Il virus e la cura. Papa Francesco, da bravo medico delle anime, li ha indicati entrambi oggi durante l’Angelus in piazza San Pietro. Il primo sono i “falsi messia”, ovvero tutti i “leader di questo mondo, santoni, stregoni, personaggi che vogliono attirare a sé le menti e i cuori, specialmente dei giovani”. La seconda è la “Misericordina”, un ‘medicinale’ per la salute del cuore e dell’anima, contenuto in un in una scatoletta del tutto simile a quella dei farmaci, composta da un rosario, un’immaginetta della Divina Misericordia, un ‘bugiardino’ con la posologia e le istruzioni d’uso.
Il Papa ha pubblicizzato la simpatica iniziativa per l’Anno della Fede, dopo la recita dell’Angelus. Nella catechesi prima di introdurre la preghiera mariana, il Pontefice si era soffermato invece sul Vangelo di questa domenica (Lc 21,5-19) che riportava la prima parte del discorso di Gesù sugli ultimi tempi.
«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra» disse Cristo, a Gerusalemme, alla gente che davanti al Tempio ne commentava la bellezza. Parole, queste, che suscitarono curiosità e un certo sgomento: “Quando accadrà questo? Quali saranno i segni?”. Ma Gesù, ha spiegato Papa Francesco, “sposta l’attenzione da questi aspetti secondari alle vere questioni”: innanzitutto, “non lasciarsi paralizzare dalla paura” e, poi, “vivere il tempo dell’attesa come tempo della testimonianza e della perseveranza”.
Il discorso di Cristo “è sempre attuale, anche per noi che viviamo nel XXI secolo” ha affermato Bergoglio. Soprattutto il monito a non lasciarsi ingannare da tutti quelli che verranno nel Suo nome – ha rimarcato il Pontefice -“è un invito al discernimento” nei riguardi di tutti quei “falsi salvatori, che tentano di sostituirsi a Gesù”. Cristo “ci mette in guardia” e lo dice forte e chiaro: «Non andate dietro a loro!», non andate dietro a queste personalità che spiccano nel mondo odierno, e che ne impongono una loro personale visione.
Ma il Signore – ha aggiunto Francesco – “ci aiuta anche a non avere paura”: di guerre, rivoluzioni, calamità naturali, epidemie. Egli “ci libera dal fatalismo e da false visioni apocalittiche”. Fermi in questa certezza, i cristiani non si lasciano spaventare da “prove dolorose e persecuzioni” che, come preannuncia Cristo stesso, i discepoli subiranno a causa Sua. È più forte infatti la promessa: «Nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto», la quale – ha evidenziato il Papa – “ci ricorda che siamo totalmente nelle mani di Dio”.
Quindi “le avversità che incontriamo per la nostra fede e la nostra adesione al Vangelo sono occasioni di testimonianza” che “non devono allontanarci dal Signore, ma spingerci ad abbandonarci ancora di più a Lui, alla forza del Suo Spirito e della sua grazia” ha detto il Pontefice. Lo dimostrano i tanti fratelli e sorelle cristiani che soffrono persecuzioni a causa della loro fede. “Ce ne sono tanti – ha osservato il Santo Padre – forse molti di più dei primi secoli”. Ma “Gesù è con loro” e “anche noi siamo uniti a loro, con la nostra preghiera e il nostro affetto”, e con “ammirazione per il loro coraggio e la loro testimonianza”.
Alla luce di questo, la promessa di Gesù – «Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita» – appare una “garanzia di vittoria”: un richiamo – ha affermato il Vescovo di Roma – “alla speranza e alla pazienza, al saper aspettare i frutti sicuri della salvezza, confidando nel senso profondo della vita e della storia”. “Le prove e le difficoltà – ha concluso – fanno parte di un disegno più grande”, ma “il Signore padrone della storia, conduce tutto al suo compimento. Nonostante i disordini e le sciagure che turbano il mondo, il disegno di bontà e di misericordia di Dio si compirà!”.
Dopo la preghiera dell’Angelus, Papa Francesco ha salutato i numerosi pellegrini presenti in San Pietro e ha ricordato la comunità eritrea in Roma, che celebra oggi la festa di San Michele, e la “Giornata delle vittime della strada”. “Assicuro – ha detto – la mia preghiera e incoraggio a proseguire nell’impegno della prevenzione, perché la prudenza e il rispetto delle norme sono la prima forma di tutela di sé e degli altri”.
Infine, con grande stupore dei pellegrini, Bergoglio ha annunciato: “Non voglio fare il farmacista, ma voglio consigliare a tutti un medicina speciale”, utile a “concretizzare i frutti dell’Anno della Fede, che volge al termine”. Ha tirato fuori quindi la scatoletta della Misericordina, che alcuni volontari hanno poi distribuito in 20.000 copie man mano che si svuotava la Piazza.
“C’è una corona del Rosario – ha spiegato il Papa – con la quale si può pregare anche la ‘coroncina della Divina Misericordia’, aiuto spirituale per la nostra anima e per diffondere ovunque l’amore, il perdono e la fraternità”. “Non dimenticatevi di prenderla – ha esortato – perché fa bene al cuore, all’anima, a tutta la vita”.
L’iniziativa ha dei precedenti in Polonia. Nasce infatti da un’idea dei seminaristi polacchi devoti a santa Faustina Kowalska, la suora polacca iniziatrice del culto della “Divina misericordia”, che ha tanto influenzato il Beato Giovanni Paolo II. A promuoverla adesso è stato l’elemosiniere pontificio, mons. Konrad Krajevski, il quale l’ha presentata al Papa che, entusiasta, ne ha approvato la distribuzione. Prodotta in migliaia di esemplari e in quattro lingue (italiano, spagnolo, inglese e polacco), la “Misericordina” – recita il ‘bugiardino’ – va usata “come mezzo di prevenzione”, da assumere una volta al giorno o, in casi urgenti, “tante volte quante chiede la tua anima”.