CERQUETO, martedì, 16 novembre 2004 (ZENIT.org).- Il cardinale Renato Raffaele Martino ha tenuto il 14 novembre scorso a Cerqueto di Marsciano, in Umbria, l’omelia alla Messa per la Commemorazione del Secondo Anniversario della morte del padre Mariangelo, meglio conosciuto come frate Indovino.
Il Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha parlato di “un fratello che ci ha fatto compagnia con dolcezza e soavità, accompagnando le nostre esistenze, spesso frenetiche e tormentate, con una levità tutta francescana, capace di riconciliarci con Dio, con i fratelli e con noi stessi”.
“Con i suoi famosi calendari ha insegnato a milioni di uomini e donne il modo per rendere ricco di significati umani e spirituali il tempo e il suo inesorabile trascorrere”.
“E’ stato per tutti uno straordinario profeta evangelico della semplicità – ha aggiunto il porporato –, che proponeva uno stile di vita in grado di liberare dalle nevrosi quotidiane insegnate da una cattiva modernità che ha reso insopportabile e pieno d’angoscia il tempo della vita”.
“Una semplicità non semplice, anzi difficilissima, ma salutare, che ci rende amici di ogni creatura amata come un’icona del Creatore, donando alle mille e convulse attese del cuore umano la risposta rasserenante della gioia cristiana”, ha continuato.
“Frate Indovino - ha spiegato il cardinale - era depositario di un segreto mirabile, che, con le sue molteplici attività editoriali e caritative, ci ha trasmesso come un tesoro: scrutare i tempi con l’occhio di Dio; contemplare nello scorrere del tempo i segni della presenza misericordiosa di Dio; sentirsi, nella drammatica caducità del tempo, sostenuti e amati da Dio”.
Nel “sangue divino, che testimonia l’amore più intimo e misericordioso di Dio, frate Indovino ha trovato la sorgente inesauribile che ha alimentato la sua vita di frate cappuccino e il suo indovinato e originale apostolato”.
E cioè “la capacità di vivere e di guardare la realtà con amore e con il senso della carità, nella piena consapevolezza che tutti e tutto sono segnati per sempre e in maniera indelebile dalla pietà e dalla misericordia di Dio”.
“Lo spettacolo di Gesù crocifisso può rivelarsi, in questa congiuntura storica, la vera luce del mondo, la luce che vince le tenebre del male”, ha sottolineato il porporato.
Martino ha quindi ricordato di aver anche insignito, in veste di presidente della Fondazione Path to Peace , padre Mariangelo del titolo di “Servitor Pacis”, tributato a coloro che sacrificano letteralmente la loro vita nelle regioni più remote del mondo al fine di realizzare la pace.
“Anche frate Indovino (...) ci manda dal cielo il suo ultimo e garbato messaggio: in Dio e solo in Dio il tempo della vita personale e collettiva diventa il tempo della pace, ricco di amore e di gioia”, ha quindi concluso.
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Nov 16, 2004 00:00