Il mulo di Cappadocia

“Ogni tua preoccupazione, ogni tuo peso, ogni tuo peccato gettalo su di me, carica tutto sulle mie spalle e… sarai libero di … amare”

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Per dare una serie di conferenze, mi trovavo in un paese della provincia dell’Aquila e precisamente a Cappadocia. Avevo un’ora di tempo fra un intervento e l’altro. Ne approfittai per un saluto al parroco, proveniente dal Ruanda, padre Ildefonso.

Mentre mi congedavo da lui, salutandolo nella piazza del paese, la mia attenzione fu catturata da un monumento particolare, eretto proprio davanti alla sua chiesa; monumento al mulo, “fedele compagno di lavoro per molti abitanti di questa terra”.

Una magnifica opera d’arte per un grazie ai molti servizi del mulo, preziosa bestia da soma; un “taci e tira”-“taci e porta”- “taci e sopporta”, direbbe Hippy, l’amico alpino.

Sul dorso vedi, in evidenza, assestati sul basto, tutti i pesi che di solito l’alpino o il boscaiolo gli addossano e che il mulo è chiamato a portare: fasci di legna, lo zaino dei viveri, armi e munizioni. Liberi e alleggeriti da ogni peso ingombrante, gli uomini possono agevolmente con scioltezza scalare la montagna.

“Tu, Andrea, – mi domanda a bruciapelo l’amico ruandese – tu, che stai dettando un corso di spiritualità alle religiose di Petrella, ricavi qualche insegnamento da questo mulo?”

Eh, sì! Il mulo è la bestia che nasce e vive per portare i pesi degli altri e per donare scioltezza a chi deve salire la montagna. I pesi degli altri, il mulo li sa portare in silenzio.

Colgo nella Bibbia un comando: “portate gli uni i pesi degli altri”; ma soprattutto mi sento dire da Gesù: “Ogni tua preoccupazione, ogni tuo peso, ogni tuo peccato gettalo su di me, carica tutto sulle mie spalle e…sarai libero di…amare.

Io sono colui che prende su di sé i peccati del mondo. Vi sciolgo da questi pesi  perché, come il mulo, siate liberi e disponibili a portare i pesi  di chi vi sta accanto”.

Ciao da p. Andrea

Per richiedere copie dei libretti di padre Andrea Panont e per ogni approfondimento si può cliccare <a href=”http://www.mondocrea.it/itriflessioni/story%24data=riflessioni&num=1229″>qui.

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Andrea Panont

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