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Papa: "Ascoltiamo i gemiti del Creato, che porta il segno triste della voracità umana"

Appello di Francesco, all’Udienza generale di oggi, a rispettare il Creato quale “impronta” di Dio

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Tutti siamo chiamati a collaborare alla realizzazione del disegno d’amore di Dio, la cui impronta è il creato. Torna su un tema a lui caro, Papa Francesco, nell’Udienza generale di stamattina, 22 febbraio 2017, in Piazza San Pietro.
Cielo grigio ma piazza gremita. Oltre 8mila i pellegrini venuti da ogni parte del mondo per ascoltare Francesco, il quale mette in guardia dall’egoismo che ci fa abusare delle meraviglie che il Signore ci ha donato.
Quando subentra l’egoismo – ha detto – “l’essere umano finisce per rovinare anche le cose più belle che gli sono state affidate”. Così accade anche per il creato. “Pensiamo all’acqua, che è una cosa bellissima, tanto importante, l’acqua ci da la vita, ci aiuta in tutto ma per sfruttare i minerali come si contamina l’acqua e si distrugge la creazione, questo è solo un esempio”, ha affermato.
Quando si “rompe la comunione di Dio”, si finisce per “corrompere la creazione, rendendola così schiava, sottomessa alla nostra caducità”, ha proseguito. Il Santo Padre indica le conseguenze di tutto ciò che sono “drammaticamente sotto i nostri occhi, ogni giorno”, tanto che “dove tutto prima rimandava al Padre Creatore e al suo amore infinito, adesso porta il segno triste e desolato dell’orgoglio e della voracità umani”.
“L’orgoglio umano sfruttando il Creato distrugge!”, ha avvertito il Papa. Il quale riprende il brano di San Paolo letto all’inizio dell’Udienza, nel quale l’Apostolo di Tarso ci invita “a prestare ascolto ai gemiti dell’intero creato”.
“I gemiti dell’intero creato, un’espressione forte. Se facciamo attenzione, infatti, intorno a noi tutto geme: geme la creazione stessa, gemiamo noi esseri umani e geme lo Spirito dentro di noi, nel nostro cuore. Ora, questi gemiti non sono un lamento sterile, sconsolato, ma – come precisa l’Apostolo – sono i gemiti di una partoriente; sono i gemiti di chi soffre, ma sa che sta per venire alla luce una vita nuova”.
Bergoglio ricorda che è ciò che avviene oggi. “Tutto attorno a noi” porta infatti “il segno delle nostre fatiche, delle nostre mancanze, delle nostre chiusure”. Tuttavia – ha aggiunto – “sappiamo di essere stati salvati dal Signore e già ci è dato di contemplare e di pregustare in noi e in ciò che ci circonda i segni della Risurrezione, della Pasqua, che opera una nuova creazione”.
Ricordando che “il cristiano non vive fuori dal mondo”, il Papa spiega che egli sa riconoscere “i segni del male”, ma nello stesso tempo “ha imparato a leggere tutto questo con gli occhi della Pasqua, con gli occhi del Cristo Risorto”.
“Quante volte anche noi cristiani siamo tentati dalla delusione, dal pessimismo… – sospira il Pontefice -. A volte ci lasciamo andare al lamento inutile, oppure rimaniamo senza parole e non sappiamo nemmeno che cosa chiedere, che cosa sperare…”.
“Ancora una volta però – ha aggiunto infine – ci viene in aiuto lo Spirito Santo, respiro della nostra speranza, il quale mantiene vivi il gemito e l’attesa del nostro cuore. Lo Spirito vede per noi oltre le apparenze negative del presente e ci rivela già ora i cieli nuovi e la terra nuova che il Signore sta preparando per l’umanità”.
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Qui è possibile leggere il testo integrale dell’Udienza generale del Papa

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Federico Cenci

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