Europa: la gioventù diventa protagonista dell’assistenza pastorale agli immigrati

Conclusione dell’incontro di responsabili di questa pastorale negli episcopati europei

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MADRID, martedì, 3 ottobre 2006 (ZENIT.org).- Assumere il compito di una maggiore preoccupazione per i giovani immigrati: è l’impegno che si sta facendo giungere alle Conferenze Episcopali d’Europa.

E’ il frutto dell’incontro annuale dei direttori nazionali per la pastorale delle migrazioni in Europa, che, convocati dalla Commissione per le Migrazioni del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), si sono riuniti nella città spagnola di Sigüenza dal 21 al 24 settembre sul tema “Migrazioni e gioventù. Un’opportunità per la società e la Chiesa in Europa”.

I 46 rappresentanti di 25 Conferenze Episocopali d’Europa e della Santa Sede, tra i quali sei Vescovi, così come rappresentanti di organismi cattolici internazionali (COMECE, ICMC, Caritas Europa), hanno sottolineato la necessità di intensificare e migliorare la pastorale con gli immigrati in generale e con i giovani in particolare, come affermano nel loro comunicato finale.

Il testo ricorda che “questi costituiscono il futuro della nuova società europea e di una Chiesa rinnovata e arricchita dall’apporto dei numerosi giovani che arrivano in Europa o vi nascono, provenienti da varie culture e da ricche tradizioni religiose”.

I partecipanti hanno constatato il ruolo fondamentale che spetta in questo processo all’Organizzazione delle Nazioni Unite, al Consiglio d’Europa (COE) e all’Unione Europea (UE).

Considerano che avvenimenti come i disordini nei quartieri periferici francesi o gli attentati di Londra – con protagonisti i giovani, figli o nipoti di immigrati – mostrano chiaramente che il processo di accoglienza e di integrazione degli immigrati in Europa ha avuto delle deficienze.

Denunciano anche la drammatica situazione attuale dell’arrivo degli immigrati dall’Africa alle Isole Canarie e alle coste del sud della Penisola Iberica, dell’Italia e di Malta, ritenendo il fenomeno frutto di un’ingiusta situazione di povertà nei loro Paesi d’origine.

Per questo, fanno appello alla responsabilità dei Paesi sviluppati d’Europa, all’ONU, al COE e all’UE “perché stabiliscano politiche più generose di aiuto allo sviluppo dei Paesi poveri e controlli più efficaci delle mafie e dei trafficanti di persone”.

I partecipanti a questo incontro si sono proposti di far giungere alle loro Conferenze Episcopali e alla Chiesa nei loro rispettivi Paesi “l’impegno di assumere il compito di una maggiore preoccupazione per i giovani immigrati”.

Ciò presuppone, hanno concluso, “creare dalle parrocchie i servizi idonei nel settore della formazione e dell’associazionismo per favorire l’accoglienza fraterna, il ruolo che spetta loro, la partecipazione al dibattito politico e l’integrazione armonica che permettano un futuro comune in un’Europa giusta e solidale”.

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ZENIT Staff

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