione di Cristo Crocifisso, rivelatore e mediatore dell’amore misericordioso del Padre celeste.

Dal cuore di Padre Pio, ardente di carità, ha preso origine la Casa Sollievo della Sofferenza, che già col suo nome manifesta l’idea ispiratrice da cui è sorta ed il programma che intende realizzare. Padre Pio volle chiamarla “casa” perché il malato, specialmente quello povero, si sentisse in essa a proprio agio, accolto in un clima familiare, e in questa casa egli potesse trovare “sollievo” alla sua sofferenza. Sollievo grazie a due forze convergenti: la preghiera e la scienza. Questa era l’idea del Fondatore, che va sempre tenuta ben presente e fatta propria da tutti coloro che operano nell’Ospedale. La fede in Dio e la ricerca scientifica cooperano al medesimo fine, che si può esprimere nel modo migliore con le parole di Gesù stesso: “perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). Sì, Dio è vita, e vuole che l’uomo sia guarito da ogni male del corpo e dello spirito. Per questo Gesù si prese cura instancabilmente dei malati, preannunciando con la loro guarigione il Regno di Dio ormai vicino. Per lo stesso motivo la Chiesa, grazie ai carismi di tanti santi e sante, ha prolungato e diffuso nel corso dei secoli questo ministero profetico di Cristo, mediante innumerevoli iniziative nel campo della sanità e del servizio ai sofferenti.

Se la dimensione scientifica e tecnologica è propria dell’Ospedale, la preghiera invece si estende a tutta l’opera di Padre Pio. E’ l’elemento, per così dire, trasversale: l’anima di ogni iniziativa, la forza spirituale che muove tutto e tutto orienta secondo l’ordine della carità, che è ultimamente Dio stesso. Dio è amore. Perciò il binomio fondamentale che desidero riproporre alla vostra attenzione è quello che sta al centro della mia Enciclica: amore di Dio e amore del prossimo, preghiera e carità (cfr Deus caritas est, 16-18). Padre Pio è stato anzitutto un “uomo di Dio”. Fin da bambino, egli si è sentito chiamare da Lui e ha risposto “con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze” (cfr Dt 6,5). Così l’amore divino ha potuto prendere possesso della sua umile persona e farne uno strumento eletto dei suoi disegni di salvezza. Sia lodato Dio, che in ogni tempo sceglie anime semplici e generose per compiere grandi cose (cfr Lc 1,48-49)! Tutto nella Chiesa viene da Dio, e senza di Lui nulla può reggersi. Le opere di Padre Pio offrono un esempio straordinario di questa verità: la Casa Sollievo si può ben definire un “miracolo”. Chi poteva umanamente pensare che accanto al piccolo convento di San Giovanni Rotondo sarebbe sorto uno degli Ospedali più grandi e più moderni del Meridione d’Italia? Chi, se non l’uomo di Dio, che guarda la realtà con gli occhi della fede e con una grande speranza, perché sa che a Dio nulla è impossibile?

Ecco perché la festa della Casa Sollievo della Sofferenza è al tempo stesso la festa dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio, cioè di quella parte della sua opera che “bussa” continuamente al cuore di Dio, come un esercito di intercessori e di riparatori, per ottenere le grazie necessarie alla Chiesa e al mondo. Cari amici dei Gruppi di Preghiera, la vostra origine risale all’inverno del 1942, mentre la seconda guerra mondiale sconvolgeva l’Italia, l’Europa e il mondo. Il 17 febbraio di quell’anno il mio venerato Predecessore, Papa Pio XII, lanciò un appello al popolo cristiano perché molti si riunissero a pregare insieme per la pace. Padre Pio incitò i suoi figli spirituali a rispondere prontamente alla chiamata del Vicario di Cristo. Così nacquero i Gruppi di Preghiera, e come centro organizzativo ebbero proprio la Casa Sollievo della Sofferenza, che era ancora in costruzione. Un’immagine, questa, che rimane un simbolo eloquente: l’Opera di Padre di Pio come un grande “cantiere” animato dalla preghiera e destinato alla carità operosa.

I Gruppi di Preghiera si sono diffusi nelle parrocchie, nei conventi, negli ospedali, ed oggi sono più di tremila sparsi in tutti i continenti. Voi, qui oggi, ne siete una folta rappresentanza! Quella originaria risposta data all’appello del Papa ha segnato per sempre il carattere della vostra “rete” spirituale: la vostra preghiera, come recita lo Statuto, è “con la Chiesa, per la Chiesa e nella Chiesa” (Proemio), da vivere sempre in adesione piena al Magistero, nell’obbedienza pronta al Papa e ai Vescovi, sotto la guida del presbitero nominato dal Vescovo. Sempre lo Statuto prescrive anche un impegno essenziale dei Gruppi di Preghiera, e cioè la “carità fattiva e operosa a sollievo dei sofferenti e dei bisognosi come attuazione pratica della carità verso Dio” (ibid.). Ecco nuovamente il binomio preghiera e carità, Dio e prossimo. Il Vangelo non consente scappatoie: chi si rivolge al Dio di Gesù Cristo viene spinto a servire i fratelli, e viceversa chi si dedica ai poveri vi scopre il misterioso volto di Dio.

Cari amici, il tempo è trascorso, ed è giunto il momento di concludere. Desidero lasciarvi il mio “grazie” sincero per il sostegno che mi date con la vostra preghiera. Il Signore vi ricompensi! Al tempo stesso, per la comunità di lavoro della Casa Sollievo della Sofferenza domando la speciale grazia di essere sempre fedele allo spirito e al progetto di Padre Pio. Affido questa preghiera alla celeste intercessione di Padre Pio e della Vergine Maria. Con questi sentimenti imparto di cuore a tutti voi e ai vostri cari la Benedizione Apostolica.

[© Copyright 2006 – Libreria Editrice Vaticana]

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ZENIT Staff

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