CITTA’ DEL VATICANO, 8 marzo 2004 (ZENIT.org).- L’ateismo militante è in discesa, mentre cresce l’indifferenza religiosa e l’agnosticismo. Soprattutto nel mondo occidentale c’è un abbandono della pratica religiosa tradizionale, mentre crescono le nuove forme di religiosità.
Questi in sintesi i risultati raccolti nell’Instrumentum Laboris, che orienterà i lavori della Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Cultura, sul tema “La fede cristiana all’alba del III Millennio e la sfida della non credenza e dell’indifferenza religiosa” prevista per i giorni dall’ 11 al 13 marzo 2004.
Secondo le risposte arrivate al Dicastero da tutto il mondo sui fenomeni della non credenza e della nuova religiosità risulta che: “L’ateismo militante è in regresso e non esercita alcun influsso pubblico, se si eccettuano i regimi dove è ancora in vigore un sistema politico ateo. Si osserva, invece, il risveglio di un certo laicismo militante, specialmente in Europa”.
“E’ in crescita l’indifferenza religiosa o l’ateismo pratico. Agnostici e credenti non praticanti tendono a confondersi in una ampia fascia, in cui si vive di fatto come se Dio non esistesse: è l’ascesa dell’homo indifferens”.
La non credenza da fenomeno prettamente maschile è diventato oggi un fenomeno anche femminile.
Cala dappertutto il numero delle persone che frequentano la Chiesa. Cresce il fenomeno del credere senza appartenere. “In definitiva, – sostiene il Pontificio Consiglio per la Cultura – si ha una globalizzazione dell’abbandono delle religioni tradizionali sia per quanto si riferisce alla pratica religiosa, sia per quanto concerne l’adesione ai contenuti dottrinali e morali”.
Per rispondere a questa sfida, il Pontificio Consiglio propone una serie di azioni pastorali che si articolano attorno a diversi aspetti: la presenza pubblica della Chiesa nella società; l’iniziazione cristiana e l’istruzione religiosa; la catechesi e l’iniziazione cristiana; le istituzioni educative e l’educazione in famiglia; la via della bellezza ed il patrimonio culturale.
Così come un nuovo linguaggio per comunicare il Vangelo; un approfondimento della ragione e del sentimento; un rilancio dei Centri Culturali Cattolici; il turismo religioso e soprattutto la Via dell’amore.