Dolore di Benedetto XVI per la “barbara uccisione” di tre ragazze decapitate in Indonesia

Mentre andavano a scuola

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 30 ottobre 2005 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha espresso le proprie condoglianze alle famiglie delle tre ragazze indonesiane decapitate questo sabato mentre andavano a scuola.

Joaquín Navarro-Valls, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha emesso questa domenica un comunicato in cui rivela che “appena appresa la dolorosa notizia della barbara uccisione di tre ragazze cristiane in Indonesia il Santo Padre ha incaricato il Vescovo di Manado, Monsignor Joseph Theodorus Suwatan, di porgere alle famiglie delle vittime ed a quella comunità diocesana le più sentite condoglianze, assicurando di elevare al Signore fervide preghiere per il ritorno della pace fra quelle popolazioni”.

“Siamo davanti a una strategia del terrore che vuole scioccare la popolazione e farla sentire insicura proprio quando i rapporti tra comunità cristiana e musulmana sono ormai pacificati”, ha dichiarato monsignor Suwatan poco dopo l’assassinio in alcune dichiarazioni all’agenzia missionaria Misna.

Le ragazze, studentesse di una scuola cristiana, sono state decapitate nel villaggio di Poso, nella regione centrale dell’isola indonesiana di Celebes (Sulawesi), tra il 2000 e il 2001 scenario di un conflitto tra la comunità musulmana e quella cristiana che ha provocato circa mille vittime.

Una quarta ragazzina, sfuggita all’attacco dandosi alla fuga, ha detto alla polizia che due uomini in motocicletta con il volto coperto dai caschi le hanno avvicinate e aggredite con dei machete.

Negli ultimi anni, secondo monsignor Suwatan, i rapporti tra le due comunità sono andati normalizzandosi, nonostante improvvise aggressioni che appaiono “sempre più violente quanto più la popolazione dimostra di non raccogliere la provocazione”.

Dopo gli attacchi contro le chiese protestanti nel dicembre del 2004, che hanno provocato alcuni feriti, l’episodio più grave era stato fino ad oggi il duplice attentato dinamitardo del 28 maggio scorso nel mercato della città a maggioranza cristiana di Tentena, che provocò 22 vittime e 70 feriti.

“Ricordo ancora lo stupore della popolazione che non si aspettava nulla del genere”, ha affermato il Vescovo Sewatan, sotto la cui diocesi ricade il piccolo centro di Tentena sul lago Poso.

“La convinzione di molti è che dietro queste violenze ci sia la volontà di qualcuno, anche esterno alle comunità locali, interessato a suscitare odio. Ma la gente ha dimostrato di avere a cuore l’intesa raggiunta con la pace di Malino. Chissà, forse per questo l’attacco di oggi è stato condotto con modalità tanto sconvolgenti, ma ho fiducia che la gente neanche stavolta cercherà vendetta”.

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ZENIT Staff

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