La digitalizzazione dei tesori delle biblioteche Bodleiana e Vaticana

Il progetto comune è stato annunciato l’11 aprile scorso

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di Anne Kurian

ROMA, mercoledì, 18 aprile 2012 (ZENIT.org) – Le Biblioteche Bodleiane dell’Università di Oxford e la Biblioteca Apostolica Vaticana hanno annunciato lo scorso 11 aprile un progetto comune mirato alla digitalizzazione dei loro rispettivi tesori.

Il progetto, promosso dalla Fondazione Polonsky, prevede la messa online di migliaia di manoscritti e di incunaboli (i primi libri stampati, detti anche “quattrocentine”) per i ricercatori e i lettori di tutto il mondo.

Per la realizzazione dell’ambizioso progetto, la Polonsky Foundation ha stanziato 2 milioni di sterline (più di 2,4 milioni di euro). Il suo fondatore, il dottor Leonard Polonsky, che desidera democratizzare l’accesso a dati ed informazioni, si è rallegrato del progetto che ha definito “emozionante”, come rivela un comunicato.

“La tecnologia del XXI secolo – si legge nella nota – offre l’opportunità di collaborazione tra le istituzioni culturali”, che in questo modo possono “condividere la loro conoscenza e competenza”.

Tre sono settori delle due collezioni saranno digitalizzati: i manoscritti greci, le stampe del XV secolo e i manoscritti ebraici. Circa due terzi del materiale proviene dalla Biblioteca Vaticana ed il resto della Bodleian Library.

L’obiettivo è quello di digitalizzare e rendere accessibili entro i prossimi cinque anni circa 1,5 milioni di pagine in formato digitale. I primi a beneficiare dello sforzo, che riunirà virtualmente supporti finora sparsi per le due collezioni, saranno gli esperti.

La bibliotecaria della Bodleian, Sarah Thomas, ha dichiarato che “le Biblioteche Bodleiane sono felici di avere l’opportunità di lavorare a stretto contatto con la Biblioteca Vaticana”.

Da parte sua, il prefetto della Biblioteca Vaticana, mons. Cesare Pasini, ha ringraziato il dottor Polonsky per “questo slancio straordinario” nell’approccio “innovativo” della digitalizzazione, diventata ormai “necessaria per i professionisti”. Si tratta – così ha detto – di “un grande passo avanti per l’ingresso della Biblioteca Vaticana nell’era digitale”.

Secondo il cardinale Raffaele Farina, bibliotecario della Santa Sede, l’iniziativa conferma e rafforza il “servizio all’umanità” reso “per quasi sei secoli” dalla Biblioteca Vaticana, conservando e mettendo a disposizione dei “tesori culturali”.

La Biblioteca Vaticana possiede attualmente circa 1,6 milioni di libri stampati, circa 80.000 manoscritti e anche 8.900 incunaboli (la quarta collezione più grande al mondo). Fra i manoscritti greci spiccano le opere di autori come Omero, Sofocle, Platone ed Ippocrate, inoltre codici del Nuovo Testamento e dei Padri della Chiesa, spesso riccamente ornati con miniature bizantine. Anche la collezione di manoscritti ebraici è una delle più grandi al mondo, con numerosi codici di grandissimo valore storico, di epoca medioevale e rinascimentale.

Il complesso delle Bodleian Libraries costituisce uno dei più grandi patrimoni librari del Regno Unito. Oltre al nucleo storico della stessa Bodleian Library (fondata nel 1602 e nota anche come la Bod), comprende le grandi biblioteche di ricerca e delle varie facoltà dell’Università di Oxford.

[Traduzione dal francese a cura di Paul De Maeyer]

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ZENIT Staff

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