Leone XIII e sant’Antonino Fantosati tra Carpineto Romano e la Cina

di padre Pietro Messa*

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ROMA, lunedì, 24 maggio 2010 (ZENIT.org).- Il 2 marzo scorso sono ricorsi duecento anni dalla nascita di Gioacchino Pecci, ossia papa Leone XIII a Carpineto Romano (1810-2010). Un aspetto particolare da ricordare è il legame tra la famiglia Pecci, Carpineto Romano e sant’Antonino Fantosati, frate minore nativo di Trevi dell’Umbria, missionario in Cina, dove fu martirizzato nel 1900; venne canonizzato da Giovanni Paolo II il primo ottobre del 2000.

Ecco cosa scrive p. Cipriano Silvestri a questo proposito nella biografia di sant’Antonino Fantosati: «L’Umbria fu detta, ed è veramente, terra di Santi […]. È in questa terra fortunata e propriamente nelle vicinanze di S. Maria in Valle, piccola borgata della cittadina di Trevi, che il 16 ottobre 1842 nacque, in una modesta casetta ombreggiata da pioppi, il nostro futuro apostolo e Martire della Cina, da Domenico e Maria Bompadre. Il fanciullo fu battezzato lo stesso giorno, coi nomi di Antonio, Sante, Agostino. Ancora giovinetto, fu mandato a scuola da Padri francescani del vicino Convento di S. Martino. Nell’anima di Antonio si andava , però maturando lentamente qualcosa di nuovo. La piccola famiglia francescana gli appariva ogni giorno di più come la sua stessa famiglia. La decisione era presa , e avuta la benedizione e il consenso dei suoi, all’età di 16 anni vestì l’abito del Patriarca dei poveri nel solitario Convento della Spineta, in Diocesi di Todi, cambiando il nome di Antonio in quello di Fra Antonino. Dopo l’anno del Noviziato, Antonino fu mandato a Cerreto di Spoleto a compiere gli studi, e qui fece pure la professione dei Voti Solenni il 28 Luglio 1862, consacrandosi a Dio nel tempo e per l’eternità. Intanto nel settembre del 1860 le truppe piemontesi e garibaldine occupavano l’Umbria e le Marche, obbligando anche i giovani avviati al Sacerdozio ad interrompere i loro studi, e a prendere, in luogo dei libri, il saccopane, lo zaino e il fucile. Antonino, a cui arridevano altre battaglie più nobili, riparò con alcuni compagni nel Patrimonio di S. Pietro non ancora occupato, e continuò i suoi studi a Onano e a Roma, distinguendosi – come attestano i suoi compagni – “sopra tutti gli altri giovani chierici in bontà e dottrina”. A Carpineto Romano Antonino salì la prima volta l’Altare per offrire l’Ostia Santa il 13 Giugno 1865 all’età di 23 anni, assistito – come padrino – dal Conte Giovanni Battista Pecci, fratello di Leone XIII, che l’onorò poi della sua amicizia tutta la vita. Missionario in Cina, fu chiamato dalla fiducia di Leone XIII a reggere la Chiesa del Hunan Meridionale, l’anno 1892 come vescovo».

Ucciso nel 1900, fu canonizzato assieme ad un grande numero di martiri cinesi da Giovanni Paolo II il 1 ottobre del Grande Giubileo del 2000. La vita sant’Antonino Fantosati ebbe ad intrecciarsi con quella di Leone XIII e il suo paese natale, ossia Carpineto Romano, e questo proprio in occasione della consacrazione sacerdotale. Un motivo ulteriore di andare, in questo anno sacerdotale, pellegrini a Carpineto Romano, come farà il prossimo 5 settembre papa Benedetto XVI.

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*Padre Pietro Messa, Preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum.

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ZENIT Staff

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