Alberto Hurtado Cruchaga (1901-1952)

Sarà canonizzato questa domenica da Benedetto XVI

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CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 18 ottobre 2005 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito la biografia distribuita dalla Santa Sede sul beato Alberto Hurtado Cruchaga, S.I., il quale verrà canonizzato da Benedetto XVI domenica 23 ottobre.

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Alberto Hurtado Cruchaga nacque a Viña del Mar, Cile, il 22 gennaio 1901 e rimase orfano di padre all’età di 4 anni. La madre fu costretta a vendere, a condizioni sfavorevoli, la loro modesta proprietà per pagare i debiti della famiglia. Di conseguenza, Alberto e suo fratello dovettero andare a vivere presso dei parenti e, spesso, trasferirsi dall’uno all’altro di essi: fin da piccolo egli sperimentò dunque la condizione di chi è povero, senza casa e alla mercé degli altri. Una borsa di studio gli diede modo di frequentare il Collegio dei Gesuiti a Santiago. Qui divenne membro della Congregazione Mariana e, come tale, prese un vivo interesse per i poveri, recandosi presso di loro nei quartieri più miseri ogni domenica pomeriggio.

Finiti gli studi secondari nel 1917, avrebbe voluto farsi gesuita; ma gli fu consigliato di rimandare l’attuazione di tale progetto al fine di occuparsi della madre e del fratello più giovane. Lavorando al pomeriggio e alla sera, riuscì a sostenere i suoi e al tempo stesso a frequentare la facoltà di legge dell’Università Cattolica. Anche in tale periodo le sue premure erano rivolte ai poveri che continuava a visitare ogni domenica. L’obbligo del servizio militare gli fece interrompere gli studi, ma una volta congedato, riuscì a laurearsi all’inizio dell’agosto 1923.

Il 14 di quello stesso mese entrò nel Noviziato della Compagnia di Gesù a Chillán. Nel 1925 si trasferì a Córdoba, in Argentina ove compì gli studi umanistici.

Nel 1927 fu inviato in Spagna per gli studi di filosofia e teologia, senonché, a motivo della soppressione dei Gesuiti, avvenuta in quel Paese nel 1931, dovette partire per il Belgio e continuare la teologia a Lovanio. Ivi fu ordinato sacerdote il 24 agosto 1933 e conseguì poi nel 1935 il dottorato in Pedagogia e Psicologia. Dopo aver compiuto il Terzo Anno di Probazione a Drongen, sempre in Belgio, fece ritorno in Cile nel gennaio 1936.

Rientrato nella sua patria, il suo zelo andò gradualmente estendendosi a tutti i campi: iniziò a svolgere la sua attività come professore di religione al Collegio Sant’Ignazio, di pedagogia all’Università Cattolica di Santiago e nel Seminario Pontificio. Scrisse vari saggi sull’educazione come pure sull’ordine sociale cristiano; costruì una casa di Esercizi spirituali in un villaggio che oggi porta il suo nome; fu Direttore della Congregazione Mariana degli studenti, coinvolgendo questi nella catechesi ai poveri; animò innumerevoli corsi di Esercizi spirituali ed offrì la direzione spirituale a molti giovani, accompagnandone parecchi nella loro risposta alla vocazione sacerdotale e contribuendo in modo notevole alla formazione di molti laici cristiani.

Nel 1941 il Padre Hurtado pubblicò il suo libro più famoso: «¿Es Chile un país católico? ». Nello stesso anno gli venne affidato l’incarico di Assistente della sezione giovanile dell’Azione Cattolica per l’Arcidiocesi di Santiago, poi, l’anno seguente, per tutta la nazione: impegno da lui svolto con notevole spirito d’iniziativa, dedizione e sacrificio.

Nell’ottobre dell’anno 1944, mentre dava un corso di Esercizi, sentì impellente il bisogno di fare appello agli uditori sollecitandoli a pensare ai molti poveri della città e in specie agli innumerevoli bambini che vagabondavano per le strade di Santiago. Questo suscitò una pronta risposta di generosità e costituì l’avvio di quella iniziativa che ha reso specialmente noto il Padre Hurtado: si tratta di quella forma di attività caritativa che provvede alla gente senza tetto non solo un luogo in cui vivere, ma un vero focolare domestico: «El Hogar de Cristo ».

Per mezzo dei contributi di benefattori e con l’attiva collaborazione di laici impegnati, il Padre Hurtado aprì una prima casa di accoglienza per i fanciulli poi una per le donne, poi un’altra ancora per gli uomini: i poveri iniziarono così finalmente ad avere nel «Hogar de Cristo » un ambiente di famiglia in cui vivere. Queste case andarono sempre più moltiplicandosi, prendendo anche nuove forme e caratteristiche: in alcuni casi divennero centri di riabilitazione, in altri di educazione artigianale e così via. Il tutto sempre ispirato ai valori cristiani e permeato da essi.

Nel 1945, il Padre Hurtado visitò gli Stati Uniti per studiare il movimento «Boys Town» e come adattarlo al suo paese. Gli ultimi sei anni della sua vita furono dedicati allo sviluppo delle varie forme in cui « El Hogar de Cristo » era venuto gradualmente ad esistere ed operare.

Nel 1947 il Padre Hurtado fondò l’Associazione Sindacale Cilena (ASICH), indirizzata a promuovere un sindacalismo ispirato alla Dottrina Sociale della Chiesa.

Fra il 1947 ed il 1950 scrisse tre importanti libri: sui Sindacati, sull’umanesimo sociale e sull’ordine sociale cristiano. Nel 1951 diede avvio alla rivista «Mensaje », la ben nota rivista dei gesuiti cileni dedicata a far conoscere ed a spiegare la dottrina della Chiesa.

Un cancro al pancreas lo portò in pochi mesi alla fine della vita: in mezzo agli atroci dolori fu spesso udito ripetere: « Contento, Signore, contento ».

Dopo aver speso l’esistenza manifestando l’amore di Cristo ai poveri, fu da lui chiamato a sé il 18 agosto 1952.

Dal ritorno in Cile alla sua morte il Padre Hurtado visse soli quindici anni: furono anni di intenso apostolato, espressione di profondo amore personale per Cristo e, proprio per questo, caratterizzato da una grande dedizione ai bambini poveri ed abbandonati, da uno zelo ardente per la formazione dei laici, e da un vivo senso di giustizia sociale cristiana.

Il Padre Hurtado è stato beatificato da Giovanni Paolo II il 16 ottobre 1994.

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ZENIT Staff

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