Facendo un bilancio dei tre incontri con Giovanni Paolo II (1995, 2002, 2004) “posso dire – ha affermato Bartolomeo – senza voler sottovalutare le mie prime due visite a Roma, che questo incontro è stato più commovente, più umano, più fraterno”.

“E questo l’ho sentito soprattutto nel giorno conclusivo, quando ci siamo incontrati di nuovo con il Papa, abbiamo firmato la Dichiarazione comune e poi abbiamo pranzato insieme, abbiamo vissuto l’agape insieme”, ha aggiunto Bartolomeo I parlando in un ottimo italiano (ha studiato a Roma negli anni fra il 1963 e il 1968).

Il Patriarca ha poi riferito di aver avuto l’occasione di invitare il Santo Padre a recarsi a Istanbul: in quella che sarebbe la seconda visita, dopo il 1979, quando Giovanni Paolo II si incontrò con il suo predecessore, il Patriarca Dimitrios I.

“Il Papa è stato molto contento, secondo la mia impressione, di accettare questo invito. Naturalmente, deve parlare con i suoi collaboratori, ma la sua prima reazione è stata positiva”, ha commentato.

“Era molto lieto, molto contento, ed io di più", nell "prospettiva di accoglierlo da noi, a Costantinopoli, prima sede dell’ortodossia, e di poter quindi programmare insieme i nostri passi verso l’avvenire, verso il futuro delle nostre relazioni”, ha poi aggiunto sempre ai microfoni di “Radio Vaticana”.

Circa il contenuto di questo incontro con il Papa, il Patriarca ha spiegato che “è stato piuttosto di natura spirituale che protocollare. Ho questa impressione e come ho detto nella mia omelia sulla piazza di San Pietro, in questo momento, in questa tappa, l’unità, gli sforzi verso l’unità sono un evento spirituale, un evento di preghiera”.

“E, quindi, questo incontro tra il Papa e la mia umile persona è stato realizzato in questa atmosfera, in questo spirito. Perciò torno alla mia sede molto commosso e molto contento e molto ottimista per il futuro delle nostre relazioni”, ha proseguito.

Sullo stato delle relazioni tra ortodossi e cattolici, Bartolomeo ha commentato che “Le note difficoltà esistono ancora, ma c’è da ambedue le parti la buona volontà di avanzare, di continuare il dialogo, senz’altro. C’è la volontà di non interrompere il dialogo”.

“Durante la nostra conversazione con il Papa e durante le nostre conversazioni con il Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani abbiamo messo in rilievo e sottolineato di nuovo la nostra decisione di trovare le vie ed i mezzi per riprendere il dialogo teologico, che è passato attraverso una crisi, se così posso dire, dopo Baltimora”, dove si tenne una riunione nel 2000, incentrata sulla questione del cosiddetto “uniatismo”.

“Adesso abbiamo parlato con il cardinale Kasper, il presidente del Consiglio per l’Unità, ed i suoi collaboratori ed abbiamo fissato alcuni punti, alcuni metodi per poter uscire dalle difficoltà presenti e continuare senz’altro il dialogo”, ha affermato di seguito il “primus inter pares” delle chiese ortodosse.

"Il dialogo è la sola possibilità offertaci per poter risolvere i problemi che esistono ancora tra di noi. L’amicizia esiste, la fratellanza esiste ed esiste anche la decisione di avanzare e migliorare le relazioni", ha poi tenuto a sottolineare.

Di seguito il Patriarca di Costantinopoli ha posto l'accento sulla necessità di discutere “in profondità" sul "primato del Vescovo di Roma, l’infallibilità, la posizione del Vescovo di Roma nella struttura della Chiesa cristiana nel suo insieme, perché lì si trovano i punti più difficili nelle nostre relazioni, che impediscono ancora la piena comunione, la partecipazione allo stesso Calice”.

Circa il Primato petrino in un'intervista apparsa sul quotidiano “30 giorni” all’inizio di quest’anno il Patriarca di Costantinopoli aveva detto: “Secondo la percezione ortodossa è sbagliata la teoria della potestà di Pietro sugli apostoli, perché Pietro da una parte era corifeo, ma dall’altra era uno degli apostoli, ugualmente apostolo, come tutti gli altri. La superiorità di Pietro nei confronti degli altri apostoli viene messa in evidenza per giustificare un primato di potere”.

“Oltre a ciò, gli ortodossi diffidano giustamente anche di tutte le altre pretese papali, come l’infallibilità e i nuovi dogmi papali, perché, in queste pretese, vedono una deviazione dalla fede primitiva, dall’ecclesiologia della Chiesa primitiva”, aveva commentato allora.

In merito al significato dell’inaugurazione della chiesa di San Teodoro al Palatino per la Comunità ortodossa di Roma, il Patriarca ha poi raccontato a “Radio Vaticana”: “Come ho detto a Sua Santità il Papa, durante il pranzo comune, questo è stato un gesto concreto di amicizia e fratellanza tra le nostre Chiese”.

“Ho ringraziato, naturalmente, lui stesso e la venerata Chiesa di Roma. E ho detto che gesti di questo genere sono un contributo essenziale al nostro dialogo perché dimostrano che non ci limitiamo alle parole, ma procediamo anche con atti coraggiosi, simbolici, pieni di senso ed importanza”, ha poi aggiunto.

“Quando abbiamo ‘inaugurato’ ufficialmente la chiesa di San Teodoro al Palatino, la gente, e cioè ortodossi ma anche cattolici che avevano partecipato alla cerimonia, era entusiasta”.

“Ho ringraziato ufficialmente Sua Santità il Papa e la Chiesa di Roma. In futuro, la sacra arcidiocesi greco-ortodossa qui in Italia, che avrà a sua disposizione questa chiesa come simbolo di amicizia e di fratellanza, sarà testimone di questo legame spirituale che ci unisce in modo particolare qui, nella Città eterna”.

“Penso che questo gesto di Sua Santità il Papa sarà molto apprezzato al di là del Patriarcato ecumenico e di questa sua arcidiocesi: sarà apprezzato da tutta l’Ortodossia e sarà un esempio da imitare nelle relazioni ecumeniche, perché concretizza la buona volontà e la fratellanza in nomine Domini”, ha poi affermato Bartolomeo I.

Al termine della sua visita in Vaticano, Bartolomeo I, ha fatto un bilancio dei suoi incontri ricevendo nella Casa di Santa Marta, in Vaticano, dove ha alloggiato in questi giorni, un piccolo gruppo di giornalisti.

Nel corso dell’incontro, ha comunicato che: “Sarà riaperta ad Istanbul la scuola del Patriarcato ecumenico, chiusa da decenni, l'unica ‘cristiana’ della città”.

Secondo quanto riportato dall’agenzia “Asia News” Bartolomeo I avrebbe le garanzie da parte del governo il quale – ha spiegato il Patriarca – "si è impegnato a consentire la riapertura della scuola”.

Auspicando poi che ciò possa avvenire con l'inizio del prossimo anno scolastico, il Patriarca di Costantinopoli ha infine detto: "Cominceremo con la prima classe; l'anno prossimo, quando i ragazzi passeranno alla seconda, avremo la prima e la seconda, e così via".