L'arte del demonio è occupare lo spazio della libertà

Il corso “Esorcismo e preghiera di liberazione” del Regina Apostolorum prosegue con la testimonianza di sacerdoti, psicologi e studiosi del fenomeno delle sette

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È un bilancio positivo quello che emerge dai primi tre giorni del Corso Esorcismo e preghiera di liberazione che si sta svolgendo a Roma, in questa settimana dal 13 al 18 aprile, presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.

Il direttore dell’Istituto Sacerdos Padre Pedro Barrajon ha ricordato, durante la prima presentazione, che lo stesso Giovanni Paolo II in una catechesi del 1986 disse del demonio che “la sua azione primaria è soprattutto la tentazione degli uomini al male, […] non è escluso però che in certi casi lo spirito maligno si spinga a esercitare il suo influsso non solo sulle cose materiali, ma anche sul corpo dell’uomo, per cui si parla di possessioni diaboliche”.

Dopo un approfondimento teologico del demonio nella Sacra scrittura, nelle religioni orientali e perfino nell’Islam, durante la seconda giornata l’esorcista Francesco Bamonte ha tenuto una lezione sul discernimento dell’azione straordinaria del demonio: “Tutto ciò che nel mondo umano supera le possibilità naturali dell’uomo, se non proviene da Dio, proviene da Satana: non esistono stati intermedi”, ha affermato nella sua relazione chiarendo le false pretese della parapsicologia che pretende di spiegare in termini naturali tutti i fenomeni fuori dal normale “attribuendoli a presunti poteri nascosti della mente e all’inconscio e escludendo a priori l’intervento di Dio o di Satana nella vita dell’uomo: l’uomo può superare i propri limiti naturali solamente sotto l’azione del demonio o di Dio: l’azione del demonio ha però sempre un fine distruttivo, anche se tale fine non emerge subito”.

Mons. Helmut Moll ha di seguito messo a fuoco i segni e i sintomi dell’ossessione diabolica descritti nel Rituale Romano, accompagnati sempre da un’avversione esagerata o da un’angoscia inspiegabile di fronte al sacro.

Subito dopo l’intervento in cui il prof. Matteo Marti, tossicologo e farmacologo, ha descritto gli innumerevoli tipi di sostanze stupefacenti e psicoattive utilizzate all’interno dei gruppi spiritualisti e nei culti distruttivi, la prof.ssa Anna Maria Giannini, docente di psicologia presso l’università degli Studi di Roma La Sapienza e Direttore dell’Osservatorio Nazionale di Psicologia della legalità, ha descritto le tecniche e gli effetti psicologici della manipolazione mentale all’interno delle sette: “Tra il guru e l’adepto si instaura un rapporto di potere, e le modalità comunicative sono caratterizzate da forte asimmetria: non sono pari, perché il guru è il possessore unico della verità e delle informazioni di cui la vittima ha bisogno, e la vittima ne dipende totalmente; questa forte asimmetria serve a schiavizzare l’altro: le persone infatti sono volutamente tenute una situazione di dipendenza forte, all’interno di una logica da cui diventa sempre e sempre più difficile uscire”. Il guru inoltre si presenta sempre “con un immagine di onnipotenza, si rende attraente, inizialmente valorizza l’altro, e lo influenza lasciandogli la sensazione di essere libero di scegliere”.

Il responsabile del Servizio Antisette della Comunità Giovanni XXIII Don Aldo Buonaiuto, nel mettere in guardia dal proliferare dei gruppi settari, ha infine dichiarato che “le sette più pericolose non sono le sette sataniche, ma quelle che non si definiscono sataniche in modo esplicito”: le iniziazioni avvengono anche attraverso dei circuiti “molto subdoli”, come ad esempio “le psicosette, dove ci sono tra i più grandi esperti di tecniche manipolazione mentale. […] Patrocinate a volte dai Ministeri, le psicosette si presentano con un ‘bombardamento di comprensione’ verso tutti e verso il male che si sta vivendo”, senza stabilire preclusioni per nessuno, ma mostrando “una love bombing e un’apertura che dà l’immagine della massima libertà, perché l’arte del demonio è occupare lo spazio della libertà”.

Inoltre, ha concluso il responsabile, a cadere intrappolati nelle sette sono spesso persone che soffrono, “magari per un problema di salute: la disperazione può portare all’irrazionalità più inaudita”, per questo “si vedono persone non di ceti sociali bassi, ma di ceti medio alti correre dai personaggi più impensati, maghi e santoni”: “le persone corrono ovunque e da chiunque quando la scienza medica dice di non poter curare”.

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ZENIT Staff

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