Discorso del Papa dopo il Concerto in suo onore dei “Regensburger Domspatzen”

CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 24 ottobre 2005 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito le parole pronunciate dal Papa al termine del Concerto in suo onore dei “Regensburger Domspatzen“, che ha avuto luogo sabato 22 ottobre, nella Cappella Sistina:

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Cari amici,

al termine di questa bella esecuzione musicale, sono certo di interpretare il pensiero di tutti i presenti esprimendo viva gratitudine ai Regensburger Domspatzen, magistralmente guidati dal Direttore Roland Büchner ed accompagnati dall’Organista Franz Josef Stoiber. Abbiamo potuto gustare alcuni stupendi brani musicali, mentre l’occhio spaziava sui capolavori di Michelangelo e di altri noti pittori, le cui creazioni artistiche sono qui conservate.

Ascoltando, veniva spontaneo alla mente il Salmo 84: “Quanto sono amabili le tue dimore,/ Signore degli eserciti! […] Anche il passero trova una casa – il termine tedesco per “passeri” è “Spatzen” – / la rondine il nido / dove porre i suoi piccoli, / presso i tuoi altari, / Signore degli eserciti,/ mio re e mio Dio!/ Beato chi abita la tua casa: / sempre canta le tue lodi! ” (vv.2. 4-5). Beati i ragazzi di questo coro famoso, che hanno potuto cantare le lodi di Dio nello stupendo scenario della Cappella Sistina. E beati noi che, ascoltando il loro canto, ci siamo sintonizzati con la loro lode.

A nome di tutti vorrei esprimere ancora una volta al maestro del Coro e all’organista come anche a tutti i Domspatzen le mie felicitazioni per questo bellissimo concerto, di cui oggi ci hanno fatto dono nell’ambiente suggestivo della Cappella Sistina. Confrontandoci in questa serata soprattutto con maestri dell’Ottocento – con grandi nomi, ma anche con compositori poco noti fuori dell’ambiente ecclesiastico – avete dato a noi una grande gioia proprio con la varietà del programma. Tutti i canti da voi eseguiti appartengono a una specie di musica che, nata dall’ispirazione della fede, conduce di nuovo alla fede e alla preghiera – è musica che risveglia in noi la gioia in Dio.

Ascoltando, mi sono sentito riportato nei miei anni di Ratisbona – tempi belli quando mediante il mio fratello ho potuto integrarmi anch’io un po’ nella famiglia dei Domspatzen. Alla fine dei trent’anni di lavoro con il Vostro Coro, egli ha detto: “Il buon Dio non avrebbe potuto affidarmi un compito più bello”. Questo non è stato soltanto un ringraziamento personale per una chiamata meravigliosa; è stato al contempo un augurio: che i Domspatzen continuino ad essere messaggeri del bello, messaggeri della fede, messaggeri di Dio in questo mondo, e trovino sempre – secondo la loro chiamata principale – il centro della loro attività nel servizio liturgico per la gloria di Dio.

L’orante del Salmo 84 vede se stesso come un passero che ha trovato presso gli altari di Dio il luogo della sua collocazione preferita, il luogo dove può dimorare ed essere “beato”. L’immagine del passero è un’immagine gioiosa, mediante la quale il salmista vuole dire che tutta la sua vita è diventata canto. Egli può cantare e volare. Il cantare stesso è quasi un volare, un sollevarsi verso Dio, un anticipare in qualche modo l’eternità, quando potremo “continuamente cantare le lodi di Dio”. E’ in questa prospettiva che rivolgo a tutti i presenti il mio augurio più cordiale, invocando su ciascuno la benedizione di Dio.

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ZENIT Staff

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