Benedetto XVI: il dialogo, strumento efficace per favorire la sicurezza alimentare

In un messaggio al Direttore Generale della F.A.O., Jacques Diouf

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CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 18 ottobre 2005 (ZENIT.org).- Di fronte alla fame e alla malnutrizione che affliggono ancora molti popoli del mondo, Benedetto XVI ha individuato nel dialogo un utile strumento per favorire la sicurezza alimentare.

In un messaggio in francese inviato al Direttore Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (F.A.O.), il signor Jacques Diouf, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2005, il Papa ha infatti constatato che “il tema scelto per questa Giornata, ‘Agricoltura e dialogo delle culture’, invita a considerare il dialogo come uno strumento efficace per creare le condizioni per la sicurezza alimentare”.

“Il dialogo richiede di unire gli sforzi delle persone e delle Nazioni al servizio del bene comune” affinché sia garantito “ad ogni membro della famiglia umana il pane quotidiano”, ha affermato il Pontefice per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione celebrata a commemorazione dell’anniversario della fondazione della F.A.O. (16 ottobre 1945).

“La fame e la malnutrizione sono, purtroppo, tra i più gravi scandali che ancora interessano la vita della famiglia umana”, ha constatato il Vescovo di Roma ricordando che “i milioni di persone minacciati nella loro stessa esistenza perché privati del minimo di nutrimento necessario richiedono l’attenzione della comunità internazionale, perché tutti noi abbiamo il dovere di prenderci cura dei nostri fratelli”.

“La carestia, infatti, non dipende solo dalle situazioni geografiche e climatiche o dalle circostanze sfavorevoli legate ai raccolti”, ha osservato.

“E’ provocata anche dall’uomo stesso e dal suo egoismo che si traduce nelle carenze di organizzazione sociale, nella rigidità delle strutture economiche troppo spesso votate unicamente al profitto, così come nelle pratiche contro la vita umana e nei sistemi ideologici che riducono la persona, privata della sua dignità fondamentale, a nient’altro che uno strumento”, ha denunciato.

Il vero sviluppo mondiale, “organizzato ed integrale, auspicato da tutti”, chiede invece – sostiene il Papa – “di conoscere in modo obiettivo le situazioni umane, di delineare le cause reali della miseria e di fornire risposte concrete, avendo come priorità una formazione appropriata delle persone e delle comunità”.

Solo in questo modo, secondo Benedetto XVI, si realizzeranno “la libertà autentica e la responsabilità proprie dell’agire umano”.

Il Pontefice ha sottolineato anche quanto sia importante “essere attenti alle situazioni umane, per mantenere la diversità dei modelli di sviluppo e delle forme di assistenza tecnica, in funzione delle condizioni particolari di ogni Paese e di ogni comunità, sia che si tratti di condizioni economiche o ambientali che di condizioni sociali, culturali e spirituali”.

Il progresso tecnico, infatti, sarà realmente efficace solo “se si inserirà in una prospettiva più vasta, in cui l’uomo è al centro, con la preoccupazione di tener conto dell’insieme dei suoi bisogni e delle sue aspirazioni perché, come dice la Scrittura, ‘non di solo pane vive l’uomo’”.

La Chiesa cattolica, ha ricordato poi, “partecipa anch’essa alle azioni volte ad uno sviluppo realmente armonioso” ed incoraggia gli sforzi della F.A.O. perché questa promuova “un vero dialogo delle culture” e contribuisca ad “aumentare la capacità di nutrire la popolazione mondiale, nel rispetto della biodiversità”.

“L’essere umano, infatti – ha osservato –, non deve compromettere in modo imprudente l’equilibrio naturale, frutto dell’ordine della creazione, ma al contrario deve vegliare e trasmettere alle generazioni future una terra capace di nutrirle”.

Gli obiettivi “ambiziosi e complessi” della F.A.O., ha concluso il Papa, potranno essere raggiunti solo se “la protezione della dignità umana, origine e fine dei diritti fondamentali, diventerà il criterio che ispira ed orienta tutti gli sforzi”.

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ZENIT Staff

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