ROMA, mercoledì, 9 marzo 2005 (ZENIT.org).- Non è con il favorire politiche di controllo delle nascite, facilitando l’aborto e promuovendo anche l’uso del preservativo nella prevenzione dell’AIDS, che si assicura l’emancipazione femminile, sostiene Lucetta Scaraffia.
Docente di Storia Contemporanea presso l’Università di Roma “La Sapienza”, la Scaraffia, nel corso di una intervista concessa a ZENIT, ha tracciato un breve bilancio dei passi avanti compiuti nella promozione della parità di diritti per le donne, a dieci anni dalla Conferenza ONU di Pechino (1995).
La professoressa ha affermato che la situazione dell’emancipazione femminile “è ancora abbastanza negativa, ma non solo perché molti Paesi – soprattutto islamici – si rifiutano di accettare la parità delle donne, ma anche perché le agenzie ONU intervengono quasi solo per realizzare una politica di controllo delle nascite – facilitando anche l’aborto e diffondendo l’uso del preservativo per l’AIDS – e trascurano l’istruzione femminile, la garanzia della dignità delle donne ecc.”.
La Scaraffia, esperta di storia dell’emancipazione femminile, ha dedicato un volume a questo tema dal titolo: “Donne ottimiste. Femminismo e associazioni borghesi nell’Otto e Novecento” (con A.M. Isastia, Bologna, Il Mulino, 2002).
“E’ come se solo il controllo delle nascite potesse assicurare l’emancipazione femminile, e questo atteggiamento non fa che riprodurre l’oppressione, anche se modernizzata”, ha osservato.
“L’ONU è rimasta per molti aspetti legata al mito del pericolo demografico – ha poi continuato –, e all’idea che i diritti umani, per le donne, coincidano con i ‘diritti riproduttivi’, fra i quali si vuole comprendere anche l’aborto”.
“A quel che sembra da ‘Pechino dieci anni dopo’, solo la Chiesa cattolica, e in parte gli Stati Uniti, pongono ostacoli e criticano questo atteggiamento”, mentre “l’Unione Europea lo condivide pienamente”.
In merito alla constatazione che in alcuni Paesi a maggioranza islamica sta nascendo un forte desiderio di democrazia, la professoressa Scaraffia ha osservato che senza dubbio esso “porterà una vera possibilità per l’emancipazione delle donne, proprio come è successo in Europa: certo, ci vorrà un pò di tempo, soprattutto è indispensabile che venga assicurato alle donne il diritto all’istruzione”.