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Giocare col cane

Giocare è bello, non come fine a sé stesso, ma come occasione per stabilire e mantenere un rapporto amichevole con le persone che frequentiamo

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È curioso, ma vero. Vivevo da pochi giorni in una casa dove Fido, il cane presidiava minaccioso la proprietà. Benché fosse nota la mia paura dei cani, il padrone di casa mi invitava ad uscire nel giardino per far amicizia con “la belva”. Ma come?
Mi mise in mano un pallone sgonfio, esortandomi a gettarlo verso Fido appena l’avessi visto. Così feci cercando di superarmi. Il cane appena vede il pallone mi dà un’occhiata e insegue il pallone addentandolo e portandomelo festosamente fino ai piedi. Compresi che voleva giocare con me.
Diedi allora timidamente la prima pedata al pallone, accorgendomi dell’interesse con cui l’animale cercava di indovinare la direzione che avrei impresso al pallone col piede. Ne seguì un concitato inseguimento, e, per l’ennesima volta Fido mi riportò festosamente fino ai piedi la palla.
Mai avrei pensato di dovermi trovare a giocare con un cane. Ma, pur di stabilire con lui un rapporto amichevole e sereno, mi ci adattai volentieri.
Ogni giorno così, tutte le volte così. Era quasi uno scotto da pagare se volevo serenamente far quattro passi nell’ampio giardino adiacente la villa.
Man mano che giocavo con Fido, m’accorsi che a lui interessava sì il pallone, ma, da varie sue reazioni, scoprìì che gli importava soprattutto la mia amicizia. Tant’è vero che quando a me non interessava più il pallone, anche lui lo trascurava e mi seguiva comunque scodinzolando.
Ho imparato che giocare è bello, non come fine a sé stesso, ma può diventare un’ottima occasione per stabilire e mantenere un rapporto amichevole con le persone che frequentiamo.
Ciao da padre Andrea
***
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Andrea Panont

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