"Pope Sylvester Baptizes Constantine" by Cristoforo Roncalli

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San Silvestro: la misericordia di Dio nella difesa della Chiesa

Acerrimo avversario delle eresie della sua epoca, battezzò Costantino e portò chiarezza nella dottrina cristiana

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Molti sanno che la fine dell’anno è il giorno di San Silvestro, pochi, tuttavia, conoscono la storia di questo grande santo della misericordia di Dio. Silvestro è stato un Papa che ha guidato la Chiesa durante un periodo di pace per i cristiani ma di grande confusione teologica e dottrinale per la Chiesa.
Gli imperatori Costantino e Licinio interruppero il lungo periodo di persecuzione e di oppressioni nei confronti della Chiesa, concedendo la libertà di culto ai cristiani e  offrendo la libertà di professare pubblicamente il loro credo religioso.
Questo grande avvenimento per la Chiesa è avvenuto con l’editto di Milano del 313, quando era Papa l’africano Milziade, il quale morì l’anno dopo questo grande evento. Il suo successore fu proprio papa Silvestro, prete della Chiesa di Roma, il quale nel 324 officiò la dedicazione ufficiale della basilica al Santissimo Salvatore (oggi chiamata basilica di San Giovanni in Laterano), e dichiarò la Chiesa e l’annesso Palazzo del Laterano Domus Dei, casa di Dio.
Papa Silvestro, insieme a Costantino, contribuì alle costruzione della Basilica Vaticana, della Basilica di San Paolo fuori del mura, della Basilica della Santa Croce di Gerusalemme, e molte chiese cimiteriali presso le tombe dei martiri, la più nota tra le quali è situata presso le catacombe di Priscilla.
Papa Silvestro è stato un custode della tradizione apostolica, difendendo l’autencità della dottrina, con la sua fedeltà pastorale all’insegnamento evangelico.
Anche se l’imperatore Costantino ha costituito una presenza invadente nella sua missione petrina, sconfinando spesso dal suo potere politico e occupandosi del governo della Chiesa universale, Papa Silvestro ha avuto la grande umiltà di rimanere in tante situazioni nelle retrovie ispirando, suggerendo e confermando le iniziative che furono realizzate in nome dell’imperatore Costantino, e manifestando il suo dissenso laddove riteneva l’iniziativa contraria alla dottrina cristiana.
Malgrado queste ingerenze della politica il popolo cristiano ha da subito riconosciuto a Silvestro la saggezza e la preduenza nel governare la Chiesa, virtù che gli valsero per la prima volta l’appellativo di “Confessore della fede”, il quale costituiva un titolo di riconoscimento della santità cristiana anche senza essere passato dal martirio fisico.
Papa Silvestro ha dovuto affrontare due eresie durante il suo lungo pontificato: il donatismo e l’arianesimo. Il Concilio di Arles del 314 rifiutò con decisione il donatismo, il quale voleva ridurre o annullare l’efficacia dei sacramenti amministrati da quei Vescovi che, durante la persecuzione di Diocleziano, avevano consegnato ai magistrati romani i libri sacri. In sostanza voleva passare il concetto che l’efficacia del sacramento dipendesse dalla dignità dell’amministrante. Anche se Papa Silvestro non partecipò fisicamente al quel Concilio, egli aveva manifestato la sua contrarietà al veleno di questa eresia.
Papa Silvestro affrontò anche l’eresia ariana, la quale non negava la Trinità, ma subordinava il Figlio al Padre (quella che viene chiamata subordinazionismo), negandone la consustanzialità (che corrisponde all’affermazione del Credo “della stessa sostanza del Padre”) che fu formulata nel Concilio di Nicea del 325. Papa Silvestro non ha partecipato a questo Concilio ma la decisione dogmatica presa durante questo evento ecclesiale fu sicuramente influenzata dalle parole del suo magistero.
Papa Silvestro può essere considerato a pieno titolo un santo della misericordia, perchè è stato un insigne difensore della dottrina dagli assalti delle varie eresie. Egli ha contribuito alla diffusione della Chiesa ed ha guidato anche dalle retrovie la barca di Pietro, conducendola tra le tempeste e le traversie di questo mondo verso il porto della fedeltà al Vangelo.
La vita di questo santo ci invita a pensare che la difesa della dottrina è un grande atto di misericordia. I nostri giorni non sono teatro di battaglie teologiche ma luogi di scontro sui pilastri fondamentali dell’esistenza umana, come la famiglia, la vita nascente, l’educazione, l’identità naturale.
La fine dell’anno ci invita a riflettere che essere strumenti della misericordia di Dio significa ai nostri giorni difendere l’istituto della famiglia naturale formata da un uomo e da una donna, rifiutare con fermezza le pratiche di fecondazione che manipolano gli embrioni umani, custodire l’identità originaria del corpo umano respingendo  l’ideologia dei gender, tutelare la sacralità della vita dal suo concepimento fino alla sua morte naturale, custodire l’integrità dell’ambiente naturale rispettando e difendendo il creato, dare voce agli scartati del mondo privati dei diritti fondamentali consoni alla dignità umana.
L’altro aspetto della misericordia che traspare dalla vita di Papa Silvestro è la sua grande umilità e l’indiscussa capacità di agire dalle retrovie anche se si viene esclusi, pur avendo il diritto legittimo di partecipazione. La situazione attuale della Chiesa ha molte similitudini con quelle al tempo di Papa Silvestro. Oggi la Chiesa viene riconosciuta come interlocutore nelle sedi istituzionali, ma rimane la maggior parte delle volte totalmente inascoltata. La Chiesa difende i diritti degli ultimi, degli emarginati e degli scartati della società venendo considerata più un soggetto politico che un autorità morale che può dare il suo contributo per un equo ordinamento della società.
Il grande insegnamento di Papa Silvestro è molto attuale all’interno di questa epoca storica, perchè operare il bene nella discrezione e nel nascondimento, scegliere l’ultimo posto o adirittura essere fuori dai centri decisionali non significa necessariamente essere esclusi, ma si può continuare la propria opera offrendo la personale testimonianza fedele alla grazia della misericordia di Dio, la quale ha la forza persuasiva di arrivare nelle profondità delle coscienze, perchè porta un messaggio di pace, di verità e di giustizia a cui ogni uomo anela.

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Osvaldo Rinaldi

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