Il grande dono dell'Eucaristia

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, domenica, 19 agosto 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Il discorso di Gesù sul pane di vita tocca, nei versetti del Vangelo di Giovanni proclamati in questa domenica, il momento più esplicitamente eucaristico. Sfidando il rischio d’essere frainteso, il Signore dice apertamente che “il pane consacrato” che mangiamo nella santa Messa, è la sua carne; è cioè quel suo corpo che i discepoli vedranno inchiodato sulla croce, per la salvezza di tutti gli uomini. Perciò noi, ricevendo quel pane, “mangiamo” veramente la carne di Cristo e diveniamo partecipi di ciò che egli ci ha meritato con la sua morte redentrice: la salvezza eterna. Di più, già fin d’ora, mediante l’Eucaristia, siamo introdotti in un’intimità unica con il Figlio di Dio: noi rimaniamo in Gesù e lui rimane in noi come fonte di vita.

Meditazione

Accogliendo l’esortazione di san Paolo, impegniamoci a “fare buon uso del tempo”estivo, per “intrattenerci tra noi (almeno la domenica) con salmi, inni, cantici ispirati; rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo”.Ecco, secondo l’Apostolo, i sentimenti con i quali dovremmo partecipare all’Eucaristia domenicale, anche in chiese che in questo periodo sono quasi deserte. In ogni Messa, infatti, si rinnova il sacrificio di Cristo e noi possiamo “mangiare la sua carne, per avere la vita eterna”.Nella celebrazione eucaristica riceviamo da Dio un dono grande, e tramite essa possiamo dare a lui l’unico ringraziamento adeguato. Non a caso “eucaristia” è il termine greco che traduce quel “rendimento di grazie”cui faceva riferimento l’Apostolo. Atto così importante da trasformare in Cristo il nostro modo di vivere.In questo senso esistenziale dobbiamo intendere «la vita eterna» promessaci da Gesù. Una vita che avrà la sua pienezza dopo la nostra morte e risurrezione, ma che ci è data già qui, su questa terra. Gesù lo dice chiaramente: «Chi mangia la mia carne ha [al presente] la vita eterna, e rimane [fin d’ora] in me ed io in lui». Ed è proprio l’accostamento tra il rito sacramentale espresso nel verbo “mangiare”e l’atteggiamento di fede espresso con “rimanere”, ad invogliarci ad una partecipazione assidua e consapevole al banchetto che Cristo, Sapienza eterna, ha imbandito per i discepoli che credono in lui. Ed anche se dobbiamo riconoscerci in quegli “inesperti e privi di senno”che egli gratuitamente invita, sappiamo che, “ricolmi dello Spirito Santo” e nutrendoci ad ogni Eucaristia, possiamo finalmente vivere la nostra intera esistenza “per Cristo, con Cristo e in Cristo, a gloria di Dio Padre”.

Preghiera

Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi: nutrici e difendici, portaci ai beni eterni nella terra dei viventi. Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo nella gioia dei tuoi santi. Amen. Alleluia (dalla sequenza Lauda Sion). 

Agire

Oggi cercherò di vivere più profondamente il ringraziamento dopo la comunione, per sentire com’è vero che “Gesù rimane in me ed io in lui”.

Meditazione del giorno a cura di P. Salvatore Piga, osb tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it          


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ZENIT Staff

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