Pubblicato un libro sui "martiri dimenticati" della rivoluzione messicana

Per la maggior parte, donne cattoliche

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di Jaime Septién

ROMA, mercoledì, 16 giugno 2010 (ZENIT.org).- Padre Luis Alfonso Orozco è un esperto di storia del Messico. Nato a León, Guanajuato, è stato ordinato sacerdote nel 1996. Appartiene alla Congregazione dei Legionari di Cristo e ha svolto la sua tesi dottorale sul tema del martirio in Messico durante la persecuzione religiosa della prima metà del XX secolo. Ha appena pubblicato “Héroes sin gloria. Semblanzas de algunos mártires y heroínas de nuestro tiempo” (“Eroi senza gloria. Ritratti di alcuni martiri ed eroine del nostro tempo”, Librosenred.com, 2010).

Padre Luis Alfonso, esistono eroi senza gloria?

P. Luis Alfonso Orozco: Si tratta di persone esemplari la cui vita non viene registrata dalla storia ufficiale, ma merita di essere raccontata per l’ammirevole testimonianza della loro forza, della loro fede e per ciò che hanno fatto per il prossimo. La gloria umana vale ben poco di fronte ai meriti che ottengono il martire o i santi, che già si trovano in cielo, ma aiuta tutti noi conoscere il loro esempio di vita per stimolarci alla conquista della virtù. In tutte le epoche, gli eroi con o senza gloria ci hanno sempre esortato a lottare per il bene.

Qual è allora l’obiettivo del libro che ha appena pubblicato?

P. Luis Alfonso Orozco: Far conoscere la storia di queste persone, soprattutto di alcune donne coraggiose i cui atti eroici sono quasi sconosciuti al grande publico. Metterla davanti agli occhi del lettore perché conosca alcuni fatti di vita molto positivi, in cui l’amore per Dio e per il prossimo trionfa al di sopra dei pericoli e dell’attenzione smisurata che spesso prestiamo a ciò che ci accade in questo mondo.

Nel suo libro si nota un grande apprezzamento per le donne. La maggior parte dei casi di martirio e di comportamento eroico che narra si riferisce a donne messicane. Perché questa scelta?

P. Luis Alfonso Orozco: Il Messico è il Paese americano che conta più beati e santi, ma tra questi c’è una sola donna già canonizzata, Santa María de Jesús Venegas de la Torre (nota come “Madre Naty”). Nei libri e nelle narrazioni si parla quasi sempre di martiri o di eroi, ma la donna viene quasi dimenticata. Ho voluto riscattare alcune di queste storie poco conosciute su eroine e martiri, donne messicane grandi per il loro amore per Dio e per il prossimo. Sono recenti, hanno vissuto nel secolo scorso e portano i nostri stessi cognomi, ma sono poco conosciute.

C’è una storia che spicca per la sua bellezza umana: il caso di María Romo (“Quica”), sorella di San Toribio Romo. Che cosa ha trovato in Quica per includerla tra gli eroi senza gloria?

P. Luis Alfonso Orozco: La grandezza umana che sta dietro la semplicità e la discrezione di Quica. Se Toribio Romo e suo fratello Román arrivarono al sacerdozio, umanamente si deve in buona parte all’abnegazione nascosta e disinteressata di María “Quica”, la loro sorella maggiore, che si sacrificò per aiutarli. Abituata all’austerità e alla povertà della sua fattoria natale, Quica non pensava a sé, ma a come amare Dio e aiutare i suoi simili. Le virtù cristiane erano in lei valori sociali, perché questi valori si respiravano in modo naturale nelle famiglie numerose e cattoliche del tempo.

Aiutò i suoi fratelli minori ad arrivare al sacerdozio e continuò ad aiutare i seminaristi poveri fino alla sua morte santa a Guadalajara nel 1959. La vocazione di questa donna ammirevole fu quella di essere sorella di due sacerdoti, uno dei quali martire e santo, e madrina di molti seminaristi nel loro cammino verso il sacerdozio. E’ una storia che merita di essere raccontata, valorizzata. I resti mortali di María “Quica” Romo riposano accanto a quelli di suo fratello Toribio, nella cappella di Santa Ana de Guadalupe, Jalisco.

Tra le altre storie che lei racconta, qual è quella che l’ha più colpita e perché?

P. Luis Alfonso Orozco: Quella di Candelaria Borjas e María Ortega, due ragazze che appartenevano alle Brigate di Santa Giovanna d’Arco, perché è una storia di martirio, di eroismo e fedeltà a Dio e alla propria coscienza. Anche qui abbiamo il caso di due ragazze coraggiose i cui nomi sono quasi sconosciuti; sono passate per la storia “senza gloria” umana, ma rendendo loro un giusto omaggio in questo libro se ne propone la testimonianza come modello di vita e virtù per i giovani di oggi, che affrontano sfide per la fede simili a quelle di ieri.

Per le celebrazioni del 2010 in Messico, in quest’anno in cui si festeggiano il bicentenario dell’indipendenza e il centenario della rivoluzione del 1919, che cosa può offrire il suo libro?

P. Luis Alfonso Orozco: Almeno qualche dato attendibile per recuperare la memoria di personaggi che pur non godendo di un riconoscimento ufficiale – “senza gloria” – hanno vissuto l’avventura della propria vita con amore, sono stati fedeli a Dio e hanno servito in modo disinteressato il prossimo, nelle dure circostanze che hanno dovuto vivere perché erano gli anni della persecuzione religiosa. Gli esempi positivi ci esortano sempre nel cammino e ci incoraggiano nelle lotte che ciascuno deve affrontare. Negli anni della rivoluzione il Messico ha subito grandi calamità, ma ci sono stati anche cristiani coraggiosi che sono stati all’altezza delle circostanze e hanno lasciato un segno di amore e fede.

Quali insegnamenti lasciano ai giovani gli “eroi senza gloria” descritti nel libro?

P. Luis Alfonso Orozco: La lettura è valida per tutti, ma in particolare vorrei che queste informazioni arrivassero ai giovani, perché conoscano alcuni esempi di vita vicini a loro che li stimolino nel cammino verso la virtù. I giovani e quanti hanno un cuore giovane sono i costruttori del futuro di una Nazione.

Per acquistare il libro, http://tinyurl.com/2g8o6nl).

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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