Vescovi Massachussets contro pena di morte: "Offesa all'inviolabilità della vita"

Anche il cardinale O’Malley tra i firmatari della dichiarazione contro la pena capitale per Dzhokhar Tsarnaev, accusato di aver organizzato l’attentato alla maratona di Boston del 15 aprile 2013

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“La pena di morte è un’offesa contro l’inviolabilità della vita e la dignità della persona umana”. È uno dei passaggi più forti della dichiarazione congiunta redatta dal cardinale Sean O’Malley, arcivescovo di Boston, e dai vescovi del Massachusetts, contro la pena di morte per Dzhokhar Tsarnaev, l’uomo accusato di aver organizzato l’attentato alla maratona di Boston del 15 aprile 2013, che uccise  tre persone e ne ferì 264, di cui 17 hanno perso almeno un arto

“La Chiesa ha insegnato che i casi in cui l’esecuzione del colpevole è una assoluta necessità sono rari, se non praticamente inesistenti”, si legge nel documento riportato da L’Osservatore Romano.

“Come Papa Francesco ha recentemente dichiarato — prosegue il testo — la pena di morte è un’offesa contro l’inviolabilità della vita e la dignità della persona umana. Quando la pena di morte è applicata, non è mai per un crimine attuale, ma per un atto commesso in passato”. E inoltre “è applicata alle persone che non possono più causare danni poiché questa capacità è stata neutralizzata: sono già stati privati della loro libertà”. 

Proprio oggi, martedì 7 aprile – riferisce il quotidiano della Santa Sede – il processo a Tsarnaev entra in una fase cruciale: dopo le arringhe finali, i giurati si riuniscono per stabilire la colpevolezza dell’uomo, e solo dopo il responso della giuria si aprirà il dibattito per decidere o meno per la pena di morte. Tsarnaev deve rispondere di 30 capi d’accusa, 17 dei quali possono portare alla pena capitale. 

In questi giorni si sta discutendo sull’aspetto emotivo del processo e sull’importanza che la giuria si limiti a stabilire la colpevolezza o meno di Tsarnaev, senza farsi coinvolgere dal desiderio di vendetta. Nel corso del dibattimento l’accusa ha cercato di fare leva proprio su questo aspetto, descrivendo con molti dettagli gli elementi più dolorosi e cruenti dell’attentato e della morte delle vittime. 

Perché Tsarnaev venga condannato a morte — dicono fonti della stampa internazionale — sarà necessario un verdetto di colpevolezza unanime da parte della giuria: se la decisione verrà presa a maggioranza, infatti, la condanna non potrà superare l’ergastolo. 

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ZENIT Staff

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