La pastorale vocazionale è chiamata a una svolta missionaria

Si è concluso l’Incontro annuale del Servizio Europeo per le Vocazioni

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ROMA, lunedì, 6 luglio 2009 (ZENIT.org).- La pastorale vocazionale è chiamata a una svolta missionaria: E’ quanto emerge dal congresso che ha riunito a Roma, nel suo annuale congresso il Servizio Europeo per le Vocazioni (EVS), organismo della Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa per la cura e l’attenzione alle vocazioni nella Chiesa.

Questo il tema dell’annuale congresso che ha riunito dal 2 al 5 luglio, a Roma, il Servizio Europeo per le Vocazioni (EVS), organismo della Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa per la cura e l’attenzione alle vocazioni nella Chiesa.

Alla convocazione, incentrata sul tema “Seminatori del Vangelo della vocazione: una Parola che chiama e invia“, hanno risposto ottantotto delegati di 22 chiese nazionali d’Europa.

Il congresso di quest’anno è stato organizzato dal Centro Nazionale Vocazioni Italiano, presieduto da mons. Italo Castellani, Arcivescovo di Lucca, e coordinato da don Nico Dal Molin, Direttore Nazionale del CNV.

Nella sua relazione, la prof.ssa Rosanna Virgili ha ricordato che ogni vocazione dell’uomo, altro non è che la conseguenza di una vocazione “primordiale” che coinvolge Dio stesso: è Lui che, per primo, ascolta la voce dell’umanità che grida a lui e decide liberamente di coinvolgersi nelle vicende della storia del popolo d’Israele.

L’incarnazione del Verbo – ha aggiunto la biblista – rappresenta per Dio un “contro-esodo”: dalla terra promessa Dio esce, si spoglia, per entrare nell’ “Egitto” dell’umanità, fin nelle fasce più marginali ed emarginate, le stesse dove il Figlio di Dio cercherà e chiamerà i suoi primi collaboratori.

Ogni vocazione cristiana allora, altro non è che la partecipazione a questa libera scelta di Dio di stare accanto all’umanità che grida e alla quale risponde con la parola del Vangelo, ha detto.

Per questo, ha ricordato, come Gesù e come la Chiesa primitiva hanno dovuto superare i modelli e le strutture fornite dall’Antico Testamento, così anche la Chiesa dei nostri tempi è chiamata a superare senza paura modelli e strutture che le impediscono di stare accanto all’umanità che grida, portando ad essa la parola del Vangelo.

Nel prendere poi la parola il prof. Paul M. Zulehner, teologo e pastoralista della Facoltà Teologica di Vienna, ha tracciato un profilo della situazione della Chiesa nell’Europa occidentale rilevandone, oltre ad un progressivo invecchiamento anagrafico, la perdita della capacità di essere richiamo affascinante per i giovani europei.

Partendo da qui, il teologo ha sottolineato l’esigenza di ritornare a riproporre grandi visioni che aiutino l’uomo moderno, soprattutto i giovani, a trovare un sentiero su cui camminare, dall’altra l’esigenza di pensare a forme nuove per vivere il servizio ministeriale alla Chiesa e l’evangelizzazione del mondo.

Mons. Italo Castellani, Arcivescovo di Lucca e Presidente del CNV, ha invece tracciato una sintesi del cammino della pastorale vocazionale nella Chiesa Italiana a partire dal documento del 1985, dalla riflessione educativa dei Vescovi italiani del 1999 ed infine dalla scelta di dedicare il piano pastorale del prossimo decennio al tema dell’educare.

Da molti anni la Chiesa Italiana, ha spiegato il presule, prendendo come magna charta il documento “Nuove vocazioni per una nuova Europa”, sta camminando per inserire la pastorale vocazionale nella pastorale ordinaria della Chiesa, specialmente come anima dell’impegno educativo che si esprime in ambiti diversi (parrocchia, scuola, università pastorale giovanile).

Momento apice del congresso è stato l’incontro con il Papa Benedetto XVI che ha accolto il gruppo di EVS in udienza privata, ricordando che “la cura delle vocazioni costituisce per ogni diocesi una delle priorità pastorali, e assume ancor più valore nel contesto dell’Anno Sacerdotale appena iniziato”.

Riguardo al tema che ha guidato il congresso EVS il Papa ha sottolineato che “a seminare nel cuore dell’uomo è sempre e solo il Signore” e che “solo dopo la semina abbondante e generosa della Parola di Dio ci si può inoltrare lungo i sentieri dell’accompagnare e dell’educare, del formare e del discernere”.

A chiudere la serie delle relazioni ci ha pensato padre Amedeo Cencini, psicologo e formatore, che ha sottolineato in particolare come la pastorale vocazionale si identifichi con il primo annuncio della fede: la pastorale vocazionale è parte integrante del kerygma e non esiste proposta di fede, se non tradotta nell’esigenza di una proposta personale, una proposta caratterizzata vocazionalmente.

Non ci troviamo più nella situazione in cui la proposta vocazionale cadeva su un terreno già dissodato da un contesto sociale che sosteneva l’esperienza della fede, ha osservato padre Cencini. Oggi può benissimo accadere che la proposta vocazionale susciti l’esperienza della fede, e questa dinamica, pur se contraria rispetto alla tradizione secolare che ci precede, non è estranea al dinamismo della proposta di fede.

A suo avviso, importante sarebbe ricuperare la stretta relazione esistente tra formazione permanente e animazione vocazionale, perché queste due realtà si sostengono a vicenda e dipendono strettamente l’una dall’altra.

Durante il congresso l’assemblea dei direttori nazionali ha eletto il nuovo consiglio di coordinamento per il prossimo triennio: il rev. sac. Jorge Madureira , direttore del Centro Nazionale Vocazioni del Portogallo, è stato nominato coordinatore dell’EVS; mentre Vicecoordinatori sono stati nominati il rev. sac. Marek Dziewiecki, direttore del Centro Nazionale Vocazioni della Polonia, e la prof.ssa Paule Zellitch, membro permanente del Servizio Nazionale Vocazioni di Francia e capo redattrice della rivista èglise et Vocation.

Il prossimo convegno EVS si terrà a Esztergom (Ungheria) nei giorni 1-4 luglio 2010.

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ZENIT Staff

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