L'Europa ha bisogno di un "popolo per la vita"

Prosegue a Lodz il congresso promosso dal CCEE. Vescovi, accademici e politici a confronto sui temi pro-life

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Prendendo spunto dal ventesimo anniversario dell’Enciclica di San Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae (20 marzo 1995), aprendo ieri pomeriggio i lavori del Congresso di pastorale universitaria in corso a Lodz (Polonia) fino a domenica 19 aprile, mons. Marek Jędraszewski, Arcivescovo di Lodz e Presidente della Commissione CCEE “Catechesi, Scuola, Università” che organizza l’incontro, ha spiegato il tema del Congresso (Responsabili nella vita).

“Siamo coscienti che negli ultimi venti anni sono avvenuti molti cambiamenti nella nostra cultura europea, e non sempre per il meglio, per cui la vita umana è sempre più compromessa”, ha dichiarato il presule. “Tanto più – ha proseguito – devono crescere sia la consapevolezza della Chiesa in quanto ‘popolo della vita’ sia la sua responsabilità, affinché in virtù della sua testimonianza cresca  ‘un popolo per la vita’ – ‘un popolo pro life’ nel mondo, ma soprattutto in Europa. Tale consapevolezza e il senso della responsabilità devono innanzitutto formarsi laddove si trova e si plasma il cuore della cultura contemporanea, vale a dire nelle università”.

Dal canto suo, il Nunzio Apostolico in Polonia, mons. Celestino Migliore, ha invitato gli oltre cinquanta delegati delle Conferenze episcopali d’Europa a fare proprio nel loro servizio pastorale le “quattro regole di buon discernimento” che Papa Francesco, allora card. Jorge Bergoglio, ebbe a formulare nel 2003 “guardare sempre oltre, in avanti: quel che vedi non è tutto ciò che cè; prendere sempre in considerazione l’uomo intero e tutti gli uomini; cercare sempre i mezzi più adeguati e più efficaci: infatti, di buone intenzioni sono lastricate le vie dell’inferno; e cominciare la costruzione in modo positivo, sfruttando i valori buoni e le buone azioni”.

Intervenendo al Congresso CCEE, il Rettore del Politecnico di Łódź e Vice-Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Statali della Polonia, Prof. Stanisław Bielecki, ha ricordato l’importanza del tema del Congresso. “Essere e diventare responsabili nella vita – ha spiegato il docente – è una questione importante, doverosa e impellente, che può ispirare una feconda riflessione da mettere in pratica qui e ora nell’ambito della formazione delle competenze professionali, delle personalità e dei comportamenti etici degli studenti e dei laureati. Infatti sulle loro spalle sarà riposta ben presto la responsabilità per il nostro futuro comune”.

È poi intervenuto il sindaco della città, Hanna Zdanowska, mostrando come la sua amministrazione, le autorità civili, le strutture amministrative locali, i centri educativi e le istituzioni di sanità pubblica possono a loro volta fare per essere e diventare responsabili nella vita.

Dopo l’intervento del Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, il cardinale Zenon Grocholewski, l’on. Luca Volonté, già Presidente del Partito Popolare Europeo all’Assemblea del Consiglio d’Europa, ispirandosi del pensiero di J.H. Newman, ha ricordato come l’ambiente universitario “è un luogo dove si insegna o si dovrebbe insegnare alla universalità del sapere. Ciò significa che il suo oggetto è, da un lato, intellettuale e non morale; e dall’altro, che esso è la diffusione e l’estensione del sapere piuttosto che il suo progresso”. Per raggiungere tale scopo, l’università – ha detto Volonté – “non può adempiere nel modo dovuto al suo fine, senza l’assistenza della Chiesa”.

Infatti, ricordando poi come alla base dell’idea moderna di Università vi era il “desiderio cattolico e medievale di monaci e studiosi che desideravano abbracciare, allargare la loro conoscenza a partire della bellezza dell’incontro e della loro propria vita con Cristo e con la Chiesa”, Volonté ha affermato che “l’unico vero carburante ecologico per le scoperte universali, sono le vite vissute dentro l’esperienza della fede cristiana”. Per Volonté “l’uomo di verità che vive sinceramente la propria umanità sino in fondo e dunque contagia il mondo, lo cambia perché non si piega agli stereotipi del mondo, al politically correct”.

Ecco qui la chiave di volta per Luca Volonté “questo incontro con l’esperienza cristiana che ‘centra’ la vita e ogni aspetto dell’esperienza, la pretesa cristiana che di per sé interessa ogni istante della vita, è la più grande scoperta e il più impressionante allargamento della conoscenza, è toccare e sentirsi parte dell’universalità del cosmo”.

Rivolgendosi poi direttamente agli operatori di pastorale universitaria, l’ex Presidente del PPE li ha esortati nella loro missione ad “aprire questa finestra sul cosmo dei giovani talenti, tanti dei quali varcano la soglia delle università con le sole ambizioni personali, è una di quelle missioni cruciali e importanti per il futuro della umanità”. Per Volonté “la ricerca di senso della vita e del futuro, la comprensione della ‘compagnia’ di Cristo e della gioia di questo incontro, la sperimentazione della ‘amicizia in azione’ o condivisione, di cui voi stessi siete e sarete testimoni, potrà decidere del bene e del male d’intere generazioni”.

L’ex europarlamentare italiano ha poi ricordato come proprio in università ha scoperto la sua vocazione politica “le ragioni e la passione di impegnarmi per gli altri, per il bene degli altri a partire dal desiderio di bene mio proprio”. Come nell’esperienza universitaria, così nella politica, perché ciò avvenga, sono necessarie “non solo la preghiera, ma anche la amicizia e la compagnia di persone che aiutino nel momento delle scelte, sostengano nelle difficoltà e gioiscano nelle vittorie. Perché la politica è certamente scuola di dottrina sociale della chiesa, è certamente coscienza retta, ma è soprattutto vita di fede e di chiesa”. Così per Volonté, Essere responsabili nella vita può tradursi anche per alcuni “nell’impegno politico” ed è compito della pastorale universitaria aiutare gli studenti ad incontrare ‘il politico’, “il testimone che possa dire con le sue parole e con il suo entusiasmo che è possibile, è stato possibile nella propria vita, vivere la bellezza della fede e la bellezza del servizio della politica”.

I lavori si sono conclusi nella serata con la celebrazione dell’Eucarestia presieduta da mons. Stanisław Gadecki, Presidente della Conferenza episcopale polacca.

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ZENIT Staff

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