Appello straordinario della Pontificia Accademia per la Vita in favore di Terri Schiavo

Chi ne decreta la morte commette un atto di “eutanasia diretta” e un “abuso dell’autorità giuridica”

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 13 marzo 2005 (ZENIT.org).- Monsignor Elio Sgreccia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha affermato che privare Terri Schiavo della sonda che la mantiene in vita attraverso una costante alimentazione e idratazione costituisce un atto di “eutanasia diretta” e “un abuso dell’autorità giuridica” che lede i diritti di una persona.

Il giudice della Florida, George W. Creer, ha decretato che alle 13:00 (ore locali) del 18 marzo prossimo scadranno i termini concessi per la rimozione del tubo dell’alimentazione artificiale senza il quale Terri morirà di fame e di sete nell’arco di sette o dieci giorni.

Terri Schiavo, la quarantunenne donna della Florida, che ha subito gravi danni cerebrali quando nel 1990 il suo cuore ha cessato di battere a causa di un problema alimentare, si trova attualmente ricoverata in un ospedale della zona di Tampa (Florida), e può respirare autonomamente, ma dipende da una sonda per l’alimentazione e l’idratazione.

Michael Schiavo, il marito, non vuole che sia mantenuta in vita in questo modo ed ha chiesto ottenendola da ogni ordine e grado di tribunale l’autorizzazione alla rimozione del tubo che le permette l’alimentazione.

I genitori di Terri Schiavo, Robert e Mary Schindler, al contrario rifiutano questa proposta, convinti che la loro figlia potrà recuperare le sue facoltà mentali, ed hanno chiesto a un magistrato di accordare alla figlia il divorzio dal marito accusandolo tra l’altro di adulterio.

Nel settembre 2003, una sentenza aveva decretato la sospensione dell’alimentazione artificiale. Divenuta esecutiva il 15 ottobre, tuttavia, per diretto intervento del Governatore dello Stato della Florida, Jeb Bush, la nutrizione era stata ripristinata grazie alla Terri’s law (cfr. http://terrisfight.org/), in vigore dallo scorso 21 ottobre 2003.

Successivamente, nel settembre del 2004, i sette giudici della Corte Suprema della Florida hanno decretato l’incostituzionalità della Terri’s law, affermando che è stata promulgata in violazione della separazione tra i poteri giudiziario, legislativo ed esecutivo e che il legislatore della Florida ha delegato impropriamente taluni poteri al Governatore.

“Non è abitudine di questa Accademia intervenire a sostegno di casi specifici di sofferenza umana o di minacce alla vita”, spiega monsignor Sgreccia alla “Radio Vaticana”, ma dato il “carattere esemplare” del caso della Schiavo e “l’importanza che i media hanno giustamente attribuito ad esso”, in tale circostanza il silenzio potrebbe “essere interpretato come approvazione, con conseguenze che andrebbero ampiamente oltre il caso specifico”.

“Da quanto abbiamo appreso la signora Terri Schiavo sembra trovarsi in una sorta di stato vegetativo subliminale, al limite della coscienza, che si potrebbe definire ‘stato minimo di coscienza’ (MCS)”, continua Sgreccia, ammettendo che “sfortunatamente non sono stati effettuati esami medici ufficiali e perizie sulla paziente per chiarire il suo esatto statuto neurologico”.

“Nessuna decisione sulla vita di una persona dovrebbe essere presa legalmente senza queste perizie e, quando fosse necessario, si dovrebbe procedere anche ad effettuare esami incrociati da parte di vari esperti”, ha poi dichiarato.

“Ad ogni buon conto – ha quindi sottolineato – la signora Terri Schiavo può essere considerata una persona umana vivente, priva di una piena coscienza, i cui diritti giuridici devono essere riconosciuti, rispettati e difesi”.

La rimozione della sonda gastrica per l’alimentazione “in queste condizioni, può essere considerata eutanasia diretta”, poiché essa “non può ritenersi un ‘mezzo straordinario’ e neanche un mezzo terapeutico. Essa è parte integrante della modalità in cui la signora Terri Schiavo può essere alimentata e idratata”.

Giovanni Paolo II nel “Discorso ai partecipanti al congresso su “Life-Sustaining Treatments and Vegetative State” (Roma, 17-20 marzo 2004) rilevava come “la somministrazione di acqua e cibo, anche quando avvenisse per vie artificiali, rappresenti sempre un mezzo naturale di conservazione della vita, non un atto medico”.

“Il suo uso sarà pertanto da considerarsi, in linea di principio, ordinario e proporzionato, e come tale moralmente obbligatorio, nella misura in cui e fino a quando esso dimostra di raggiungere la sua finalità propria, che nella fattispecie consiste nel procurare nutrimento al paziente e lenimento delle sofferenze”, continuava il Santo Padre.

“Per quanto ci riguarda – ha aggiunto il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita ai microfoni della emittente vaticana –, impedire a qualcuno l’accesso al cibo e all’acqua, rappresenta un modo di uccidere quella persona”.

“Tenendo in considerazione esclusivamente gli aspetti medici ed antropologici del caso, ci sentiamo in dovere di affermare che tale decisione va contro i diritti della persona della signora Terri Schiavo e costituisce pertanto un abuso dell’autorità giuridica”, ha commentato monsignor Sgreccia.

Circa i possibili effetti giuridici suscitati dalla rimozione della sonda di alimentazione, monsignor Sgreccia ha paventato che questa decisione “creerebbe un precedente giuridico e presenterebbe in realtà l’eutanasia come un diritto davanti alle Corti degli Stati Uniti. Con le gravi conseguenze che si possono facilmente immaginare per le vite di molte altre persone più o meno autonome, in questo Paese e altrove”.

“Per queste ragioni riteniamo illecita la decisione di rimuovere la sonda gastrica di alimentazione della signora Terri Schiavo”, ha infine concluso.

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ZENIT Staff

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