ROMA, domenica, 20 febbraio 2005 (ZENIT.org).- Dopo le elezioni svoltesi in Iraq, l’Arcivescovo di Kirkuk confida nel ritorno dei cristiani esiliati nel loro Paese d’origine.
“E’ nato un nuovo Iraq”, ha affermato monsignor Louis Sako in un messaggio ricevuto da ZENIT attraverso l’associazione cattolica internazionale “Aiuto alla Chiesa che Soffre”.
Per monsignor Sako “è accaduto qualcosa di importante; il nuovo Governo non è totalitario, né è costituito da un solo partito, com’è accaduto per oltre cinquant’anni. Ora sarà pluralista”.
La Commissione Elettorale indipendente ha confermato che l’alleanza sciita ha ottenuto 140 seggi, l’alleanza curda 75, la lista guidata dal presidente Allawi 40 e le altre formazioni i seggi restanti per raggiungere il numero dei rappresentanti della camera irachena, 275.
Secondo monsignor Sako, i cristiani iracheni avrebbero ottenuto circa 10 seggi nella nuova Assemblea Nazionale, motivo per il quale ci si attende che caldei ed assiri possano esercitare un’influenza politica che migliori la situazione della comunità nel Paese.
L’Arcivescovo di Kirkuk ha affermato che le elezioni hanno preparato il terreno per l’apertura di un dibattito tra le varie fazioni e possono porre fine al periodo di controllo ed oppressione che ha dominato l’Iraq negli ultimi decenni.
Nel suo messaggio ad “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, monsignor Sako ha anche segnalato che questi primi passi verso la democrazia potrebbero spingere la numerosa comunità cristiana esiliata a ritornare in Iraq.