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Desidero compiacermi con il Magnifico Rettore e con tutti i Responsabili di questa nuova Università, già articolata in tre Corsi di laurea, che inizia il suo cammino nella Città eterna. La Chiesa cattolica, e in particolare la Chiesa presente in Italia, guarda con grande attenzione ed interesse al mondo della cultura e della ricerca, come anche all’impegno nella formazione delle persone. Perciò il sorgere di una nuova struttura universitaria, che si richiama ai grandi principi della fede e della cultura d’ispirazione cristiana, è per noi un evento positivo e incoraggiante.
Sappiamo tutti che nell’odierno contesto culturale sono all’opera forti correnti che spingono nel senso della secolarizzazione, e anche della cristianizzazione, e che pertanto una ricerca e un insegnamento che si richiamino all’eredità cristiana, per inverarla e attualizzarla nel presente e nel futuro, devono affrontare una sfida non facile. Possiamo confidare però non soltanto nel grande patrimonio di verità e bellezza che ci viene dal nostro passato, ma anche nella luce dello Spirito Santo, che guida i passi della Chiesa, e nelle energie positive che il medesimo Spirito suscita sempre di nuovo, per rispondere ai compiti che man mano si profilano.
La mia presenza qui oggi vuol essere un segno della vicinanza della Chiesa di Roma e delle altre Chiese d’Italia: a loro nome esprimo l’augurio che la giovane pianta di questa Università, appena germogliata, possa crescere rapidamente e diventare un albero robusto e ricco di frutti di bene. Sono certo che essa si inserirà con forte spirito di comunione nella pastorale universitaria della Diocesi di Roma: contribuirà a questo fine anche la presenza e l’opera del Cappellano, già opportunamente nominato.
E’ stato ricordato che l’Università Europea di Roma ha una vocazione internazionale, che proviene anzitutto dal suo Ente promotore, la Congregazione dei Legionari di Cristo, che ha dato vita a una rete di Università in molte parti del mondo. La vocazione internazionale è naturale per il cattolicesimo, anche e specificamente in ambito universitario: la fede cristiana è infatti capace di incarnarsi nelle più diverse culture, per comunicare loro la propria linfa di verità e valorizzare quanto di vero, di buono e di bello in esse è contenuto. Così è accaduto finora nella storia e così deve accadere anche oggi.
Di fronte a quel distacco dal cristianesimo che si è purtroppo verificato in molti ambienti culturali europei, vorrei ripetere qui le parole assai impegnative, ma anche cariche di speranza, pronunciate a Subiaco dall’allora Cardinale Ratzinger pochi giorni prima della sua elezione al Pontificato: “Ciò di cui abbiamo soprattutto bisogno in questo momento della storia sono uomini che, attraverso una fede illuminata e vissuta, rendano Dio credibile in questo mondo. La testimonianza negativa di cristiani che parlavano di Dio e vivevano contro di Lui ha oscurato l’immagine di Dio e ha aperto la porta all’incredulità.
Abbiamo bisogno di uomini che tengano lo sguardo dritto verso Dio, imparando da lì la vera umanità. Abbiamo bisogno di uomini il cui intelletto sia illuminato dalla luce di Dio e a cui Dio apra il cuore, in modo che il loro intelletto possa parlare all’intelletto degli altri e il loro cuore possa aprire il cuore degli altri. Soltanto attraverso uomini che sono toccati da Dio, Dio può far ritorno presso gli uomini”. Il mio fervido auspicio è che questa nuova Università contribuisca a formare un tale genere di uomini.
La dimensione internazionale è molto importante anche in rapporto all’attuale configurazione dell’Europa, al cui itinerario di unificazione stanno partecipando le istituzioni universitarie, secondo il ben noto “processo di Bologna”. Il compito di costruire una casa comune per le nuove generazioni esige responsabilità, collaborazione, coscienza dei valori da trasmettere: queste caratteristiche confidiamo possano essere fortemente presenti nella nuova Università che oggi inauguriamo.
Vorrei infine rivolgere un saluto particolare ai giovani che iniziano il loro cammino di studenti presso l’Università Europea di Roma. Cari giovani, questa è una fase particolarmente importante della vostra vita, una fase decisiva per la vostra maturazione. Dalla preparazione che acquisirete in questi anni dipende in buona misura il vostro futuro e anche quello di tante altre persone, a voi legate o che ora nemmeno conoscete. Siete chiamati pertanto ad investire nel modo migliore il tempo che avete a disposizione; a stabilire con i vostri docenti e formatori un dialogo personale, aperto e fiducioso; a consolidare i valori cristiani nella vostra vita, conoscendoli più profondamente e mettendoli in pratica; a contribuire lealmente alla creazione di una comunità accademica contrassegnata dall’amicizia e da rapporti sinceri, che possano durare e accompagnarvi nel cammino della vita; ad accrescere giorno per giorno la vostra maturità personale e capacità di giudizio critico. In futuro dovrete probabilmente svolgere ruoli significativi nella società italiana ed europea e vi sarà preziosa la preparazione acquisita negli anni degli studi universitari.
Sono certo che il Magnifico Rettore e tutti i Docenti e collaboratori profonderanno il massimo impegno per sostenere il vostro cammino e per corrispondere alla fiducia che voi e le vostre famiglie riponete oggi in questa giovane Università.
Auguri di cuore a tutti.
Dopo aver battezzato dieci neonati
ROMA, domenica, 8 gennaio 2006 (ZENIT.org).- A Roma si è riaccesa la discussione sull’opportunità dell’istituzione delle “unioni di fatto” sia etero che omosessuali.
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