Messaggio di Pasqua di Bartolomeo: "Il male si vince col bene"

Nel testo a tutto il mondo ortodosso, il patriarca di Costantinopoli riflette sulle tante situazioni di guerre e conflitti che si vivono oggi nel mondo

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“Mentre noi con gioia festeggiamo la Resurrezione del Signore, quale realtà di vita e di speranza – scrive Bartolomeo -, attorno a noi, nel mondo, sentiamo le grida e le minacce della morte, che lanciano da molti punti della terra, coloro i quali credono di poter risolvere le differenze degli uomini con l’uccisione degli avversari, fatto che costituisce anche la più grande dimostrazione della loro debolezza”.

Inizia con una nota di amarezza il messaggio che Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli, rivolge ai fedeli ortodossi, in occasione della festa di Pasqua che, secondo il calendario giuliano, si celebra con una settimana di differenza domenica 12 aprile.

Nel testo, il patriarca riflette sulle tante situazioni di guerre e conflitti che si vivono oggi nel mondo, per ribadire che “il male viene vinto attraverso il bene e mai attraverso il male”. Infatti, scrive Bartolomeo, “attraverso la provocazione della morte del prossimo, attraverso la vendetta contro l’altro, il diverso, il mondo non migliora, né si risolvono i problemi degli uomini”.

“I problemi – prosegue – si risolvono in verità col riconoscere e l’onorare il valore della persona e col rispetto dei suoi diritti. Al contrario invece, i problemi di ogni sorta vengono provocati e inaspriti dal disprezzo della persona umana e dalla violazione dei suoi diritti, soprattutto del debole, il quale deve poter sentirsi sicuro ed il forte deve essere giusto perché ci sia pace”.

​Tuttavia noi abbiamo una ceertezza, scrive il patriarca: “Cristo è risorto dai morti e ha dimostrato in questo modo la impossibilità della morte di prevalere e di provocare un mutamento costante nel mondo”.

Pertanto, “le situazioni createsi con la morte sono controvertibili, poiché, malgrado gli eventi, sono momentanee, non hanno radice e linfa, mentre è sempre presente invisibilmente, colui che ha vinto la morte per sempre, Cristo”. E noi, conclude Bartolomeo “che abbiamo la nostra speranza in Lui, crediamo che il diritto della vita appartenga a tutti gli uomini”.  

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ZENIT Staff

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