Il cardinale Vallini dedicherà sabato la chiesa parrocchiale di Santa Caterina da Siena

Il complesso progettato dagli architetti Rosario ed Ernesto Maria Giuffrè si trova nel quartiere romano Appio Latino

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Dopo oltre quarant’anni d’attesa e tre anni di lavori, il prossimo sabato 16 novembre gli abitanti del quartiere Appio Latino, tra via Satrico e via Vetulonia, celebreranno la prima liturgia eucaristica nella chiesa parrocchiale di Santa Caterina da Siena, a via Populonia. L’occasione sarà offerta dalla Messa di dedicazione che il cardinale vicario Agostino Vallini presiederà alle ore 16. Tra i concelebranti, il vescovo ausiliare del settore Est, monsignor Giuseppe Marciante, e il parroco don Humberto Gómez Giraldo, che guida questa comunità dal 2000.

«Sarà una festa per tutti gli abitanti del quartiere che aspettano questa chiesa da oltre quarant’anni. Infatti la parrocchia è sta eretta nel 1971 – racconta don Humberto – ma l’edificazione del complesso ha trovato sin dagli inizi mille difficoltà. A iniziare dal terreno destinato alla costruzione, che risultò essere zona archeologica con vincolo paesaggistico. Così si cominciò a celebrare le funzioni religiose presso la cappella delle Suore della Misericordia, mentre le attività pastorali e formative si svolgevano in alcuni prefabbricati collocati su un terreno donato al Vicariato dai padri Marianisti (istituto religioso maschile Società di Maria, ndr)». E aggiunge: «Il fatto che il luogo di culto e quello delle attività fossero separati è sempre stato un problema anche perché il quartiere è già di per sé diviso in due dal pesante traffico che dalla Piramide porta alla Tangenziale Est».

«Più il cammino è difficile e più è bello arrivare alla meta», afferma a tale proposito monsignor Liberio Andreatta, direttore dell’Ufficio diocesano per l’edilizia di culto. «La costruzione della parrocchia è stata molto sofferta – spiega il sacerdote – ma ci abbiamo sempre creduto perché quando una comunità si trova nella precarietà, a vivere la propria vita pastorale in una piccola chiesa in prestito, e poi vede realizzata la sua parrocchia, sa di aver raggiunto un traguardo importante. È come quando una famiglia mette su casa, perché la parrocchia è la casa della comunità, in cui possono incontrarsi i bambini, le famiglie, tutti gli abitanti».

Il complesso parrocchiale di Santa Caterina da Siena è stato progettato dagli architetti Rosario ed Ernesto Maria Giuffrè. «Nei nostri obiettivi – spiegano – c’è stata fin da subito la volontà di creare uno spazio urbano all’interno del quartiere. L’aula liturgica è concepita come un elemento che si inserisce all’interno del costruito lasciandolo vedere, tant’è che prende luce da una finestra a nastro che corre a tre metri di altezza e va su per altri tre metri, quasi fosse un matroneo». Simili a piazze gli spazi esterni del complesso: ce ne sono due sul tetto dell’edificio sacro, a cui si accede da una scalinata che parte direttamente da via Pupulonia. Una costruzione in verticale, «come nelle chiese medievali», sottolinea Rosario Giuffrè, resa necessaria anche dalla conformazione del terreno su cui sorge la parrocchia e dai numerosi vincoli presenti. «Lo spazio, quando fu acquistato dal Vicariato – ricorda l’architetto -, era un parco cittadino completamente chiuso e abbandonato. La superficie totale era di circa tremila metri quadrati ma quella per edificare si è ridotta di oltre la metà per i vincoli posti dalla sovrintendenza archeologica e dalle norme del vecchio piano regolatore». Dalla costruzione, in mattoni romani e intonaco, svetta il campanile a traliccio rosso. Lo stesso colore della cancellata che da sabato sarà aperta a tutti i fedeli.

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ZENIT Staff

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