La notte oscura di Gesù

Siamo liberi solo se uniti a Dio spiega il Papa Benedetto XVI

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di Antonio Gaspari

ROMA, venerdì, 6 aprile 2012 (ZENIT.org).- Nel Giovedì Santo in cui la Chiesa cattolica celebra l’istituzione della Santissima Eucaristia, il Pontefice Benedetto XVI ha spiegato che in questa giornata importante c’è anche “la notte oscura del Monte degli Ulivi”, in cui Gesù sperimenta “la solitudine e l’essere abbandonato”, va incontro al “buio della morte; c’è il tradimento di Giuda e l’arresto come anche il rinnegamento di Pietro, l’accusa davanti al Sinedrio e la consegna ai pagani, a Pilato”.

Nella omelia della Messa in Coena Domini, il Papa ha precisato che “Gesù entra nella notte, che significa mancanza di comunicazione, in cui non ci si vede l’un l’altro, simbolo della non-comprensione, dell’oscuramento della verità”, al fine di “superarla e inaugurare il nuovo giorno di Dio nella storia dell’umanità”

“Sul Monte degli Ulivi – ha sostenuto il Santo padre – Gesù lotta con il Padre. Egli lotta con se stesso. E lotta per noi”. Sperimenta “l’angoscia di fronte al potere della morte”. Egli “allunga lo sguardo nelle notti del male. Vede la marea sporca di tutta la menzogna e di tutta l’infamia che gli viene incontro in quel calice che deve bere”.

Secondo Benedetto XVI “la lotta di Gesù sul Monte degli Ulivi è “un evento sacerdotale” perchè in quella preghiera di Gesù, pervasa da angoscia mortale, “il Signore compie l’ufficio del sacerdote: prende su di sé il peccato dell’umanità, tutti noi, e ci porta presso il Padre”.

Gesù dice: “Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu” (Mc 14,36). Gesù indietreggia spaventato davanti ad una cosa così immane. Chiede che ciò gli sia risparmiato. “Tuttavia, in quanto Figlio, depone questa volontà umana nella volontà del Padre: non io, ma tu”.

Il Pontefice ha sostenuto che in questo modo Gesù “ha trasformato l’atteggiamento di Adamo, il peccato primordiale dell’uomo, sanando in questo modo l’uomo”, perchè l’atteggiamento di Adamo era stato: “Non ciò che hai voluto tu, Dio; io stesso voglio essere dio. Questa superbia è la vera essenza del peccato”.

Dio appare come il contrario della nostra libertà, e le persone pensano che “obbiamo liberarci da Lui” perché “solo allora saremmo liberi”.

“È questa – ha sottolineato Benedetto XVI – la ribellione fondamentale che pervade la storia e la menzogna di fondo che snatura la nostra vita. Quando l’uomo si mette contro Dio, si mette contro la propria verità e pertanto non diventa libero, ma alienato da se stesso”.

In realtà – ha rilevato il Papa – “Siamo liberi solo se siamo nella nostra verità, se siamo uniti a Dio” allora diventiamo veramente ‘come Dio’ – non opponendoci a Dio, non sbarazzandoci di Lui o negandoLo”.

“Nella lotta della preghiera sul Monte degli Ulivi – ha concluso il Pontefice – Gesù ha sciolto la falsa contraddizione tra obbedienza e libertà e aperto la via verso la libertà. Preghiamo il Signore di introdurci in questo ‘sì’ alla volontà di Dio, rendendoci così veramente liberi”.

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ZENIT Staff

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