Il Papa ai Vescovi brasiliani: curare la formazione dei futuri sacerdoti

Perché possano assistere la nuova generazione secolarizzata

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CASTEL GANDOLFO, lunedì, 7 settembre 2009 (ZENIT.org).- Curare in modo particolare la formazione dei futuri sacerdoti perché possano rispondere alle esigenze della generazione nata dall’ambiente ecclesiale secolarizzato che si è sviluppato negli ultimi decenni è la consegna che Benedetto XVI ha lasciato questo lunedì rivolgendosi ai Vescovi dell’Ovest del Brasile.

I presuli sono giunti a Roma in occasione della loro visita ad limina apostolorum al Papa e alla Curia romana, primo dei tredici gruppi di Vescovi che arriveranno in rappresentanza del Brasile, la cui Conferenza Episcopale (CNBB) riunisce oggi l’episcopato più grande del mondo (più di 400 presuli per 272 circoscrizioni ecclesiastiche).

“Solo il cuore grande di Dio può conoscere, custodire e guidare la moltitudine di figli e figlie che Egli stesso ha generato nella vastità immensa del Brasile”, ha ammesso il Pontefice, sottolineando come le dimensioni del Paese rappresentino una difficoltà per “servire e animare pastoralmente” i fedeli, “molti dei quali convivono con i problemi propri di una urbanizzazione relativamente recente, in cui lo Stato non sempre riesce a essere uno strumento di promozione della giustizia e del bene comune”.

“Non vi scoraggiate! – ha esortato il Papa -. Ricordatevi che l’annuncio del Vangelo e l’adesione ai valori cristiani, come ho affermato di recente nell’Enciclica Caritas in Veritate, ‘è elemento non solo utile, ma indispensabile per la costruzione di una buona società e di un vero sviluppo umano integrale'”.

Formare sacerdoti santi

Ricordando che “in Brasile, gli operai nella messe del Signore continuano a essere pochi per la raccolta, che è grande”, Benedetto XVI ha sottolineato che in questo contesto “resta veramente essenziale un’adeguata formazione di quanti sono chiamati a servire il Popolo di Dio”.

Per questo motivo, ha approfittato del suo discorso per riflettere con i Vescovi dell’Ovest brasiliano sulla sollecitudine propria del ministero episcopale, “che è quella di generare nuovi pastori”.

“Sebbene sia Dio l’unico capace di seminare nel cuore umano la chiamata al servizio pastorale del suo popolo, tutti i membri della Chiesa dovrebbero interrogarsi sull’urgenza intima e sull’impegno reale con cui sentono e vivono questa causa”, ha osservato.

Nei decenni successivi al Concilio Vaticano II, ha ammesso, “alcuni hanno interpretato l’apertura al mondo non come un’esigenza dell’ardore missionario del Cuore di Cristo, ma come un passaggio alla secolarizzazione, scorgendo in essa alcuni valori di grande spessore cristiano, come l’uguaglianza, la libertà e la solidarietà, e mostrandosi disponibili a fare concessioni e a scoprire campi di cooperazione”.

“Si è così assistito a interventi di alcuni responsabili ecclesiali in dibattiti etici, in risposta alle aspettative dell’opinione pubblica, ma si è smesso di parlare di certe verità fondamentali della fede”.

“Inconsciamente si è caduti nell’autosecolarizzazione di molte comunità ecclesiali”, che, “sperando di compiacere quanti erano lontani, hanno visto andare via, defraudati e disillusi, coloro che già vi partecipavano”.

Benedetto XVI ha quindi sottolineato che c’è “una nuova generazione nata in questo ambiente ecclesiale secolarizzato che, invece di registrare apertura e consensi, vede allargarsi sempre più nella società il baratro delle differenze e delle contrapposizioni al Magistero della Chiesa, soprattutto in campo etico”.

Sono proprio i giovani di questa nuova generazione “a bussare oggi alla porta del seminario e ad aver bisogno di trovarvi formatori che siano veri uomini di Dio, sacerdoti totalmente dediti alla formazione, che testimonino il dono di sé alla Chiesa, attraverso il celibato e una vita austera, secondo il modello di Cristo Buon Pastore”, ha dichiarato.

Per questo, il Papa ha invitato i Vescovi dell’Ovest del Brasile “a riprodurre nella propria vita la carità di Cristo Sacerdote e Buon Pastore, come fece il santo Curato d’Ars”.

Allo stesso modo, ha esortato a seguire l’esempio di San Giovanni Maria Vianney anche nel prendere “come modello e protezione della propria vocazione la Vergine Madre, la quale rispose in modo unico alla chiamata di Dio, concependo nel suo cuore e nella sua carne il Verbo fatto uomo per donarlo all’umanità”.

Il Brasile ha 170 milioni di abitanti, il 74% dei quali cattolici.

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ZENIT Staff

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