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Quando ascoltano…

Meditazione della Parola di Dio di sabato 17 settembre 2016 – XXIV settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
Nella prima lettura, Paolo continua ad approfondire il tema della risurrezione dei morti, cercando di rispondere alle domande poste dalla comunità cristiana di Corinto. Nel Vangelo, Gesù racconta la parabola del seme e dei diversi terreni, nel momento in cui una grande folla si raduna intorno a lui, in cui gente da ogni città accorre a lui.
Meditazione
Questo radunarsi di uomini e donne intorno a Gesù ci offre la chiave di lettura alla luce della quale comprendere la parabola e la relativa spiegazione. Appare subito chiaro, infatti, che nessun terreno rappresenta coloro che rifiutano la parola di Dio: protagonista è dunque la relazione che si può instaurare tra il seme, la parola di Dio, e i diversi terreni, che rappresentano i diversi modi in cui questa parola può essere ascoltata. La folla e noi che ascoltiamo la parola di Gesù non possiamo non sentirci chiamati in causa, provocati a prendere coscienza del modo in cui ascoltiamo. Il criterio che mi può permettere di verificare il mio modo di ascoltare è lo scorrere del tempo. Apparentemente, tutte le persone che si radunano intorno a Gesù sembrano ascoltarlo, ma sarà il tempo, o meglio, lo scorrere della vita quotidiana, fatta di gioia e di dolore, a svelare la qualità dell’ascolto della parola di Dio, che si manifesta in ciò che faccio dopo aver ascoltato. Ci sono coloro che ascoltano, ma il seme non ha neanche il tempo di germogliare, dal momento che la Parola viene subito portata via, perché non giungano a credere. Ci sono poi quelli che ascoltano accogliendo con gioia la Parola, credono per un certo periodo, ma l’arrivo del tempo della prova svela la loro mancanza di radici e di umidità. Ci sono poi coloro che ascoltano e “camminano nella vita” permettendo al seme di crescere, ma in questo percorso si lasciano lentamente soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita, e non riescono a portare frutto. Infine, ci sono coloro che ascoltano la Parola, la custodiscono e perseverano nel tempo. La perseveranza, cioè la capacità di “rimanere sotto” alle difficoltà senza lasciarsi schiacciare, è ciò che permette un ascolto capace di portare frutto: potremmo dire che la “perseveranza” è il modo in cui siamo chiamati a lottare per non farci portare via la Parola ascoltata, per mettere radici e non lasciarci soffocare.
Preghiera
«Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto» (Sal 40,7): chiedo al Signore la grazia di un ascolto perseverante.
Azione
Durante la giornata, sceglierò di spegnere il cellulare, di “staccare” dai numerosi impegni, per dedicare un po’ del mio tempo ad ascoltare una persona.
*
Meditazione a cura di Marzia Blarasin, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.   

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ZENIT Staff

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