Dal 19 al 21 settembre nella Repubblica di San Marino verrà messo ai voti “il diritto di poter vivere anche prima di nascere”. Sono cinque le Istanze d’Arengo (petizioni di iniziativa popolare per cui è sufficiente la firma di un solo cittadino sammarinese) a chiedere che l’aborto sia depenalizzato nei casi di “violenza, minorenni, patologie o malformazioni, pericolo per la salute della madre, emarginazione o disagio sociale”.
In caso anche una sola istanza dovesse passare, il Governo sarebbe obbligato a tenerne conto ed entro il semestre successivo a dover approvare una legge apposita.
L’Associazione Papa Giovanni XXIII che ha seguito la vicenda, ricorda che già nel 2014 il Consiglio Grande e Generale composto da 60 consiglieri – l’equivalente del nostro Parlamento – ha respinto un’istanza di depenalizzazione dell’aborto con 23 voti a favore, 27 contrari e due astenuti.
Cosa succederà nei prossimi giorni nella piccola Repubblica di San Marino, rimasta insieme a Malta, l’unica nazione dove il bambino nella pancia della mamma – “il più povero tra i poveri”, come lo definiva Santa Madre Teresa di Calcutta – ha diritto alla vita?
Attualmente il Governo di coalizione, a maggioranza democristiana, è caduto e il 20 novembre ci saranno nuove elezioni. “È quindi altissimo il rischio che venga violato l’attuale diritto alla vita dal concepimento”, secondo l’Associazione Papa Giovanni XXIII.
Di fronte a questo attacco al bambino non ancora nato, “le associazioni e le aggregazioni laicali della Diocesi di San Marino – Montefeltro vogliono offrire il loro contributo al dibattito pubblico sul valore della vita”, si legge nel comunicato stampa rilasciato alla stampa nei giorni scorsi.
Vogliono offrirlo innanzitutto con un opuscolo che verrà consegnato a mano a tutti i consiglieri oggi, 16 settembre, in occasione di una conferenza, spiega Enrico Masini dell’Associazione Papa Giovanni XXIII. La brochure contiene le riflessioni delle associazioni e aggregazioni laicali sulla vita.
Stasera è prevista poi una conferenza pubblica alle ore 21.00 presso la sala Montelupo di Domagnano, dal titolo “UNO DI NOI: affinché nessuno sia lasciato indietro – Riflessioni e testimonianze sulla tutela e la promozione della vita e della maternità nella Repubblica di San Marino”.
Infine verranno presentate due Istanze d’Arengo che intendono precisare meglio il rispetto della vita dal concepimento e tutelare meglio la maternità.
“A San Marino l’aborto è considerato un reato contro la persona (non contro la stirpe come era in Italia). Quindi il concepito è persona! La pena prevista è simile a quella per l’omicidio ma non mi risulta sia stata mai comminata”, precisa Enrico Masini.
“Nell’unico ospedale di San Marino non si abortisce ma lo si può fare gratis su semplice richiesta nella vicina Rimini” aggiunge il rappresentante dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, che sottolinea l’andamento controcorrente della piccola Repubblica che vede una seppur lieve crescita della popolazione. A San Marino gli immigrati sono pochissimi.
“Passo di civiltà ” viene chiamata la depenalizzazione del reato di aborto e la sua legalizzazione. Mentre viene definito “violenza”, “coercizione ” il fatto che non sia possibile uccidere il bambino nella pancia della mamma, perché non è desiderato, oppure perché è malato, oppure perché la mamma è in situazione di disagio sociale. Questo si trova nelle 5 proposte di legge pro aborto che utilizzando, come sempre, il tema drammatico della violenza sessuale tentano di legittimare l’aborto.
La risposta delle associazioni e aggregazioni laicali alle varie situazioni di fragilità della donna sono concrete: una serie di realtà già esistenti che affrontano le problematiche in modo più rispettoso della vita di madre e figlio; lo sforzo di individuare soluzioni alternative ancora più adeguate; il supporto di “un’adeguata legislazione e la presenza di una comunità che si mette accanto a chi vive situazioni problematiche facendosi carico di aiutare il nascituro, la donna e la famiglia, anche attraverso la sinergia tra pubblico e mondo del volontariato”.
Per realizzare questo progetto le associazioni e aggregazioni laicali cattoliche danno “disponibilità ad una collaborazione e confronto costruttivo con tutti”.
“L’introduzione nella legislazione sammarinese della pratica dell’aborto in particolari situazioni” è l’occasione, secondo le aggregazioni e associazioni laicali della diocesi di San Marino- Montefeltro, per aprire “un dialogo sul tema della difesa della vita, quella del bambino e della madre, ma anche quella del malato e dell’anziano, insomma della vita dal concepimento fino al suo termine” che sia “basato però sulla ragione e non su posizioni ideologiche”.
“San Marino ha fortemente iscritta nella propria tradizione e identità nazionale la difesa della libertà, l’accoglienza della persona e la tutela della sua incolumità, particolarmente dei deboli e di chi si trova in stato di necessità”, si legge sul comunicato stampa. Per questo “oggi a San Marino si presenta l’occasione per esercitare questa sua singolarità, mostrandola a tutto il mondo: chi ha più bisogno di essere accolto e di trovare protezione di una madre in attesa e del proprio bambino? In un mondo dove la maggioranza degli Stati ha abbracciato una cultura individualistica e dello scarto che non rispetta la vita, il nostro piccolo Stato ha una responsabilità universale e può diventare una luce di speranza, un Paese in cui si afferma una diffusa cultura della vita, fondata prima di tutto sulla ragione”.
San Marino, Fortezza di Guaita - Wikimedia Commons
Il diritto del concepito a rischio anche a San Marino
La piccola Repubblica considera l’aborto un reato penalmente perseguibile, ma ora cinque istanze vogliono legalizzarlo. La battaglia della diocesi e dell’associazionismo cattolico