L'adozione come rimedio alla tratta di esseri umani

In alcuni paesi sottosviluppati, i bambini non sono nemmeno segnalati all’anagrafe. Ciò permette di falsificare la loro identità rendendoli “prede appetibili” di traffici illegali

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La tratta di essere umani è un fenomeno molto diffuso nei nostri tempi. Ogni giorno si apprende tristemente di traffici di persone per la prostituzione, il commercio di organi, la schiavitù del lavoro minorile, il turismo sessuale. Tutte questi sfruttamenti della persona, compiute da organizzazioni criminali prive di qualunque forma di scrupolo, distruggono la dignità di tantissimi essere umani.

Vista la diffusione del fenomeno, la società civile e la stessa Chiesa si stanno domandando su come combattere questo piaga dolorosa che sta flagellando silenziosamente vaste fasce della popolazione del mondo.

E i primi da tutelare sono proprio i bambini. Non tutti gli stati hanno avuto la possibilità di organizzarsi con forme di protezione dell’infanzia per garantire un sostentamento alle famiglie maggiormente disagiate. Questa lacuna delle istituzioni nazionali ha dato spazio alle organizzazioni criminali, che sfruttano le tante situazioni di povertà per trarne grandi profitti economici.

Se i governi delle nazioni possono trovare giustificazioni di non avere fondi necessari per affrontare le difficoltà economiche del loro paese, non esiste tuttavia alcuna giustificazione nel lasciare nell’anonimato la vita di tante persone.

Ad esempio, in tanti paesi del continente africano, i bambini non vengono nemmeno segnalati all’anagrafe. Essi sono completamente sconosciuti allo stato. Questa situazione rende questi bambini prede appetibili di traffici illegali, perchè permette di compiere falsificazioni della loro identità, facendo perdere con facilità le tracce delle loro origini.

Una prima risposta a questo problema sarebbe quello di sensibilizzare ogni paese a individuare forme di controllo, perchè ogni bambino nato possa essere riconosciuto per la sua vera identità e appartenenza. Un organizzazione sanitaria che tuteli l’accompagnamento dalla nascita, sarebbe un segno di grade umanità, che aiuterebbe a sconfiggere la piaga delle morti della madri durante il parto, e garantirebbe una identità certa a quel bambino. Tutelare la vita nascente e la vita della mamma, è sicuramente una prima forma di sostegno indispensabile. E’ necessario impiantare una cultura della vita e combattere la cultura della morte, la cultura dello scarto.

Un altra modo per controllare e curare la crescita umana dei bambini è quella della scolarizzazione. In tanti paesi del mondo la scolarizzazione è un diritto negato ai bambini. Le scuole dell’infanzia sono completamente assenti, e la scuola primaria diventa un lusso. La frequenza scolastica non solo sottrae i bambini alla crudeltà del lavoro minorile. ma aiuterebbe a controllare la loro crescita umana dentro la famiglia di origine.

E laddove le nazioni più povere riescono a garantire il diritto ad avere una identità conosciuta e il diritto alla scolarizzazione, un grandissimo contribuito può essere dato dai paesi più ricchi. Il sostegno a distanza, attraverso progetti di sviluppo per le popolazioni locali disagiate, costituisce una valida forma di cooperazione per garantire una sana indipendenza per una intera comunità.

In tutto questo l’adozione a distanza costituisce una forma di aiuto fondamentale per garantire i diritti necessari dei bambini ed dei ragazzi di quel paese. sottraendoli alle grinfie delle mafie locali.

Ma non sempre si riesce a garantire un futuro ai bambini facendoli rimanere nella loro terra natale. Delle volte è necessario ricorrere all’adozione internazionale, perchè non esiste altra soluzione. Non tutti sanno che sono pochissimi i bambini che vanno in adozione perchè totalmente orfani: in questo stato di totale solitudine spesso esistono persone della cerchia familiare disposte a prendersi cura di quel minore.

Diversa la situazione in cui la famiglia biologica vive una condizione di disagio non solo economico, ma anche umano e sociale. L’uso di sostanze psicoattive determinano un effettiva impossibilità a compiere la missione genitoriale. Molto spesso queste situazioni non sono possibili da sanare, e quindi ricorrere all’adozione significa garantire un futuro a quei bambini e adolescenti che hanno il diritto ad avere una vita dignitosa.

Ma quanti bambini che vivono per la strada sono costretti a procurarsi ogni giorno il necessario per vivere, perchè non sono accuditi dalle istituzioni locali in quanto ritenuti un costo sociale troppo alto da pagare.

All’adozione accedano solo una piccolissima parte dei minori che hanno avuto, tra le tante disgrazie della vita, la grazia di essere tutelati da uno stato che ha accertato il loro effettivo stato di abbandono. Da questo dolorosa constatazione è possibile una rinascita di questi bambini e adolescenti, rendendoli disponibili all’accoglienza di famiglie, di ogni parte del mondo, disposte a prendersi cura di loro.

Anche qui, l’invito alle istituzioni nazionali ed internazionali è pressante, perchè non si può tacere davanti alla situazione attuale di grande indiferrenza. Una verifica dello stato di ogni bambino che vive per la strada è una possibilità di dare un futuro a quella vita umana. Abbattere i confini degli stati, chiudere aiuto a tutto il mondo per occuparsi della crescita dei fogli nati nella propria terra, significa creare un mondo davvero globalizzato, dove globalizzazione non diventa sinonimo di sfruttamento ma di solidarietà.

Così potremmo vincere il paradosso, di cui siamo tristemente spettatori oggi, e ribaltare quella assurda situazione di vedere che esistono più famiglie disposte ad adottare rispetto a bambini che necessitano  di andare in adozione. 

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Osvaldo Rinaldi

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