Dietro le quinte de “La Passione di Cristo”

Intervista con padre John Bartunek sul film di Mel Gibson

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NEW YORK, mercoledì, 23 marzo 2005 (ZENIT.org).- Un religioso che ha trascorso quasi due anni sul set de “La Passione di Cristo” ha scritto un’analisi spirituale del film di Mel Gibson.

Padre John Bartunek, della Congregazione dei Legionari di Cristo, autore di “Inside the Passion” (“Dentro la Passione”), ha condiviso con ZENIT i vari livelli di significato e di abilità artistica del film.

Perché scrivere un libro sulla spiritualità che c’è dietro un film? Sembra un argomento singolare…

Padre Bartunek: In realtà il film stesso è un evento singolare, se si considera la nostra cultura moderna. Milioni di persone l’hanno visto e si sono commosse. Il libro aiuta la gente a capire il perché.

Cosa ha reso questo film unico? In primo luogo il soggetto; in seconda istanza l’abilità artistica. Il libro unisce i due aspetti: concilia il background teologico, spirituale e storico e cerca di spiegare il motivo per il quale Mel Gibson ha compiuto certe scelte artistiche e perché sono state così efficaci.

E’ come visitare la Basilica di San Pietro a Roma. Milioni di turisti visitano questo splendido monumento e rimangono tutti colpiti, impressionati, ma quell’esperienza emozionale può diventare molto più profonda se si ha la possibilità di visitare la basilica con qualcuno che conosce la storia del luogo, il simbolismo dell’arte e le intenzioni di chi l’ha costruita. “Inside the Passion” fornisce una visita simile del film.

Com’è finito sul set di un film?

Padre Bartunek: Sono arrivato per la prima volta sul set accompagnando un seminarista. Un suo amico, che è anche un caro amico di Jim Caviezel, l’attore che ha interpretato il ruolo di Gesù, stava visitando Roma e ci ha invitati ad andare con lui sul set.

In seguito siamo diventati amici della gente che lavorava al film, dato che sui set cinematografici ci sono molti tempi morti. E’ stato un progetto affascinante, al punto che qualsiasi altra cosa aveniva in modo naturale.

Com’era una giornata-tipo mentre si girava il film? Si viveva un “regime spirituale”?

Padre Bartunek: Non sono sicuro che ci sia stata una giornata-tipo. E non sono sicuro del fatto che la realizzazione, da un punto di vista tecnico, sia stato molto diversa da quella di altri film.

In linea di massima si cominciava a lavorare presto. La troupe tecnica doveva iniziare a preparare il set, i costumi e il trucco nelle prime ore del mattino. Quando la luce era buona si girava.

Il film non è stato girato in ordine cronologico. E’ stato un po’ come comporre un mosaico, una tessera per volta, senza un ordine preciso.

Si girava una scena qui, un’altra lì, e poi un’altra completamente slegata dalle precedenti. Gli attori dovevano essere pronti a cambiarsi senza perdere un attimo di tempo. Se non giravano si preparavano a farlo o analizzavano il lavoro del giorno precedente.

A livello spirituale non c’è stato un programma prestabilito. Jim Caviezel riceveva la Comunione ogni giorno; passava gran parte delle lunghe ore necessarie al trucco recitando il rosario. Mel andava a Messa appena possibile e trascorreva molto tempo in preghiera.

Lavorare a questo film ha amplificato la loro vita spirituale, non c’è dubbio. Ha avuto un effetto simile anche sugli altri cattolici che lavoravano al progetto. Le reazioni dei non credenti e delle persone di altre religioni sono state diverse. Non penso, comunque, che ci sia stato qualcuno che non sia cambiato dopo questo film.

Cosa permette di sperimentare il suo libro?

Padre Bartunek: Il libro trasporta i lettori sul set de “La Passione di Cristo” con me, che agisco come una specie di guida turistica.

Si è parlato e discusso molto sul film di Mel Gibson, ma finora la discussione non ha affrontato un punto di vista fondamentale, quello del regista.

Da quando ho avuto la fortuna di essere coinvolto nella produzione del film e di accompagnare Mel durante tutto il lavoro, ho potuto trascorrere delle ore da solo con lui e fargli domande che nessun altro gli ha posto. Le idee che sono uscite fuori da questa esperienza mostrano livelli sorprendenti di significato e di abilità artistica. E’ per questo che ho parlato a Mel dell’idea di scrivere un libro.

La gente che ha amato il film vuole saperne di più; vogliono sapere com’è stato realizzato, perché ha avuto un riscontro simile. “Inside the Passion” fornisce quella prospettiva, come afferma Mel nell’introduzione.

Il suo libro aiuterà la gente che sente di aver avuto un’esperienza profonda del film a sperimentarla in modo ancora più approfondito? Ci faccia un esempio.

Padre Bartunek: Mentre stavo lavorando al libro lo facevo leggere a varie persone per vedere le loro reazioni, e queste persone avevano visto la prima versione del film. L’ho dato ad altri registi cinematografici, a cattolici, a cristiani non cattolici, ad agnostici, a persone di ogni tipo.

Le reazioni sono state piuttosto uniformi. Dopo aver letto il libro volevano tutti vedere di nuovo il film. Erano estremamente affascinati, com’era accaduto a me, per i tanti livelli di significato e di abilità artistica presenti in un’esperienza cinematografica così efficace.

Un esempio è il personaggio di Giuda e l’incontro che ha con Gesù sotto il ponte dopo che Gesù è stato arrestato. La mia prima reazione a quella scena è stata negativa – sembrava un trucco hollywoodiano a buon mercato. C’è tuttavia una ragione specifica per cui Mel l’ha inserita: scoprirla ha fatto diventare quella scena una delle mie preferite.

Descriverebbe il libro come profondamente meditativo?

Padre Bartunek: “Inside the Passion” è meditativo nella misura in cui lo è stato il film. Alcune persone hanno letto il libro mentre guardavano il DVD del film.

Leggono una parte del libro che descrive cos’è accaduto in una scena particolare e perché, e poi vanno a vedere quella scena sul DVD e la guardano meglio, scoprendo cose che non avevano visto prima, cose che sorprendono ed affascinano. E’ un complemento davvero efficace al film, che valorizza l’esperienza che si ha dell’opera.

Questo è l’unico libro autorizzato su “La Passione”. Perché pensa che Mel Gibson abbia acconsentito a che lei raccontasse questa storia?

Padre Bartunek: Sì, è l’unico libro autorizzato sul film. Nell’introduzione Mel stesso spiega perché ha approvato questo progetto.

La gente si pone talmente tante domande sul film! Persone che l’hanno amato, persone che ne sono state confuse, che l’hanno odiato – tutti hanno domande. E tutti danno molte risposte.

Il libro dissipa la confusione e getta una nuova luce sulle risposte a queste domande.

Ci conduca con lei nella sua scena preferita del film e ci descriva perché la colpisce.

Padre Bartunek: Uno dei motivi per i quali ho deciso di scrivere il libro è stato perché avevo molte scene preferite. Non riuscirei a condensare quelle esperienze in una riga o due.

Uno degli aspetti che mi ha stupito di più è stato scoprire il vero motivo della comparsa del corvo che scende sul ladrone mentre è sulla croce. Mi ha lasciato sbalordito.

Una delle scene più affascinanti, dal mio punto di vista, è la prima, nel giardino del Getsemani. Succedono tante cose in quel luogo e tutti i motivi delle scelte di Mel sono sorprendenti.

In generale, credo che le mie scene preferite siano i flashback, come si inseriscono nella Passione e perché Mel ha scelto di includere proprio quelli. Alcuni di essi sono stati aggiunti all’ultimo minuto. E’ affascinante scoprirne il motivo.

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ZENIT Staff

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