di Bozena Sztajner/Niedziela

“Niedziela”, 90 anni di buone notizie (Prima parte)

La caporedattrice Lidia Dudkiewicz racconta come il settimanale cattolico di Czestochowa è sopravvissuto alla guerra ed al comunismo sovietico

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Il principale settimanale cattolico della Polonia si chiama Niedziela, ha sede ai piedi del Santuario della Madonna di Chestochowa e quest’anno celebra i suoi primi 90 anni. Quasi un secolo trascorso a diffondere buone notizie. Ideato dal primo vescovo di Częstochowa, Teodor Kubina, promotore di Azione Cattolica, giornalista e redattore  il primo numero della rivista fu stampato e distribuito il 4 aprile 1926.
Durante i suoi 90 anni di attività, Niedziela  è stato costretto a sospendere le pubblicazioni per tre volte. Durante la Seconda Guerra mondiale (1939-1945), nel periodo della dittatura comunista (1953-1981) e durante la legge marziale del dicembre 1981. Tra i tanti personaggi che hanno scritto sul giornale particolarmente rilevante è la scrittrice Zofia Kossak Szczucka, che nell’agosto 1942 promosse un appello ai cattolici contro lo sterminio degli ebrei e fu creatrice di un Fronte di Rinascita della Polonia, contribuendo attivamente alla nascita di “Consiglio per l’aiuto agli ebrei” per combattere la persecuzione nazista.
Attualmente Niedziela ha una tiratura di 120 mila copie settimanali, che a Natale e Pasqua sale fino a 170 mila copie. Dal 1992 pubblica libri con la “Biblioteka di Niedziela” che vanta 347 titoli di teologia, filosofia, etica, spiritualità, problematica sociale, pastorale, politologia, dottrina sociale della Chiesa, mass media. Dal 1993 pubblica e diffonde anche un giornale per bambini Moje Pismo Tęcza (Il mio giornale arcobaleno). Nel 1995 ha aperto una redazione radiofonica Niedziela FM. Dal 1997 ha un suo sito di Internet che conta oggi un milione di visite al mese. Dal 2000 esiste presso il settimanale anche lo studio televisivo TV Niedziela. 
In redazione lavorano oltre 100 persone (comprese anche le edizioni diocesane) e nel mondo si contano centinaia di collaboratori. Nella storia di Niedziela i capiredattori sono stati sempre sacerdoti: don Wojciech Mondry (1926-1937), don Stanislaw Gałązka (1937-1939), don Antoni Marchewka (1945-1953), don Ireneusz Skubis (1981-2014). Dal 1° luglio 2014 la caporedattrice è una donna: Lidia Dudkiewicz, consultore del Consiglio per le Comunicazioni Sociali presso la Conferenza Episcopale Polacca e, dal 2003, membro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Dudkiewicz ha studiato teologia e si è laureata in oligophrenopedagogia e condotto studi post-laurea, specializzandosi in giornalismo presso l’Università Jagellonica di Cracovia. A Niedziela lavora dal 1981, è stata pure editrice di diversi libri della Biblioteka, come “Le catechesi di Giovanni Paolo II”.
In occasione dell’anniversario del settimanale, ZENIT l’ha intervistata.
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Come, quando e perché ha deciso di fare la giornalista?
Dopo 35 anni di lavoro come giornalista, posso dire che forse la mia vita sarebbe stata diversa se Karol Wojtyla non fosse stato eletto Papa. Nel 1978 ero una studentessa, avevo finito i miei studi e mi stavo preparando per il  lavoro pedagogico. Nello stesso tempo studiavo teologia e partecipavo alla vita della pastorale accademica a Czestochowa. Erano tempi duri con il peso quotidiano della dittatura comunista, ma nella pastorale si viveva in un’oasi di libertà, in cui era possibile dire la verità e incontrare le persone dell’opposizione politica. In quel periodo i media erano asserviti al regime comunista ed ostili alla Chiesa Cattolica. Quando il cardinale Wojtyla divenne Papa, nella pastorale accademica abbiamo iniziato la pubblicazione di una bollettino intitolato Monitor Koscielny (Monitore Ecclesiatico) contenente le notizie della vita della Chiesa, in particolare le attività del Papa e del suo insegnamento. Il Bollettino veniva copiato e distribuito nelle parrocchie polacche e nelle comunità pastorali. Non avevamo in Polonia un’agenzia cattolica di informazioni, tutte le notizie e le informazioni le raccoglievamo ascoltando la Radio Vaticana, che a quei tempi era vietato. Si doveva fare una grande attenzione per acquisire le informazioni e trasmetterle. Poi nel 1981, grazie anche alla spinta di Solidarność è stato possibile riaprire Niedziela, dopo 28 anni in cui era state sospese le pubblicazioni. Il primo numero dopo la lunga pausa è apparso il 7 giugno 1981 e informava sul tentativo di assassinio al Papa Giovanni Paolo II (13 maggio 1981) e della morte del primate della Polonia il cardinale Stefan Wyszynski (28 maggio 1981). Fu in quella occasione che cominciai a lavorare nella redazione, fui tra le prime redattrici insieme a un gruppo di giovani della pastorale accademica. Da quel momento che ho potuto fare pratica e così mi sono specializzata nel fare la giornalista.
Immagino che non fu facile, la Polonia era sotto la dittatura e essere giornalisti soprattutto cattolici era complicato. Vero?
I primi anni di lavoro sono stati durissimi, dovevamo sostenere una lotta quotidiana con la censura di Stato, che controllava ogni numero di Niedziela prima della stampa. È stato un periodo di combattimento per raccontare la verità storica, la resistenza della Chiesa contro la dittatura, un lotta per manifestare l’anima della nazione, per difendere la vita, le famiglie, i valori e la cultura cristiana. L’Ufficio di Controllo delle pubblicazioni curava gli interessi dello Stato comunista, ed era molto attento a non far pubblicare nulla che avesse potuto creare problemi all’alleanza con l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). Ogni articolo veniva vagliato e tagliato nelle parti che avrebbero potuto creare problemi. Gli interventi della censura hanno complicato molto il nostro lavoro. Sono stati rimossi singole parole, paragrafi e interi articoli. Ad esempio nel testo, che abbiamo pubblicato nel 1984 dopo l’omicidio del beato Jerzy Popieluszko da parte dei servizi di sicurezza comunisti, l’articolo contava almeno una dozzina di tagli. Niedziela  ha avuto nella sua storia, un tempo per parlare e un tempo di silenzio. Ha sospeso le pubblicazioni durante la Seconda Guerra mondiale, dal 1939 al 1945. Poi è stato sospeso in regime comunista – questa interruzione è durata dal 1953 fino al 1981. Niedziela è stata anche sospesa per un paio di mesi il 13 dicembre 1981, quando è stata introdotta in Polonia la legge marziale.
Può spiegare ai lettori che cos’è stato e cosa è oggi Niedziela?
Niedziela è un giornale cattolico che serve e svolge la funzione di informazione e di formazione. Dall’analisi dei contenuti di Niedziela in uscita negli anni prima della Seconda Guerra mondiale mostrano che fin dall’inizio è stato un settimanale di carattere pastorale che si concentrava su questioni relative al calendario liturgico e agli eventi ecclesiali. Nondimeno venivano trattate con attenzione le questioni sociali, quali la crisi economica, la povertà e la disoccupazione. Dalla lettura di Niedziela i lettori acquisivano informazioni non solo sui problemi interni, ma anche sui problemi che affliggevano la moltitudine dei cristiani all’estero. Tanto spazio è stato dedicato al bolscevismo ateo in Oriente o poi al nazi-fascismo in Occidente. Tuttavia, la descrizione della realtà terrena teneva sempre conto della realtà trascendente. Inoltre, dopo la Seconda Guerra mondiale Niedziela è stata molto vicino alle difficoltà dei suoi lettori. Non a caso negli anni ’40 su una parte del settimanale si può leggere: “Per il cielo e per il pane”. L’ordine delle parole indica una chiara gerarchia di valori, ma dimostra anche che i redattori del settimanale cattolico tenevano in grande conto i problemi sociali, i quali possono essere interpretati e affrontati attraverso la luce del Vangelo. Uno dei problemi più grandi che affrontiamo oggi è che le agenzie di stampa, i giornali, le emittenti televisive e radiofoniche, sono concentrate in grandi gruppi per i quali il criterio della verità e dell’obiettività è meno importante del criterio di mercato. In questo contesto si comprende come molti tra i mass media servono gli interessi di particolari ideologie politiche e di gruppi economici. Ciò significa che non conta più la ricerca ella verità, bensì la propaganda del gruppo che si rappresenta. Al fine di salvare i valori umani di base, non consentire alle banche di diventare i templi del mondo e non farci  dominare in tutte le sfere della vita, la nostra idea è quella di andare contro corrente,  Per questo ci battiamo per verità e valori.
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[La seconda parte di questa intervista verrà pubblicata domani. Traduzione dal polacco di Mariusz Frukacz]

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Antonio Gaspari

Cascia (PG) Italia Studi universitari a Torino facoltà di Scienze Politiche. Nel 1998 Premio della Fondazione Vittoria Quarenghi con la motivazione di «Aver contribuito alla diffusione della cultura della vita». Il 16 novembre del 2006 ho ricevuto il premio internazionale “Padre Pio di Pietrelcina” per la “Indiscutibile professionalità e per la capacità discreta di fare cultura”. Il Messaggero, Il Foglio, Avvenire, Il Giornale del Popolo (Lugano), La Razon, Rai tre, Rai due, Tempi, Il Timone, Inside the Vatican, Si alla Vita, XXI Secolo Scienza e Tecnologia, Mondo e Missione, Sacerdos, Greenwatchnews. 1991 «L'imbroglio ecologico- non ci sono limiti allo sviluppo» (edizioni Vita Nuova) . 1992 «Il Buco d'ozono catastrofe o speculazione?» (edizioni Vita Nuova). 1993 «Il lato oscuro del movimento animalista» (edizioni Vita Nuova). 1998 «Los Judios, Pio XII Y la leyenda Negra» Pubblicato da Planeta in Spagna. 1999 «Nascosti in convento» (Ancora 1999). 1999 insieme a Roberto Irsuti il volume: «Troppo caldo o troppo freddo? - la favola del riscaldamento del pianeta» (21mo Secolo). 2000 “Da Malthus al razzismo verde. La vera storia del movimento per il controllo delle nascite” (21mo Secolo, Roma 2000). 2001 «Gli ebrei salvati da Pio XII» (Logos Press). 2002 ho pubblicato tre saggi nei volumi «Global Report- lo stato del pianeta tra preoccupazione etiche e miti ambientalisti» (21mo Secolo, Roma 2002). 2002 ho pubblicato un saggio nel nel Working Paper n.78 del Centro di Metodologia delle scienze sociali della LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma) «Scienza e leggenda, l’informazione scientifica snobbata dai media». 2003 insieme a VittorFranco Pisano il volume “Da Seattle all’ecoterrorismo” (21mo Secolo, Roma 2003). 2004 ho pubblicato insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti” (Edizioni Piemme). 2004 coautore con del libro “Emergenza demografia. Troppi? Pochi? O mal distribuiti?” (Rubbettino editore). 2004 coautore con altri del libro “Biotecnologie, i vantaggi per la salute e per l’ambiente” ((21mo Secolo, Roma 2004). 2006 insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti 2” (Edizioni Piemme). 2008 insieme a Riccardo Cascioli il libro “Che tempo farà… Falsi allarmismi e menzogne sul clima (Piemme). 2008, è stata pubblicata l’edizione giapponese de “Le bugie degli ambientalisti” edizioni Yosensha. 2009. insieme a Riccardo Cascioli “I padroni del Pianeta – le bugie degli ambientalisti su incremento demografico, sviluppo globale e risorse disponibili” (Piemme). 2010 insieme a Riccardo Cascioli, è stato pubblicato il volume “2012. Catastrofismo e fine dei tempi” (Piemme). 2011 Questo volume è stato pubblicato anche in Polonia con l’imprimatur della Curia Metropolitana di Cracovia per le e3dizioni WYDAWNICTTWO SW. Stanislawa BM.

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