Convegno a Roma: “Dal Papa della Polonia al Papa della Germania”

L’elezione di Benedetto XVI è stata “un segno dei tempi”

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CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 17 maggio 2006 (ZENIT.org).- Un Papa polacco e il suo successore tedesco non sono una casualità, ma un segno dei tempi.

E’ la convinzione emersa durante il Congresso “Dal Papa della Polonia al Papa della Germania”, svoltosi lunedì scorso a conclusione dell’Anno polacco-tedesco presso il Palazzo della Cancelleria a Roma, e promosso dalle Ambasciate di Polonia e di Germania presso la Santa Sede.

In apertura dell’incontro, gli ambasciatori Hanna Suchocka e Gerd Westdickenberg hanno rivolto un saluto ai presenti ed hanno affrontato il tema “La riconciliazione tra Polonia e Germania e la visione dell’Europa nella prospettiva di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI”.

Successivamente, sono intervenuti Wladislaw Bartoszewski, già Ministro degli Esteri polacco, e Bernahrd Vogel, Presidente della Fondazione Konrad Adenauer.

Ha moderato il dibattito padre Adam Żak S.I., Assistente del Generale dei Gesuiti per l’Europa Centrale e Orientale, che dopo l’incontro si è detto “commosso” per il fatto di vedere “questa comunità spirituale tra due Papi, uno polacco e uno tedesco”.

Hanna Suchocka, ambasciatrice della Repubblica di Polonia presso la Santa Sede, ha voluto sottolineare quanto sia importante che “Benedetto XVI abbia scelto la Polonia come primo viaggio internazionale” (la visita apostolica in Germania, dove è stato ad agosto, era già stata programmata da Giovanni Paolo II).

L’ambasciatrice ha ricordato che il processo di riconciliazione tedesco-polacco è “fondamentale” per la costruzione europea ed ha evocato lo scambio di lettere tra i Vescovi delle due Nazioni alla fine del Concilio Vaticano II, dove si è “perdonato e si è chiesto perdono” (cfr. ZENIT, 21 settembre 2005).

Bernhard Vogel, Presidente della Fondazione Konrad Adenauer, già Ministro Presidente dello Stato libero della Turingia e precedentemente della Renania – Palatinato, ha spiegato il ruolo determinante del Papa polacco per il crollo del comunismo in Europa. Secondo Vogel, inoltre, “il rapporto tedesco-polacco ha raggiunto oggi un livello tale che nessuna controversia può più comprometterlo”.

Vogel ha quindi insistito sulla “continuità, la fiducia e il legame profondo” tra Benedetto XVI e il suo predecessore ed ha detto che con l’elezione di un Papa tedesco dopo un Papa polacco “è avvenuto un miracolo”.

Władysław Bartoszewski, ex Ministro degli Esteri polacco, ha invece richiamato il suo vissuto biografico, che lo ha visto prima fra le fila della resistenza polacca (Armia Krajowa, con il soprannome Ludwik) durante la Seconda Guerra Mondiale, e poi nell’Insurrezione di Varsavia.

“Siamo della stessa generazione, abbiamo letto gli stessi libri, visto gli stessi film e vissuto lo stesso contesto”, ha raccontato il coetaneo di Papa Wojtyła., ricordando come la sua vita, senza l’incontro con Giovanni Paolo II e l’esperienza della prigionia, “non sarebbe certamente la stessa”.

Nel 1940-1941, il diplomatico è stato prigioniero del campo di concentramento di Auschwitz. Imprigionato due volte dal regime comunista – dal 1946 al 1948 e dal 1949 al 1954 – ed ingiustamente accusato di spionaggio, è stato riabilitato nel 1955.

Il Ministro Bartoszewski ha commentato la “semplicità e modestia straordinarie” del Papa polacco ed ha ricordato le volte che Karol Wojtyla ha collaborato alla redazione giornalistica del settimanale cattolico da lui diretto, “Tygodnik Powszechny”.

Quanto all’elezione del Pontefice tedesco, ha osservato che “i critici tedeschi che aspettavano solo elementi negativi ora non sanno più cosa dire”, ed ha spiegato che in Polonia si attende la visita di Papa Benedetto XVI con “calore e riconoscimento”. “Per noi non è uno straniero: è stato in Polonia 10 volte, è cresciuto nella Baviera contadina con la cultura dei pellegrinaggi e sa che troverà anche questo in Polonia. Tutti sono curiosi di vederlo”, ha concluso.

Nel corso del Congresso è stato comunicato che le città natali di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, Wadowice e Marktl am Inn, hanno stretto un gemellaggio.

Le Ambasciate organizzatrici hanno inoltre sottolineato un altro degli obiettivi di questo Congresso: mostrare che “nel tempo il riavvicinamento reciproco tra tedeschi e polacchi ha rappresentato un modello su come si possano ricostruire le relazioni tra le Nazioni”.

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ZENIT Staff

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