Dove c'era un buco adesso c'è una Chiesa

Dal degrado di un vasto buco ad una Chiesa dove la spiritualità genera un oasi di recupero ambientale e sociale

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La Chiesa è stata costruita in una zona densamente edificata, a circa dieci minuti dalla Basilica Lateranense, nel bel mezzo di edifici alti circa nove piani risalenti agli anni ’50-’60.

Le dimensioni dell’area, di forma rettangolare sono circa settanta per cinquanta metri.

Dall’incrocio tra via Populonia e via Vetulonia sono visibili le mura romane nel tratto, non lontano dalla via Appia Antica, compreso tra porta San Sebastiano e Porta Latina.

Dove adesso c’è la Chiesa con gli uffici parrocchiali prima c’era un fosso profondo sei metri e ricettacolo di rifiuti.

L’edificio con tratti romanici e scale e terrazze lo fanno sembrare un moderno castelletto medievale.

Per capire come è stato possibile trasformare una spazio degradato in un Chiesa, centro di spiritualità e di attività sociali, ZENIT ha intervistato Ernesto Giuffrè, il giovane architetto che ha pensato e realizzato l’opera. 

Come è stato possibile passare da un buco profondo sei metri alla costruzione di una Chiesa? Vuoi raccontarci come si è sviluppata l’idea e come si è arrivarti a realizzare questa oasi dello spirito nel bel mezzo del quartiere?

Tutto è partito dall’idea di mettere in diretto contatto la Chiesa con il quartiere, dunque da subito la progettazione del sagrato come una piazza urbana da scoprire e da fruire. L’andamento non lineare dei fronti della Chiesa, le sedute ricavate sul prospetto, le parti coperte dagli elementi aggettanti, tutto ciò ha permesso di ricavare uno spazio “vivo”, che spingesse le persone ad essere condiviso socialmente. Anche nella progettazione della facciata principale in realtà si è deciso di non “disegnare” la facciata della Chiesa, ma la facciata dell’intero complesso, con una fusione inscindibile tra Aula e Opere.

Riguardo allo spazio sacro dell’Aula, l’idea è stata proprio quella di inserirsi all’interno del “vissuto del quartiere”, delle facciate secondarie dei palazzi, e da qui la finestra a nastro che circonda tutta l’Aula, da cui “si vede e si è visti”.

Non sono un esperto ma mi sembra di capire che la Chiesa e gli uffici per le attività pastorali della parrocchia sono costruiti con una base coerentemente romanica e poi sviluppata uìin una sorta di catsello mnedievale, con scale che salgono e scendono armonicamente. E’ così?

Si l’idea è stata quella di definire una città nella città, e data la conformazione dell’area, abbiamo deciso di sviluppare una tipologia verticale, sfruttandone la possibilità di creare spazi che si rincorressero visivamente l’uno con l’altro.

La base della Chiesa e dell’edificio è irregolare. Come hai fatto a costruire armonicamente un edificio che è per la gran parte asimmetrico?

Lavorando con rimandi continui alle varie geometrie, ad esempio le travi del soffitto dell’aula sono inclinate come la cappella feriale, ed in questo modo subito entrando, la persona sente che lo spazio laterale partecipa attivamente alla costruzione del luogo e non è solo un “ingrandimento”.

Perchè così tante finestre alle pareti, e così tanti terrazzi? Volevi dar luce ad un edificio che è circondato per tre lati da grandi palazzi?

I terrazzi sono lo spazio della vita “pubblica” del complesso, come le strade  e le piazze di una città.

Inoltre c’è anche un motivo ambientale, la presenza di spazi esterni, in alcuni casi anche protetti dal sole diretto e dalla pioggia permette un controllo naturale della ventilazione e del raffrescamento degli spazi interni. Un po’ come le grosse scalinate coperte dei palazzi napoletani.

In che modo hai risolto il problema del riscaldamento e refrigerazione indipendente per ogni stanza? 

Attraverso fan coil (pompe di calore) controllabili singolarmente.

I lettori non hanno visto la chiesa, potresti descrivere i marmi i colori, l’altare, il fonte battesimale, il collegamento con il cielo, e le finestre che da diverse parti dell’edificio si affacciano sulla Chiesa?

Il disegno dell’Altare riprende, sintetizzato, il prospetto principale della chiesa, come se entrando si accede in uno spazio che mi fa comprendere che un luogo mi porterà ancora in un’altro, la Chiesa nella Chiesa.

Per identificare i punti focali degli arredi si è deciso di utilizzare il Marmo rosso Francia sui punti più significativi dei singoli oggetti: la croce sull’altare, l’ottagono del battistero, il piano di lettura dell’ambone.

Il rosso è ripreso anche all’esterno nel campanile e nella striscia centrale che percorre tutta l’Aula dal Portale ad i gradini del presbiterio.

Ugualmente la recinzione esterna rossa, è un segnale che fa capire al passante distratto che lì c’è una Chiesa.

Come è stata progettata questa chiesa?

Con grandissimo amore!

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Antonio Gaspari

Cascia (PG) Italia Studi universitari a Torino facoltà di Scienze Politiche. Nel 1998 Premio della Fondazione Vittoria Quarenghi con la motivazione di «Aver contribuito alla diffusione della cultura della vita». Il 16 novembre del 2006 ho ricevuto il premio internazionale “Padre Pio di Pietrelcina” per la “Indiscutibile professionalità e per la capacità discreta di fare cultura”. Il Messaggero, Il Foglio, Avvenire, Il Giornale del Popolo (Lugano), La Razon, Rai tre, Rai due, Tempi, Il Timone, Inside the Vatican, Si alla Vita, XXI Secolo Scienza e Tecnologia, Mondo e Missione, Sacerdos, Greenwatchnews. 1991 «L'imbroglio ecologico- non ci sono limiti allo sviluppo» (edizioni Vita Nuova) . 1992 «Il Buco d'ozono catastrofe o speculazione?» (edizioni Vita Nuova). 1993 «Il lato oscuro del movimento animalista» (edizioni Vita Nuova). 1998 «Los Judios, Pio XII Y la leyenda Negra» Pubblicato da Planeta in Spagna. 1999 «Nascosti in convento» (Ancora 1999). 1999 insieme a Roberto Irsuti il volume: «Troppo caldo o troppo freddo? - la favola del riscaldamento del pianeta» (21mo Secolo). 2000 “Da Malthus al razzismo verde. La vera storia del movimento per il controllo delle nascite” (21mo Secolo, Roma 2000). 2001 «Gli ebrei salvati da Pio XII» (Logos Press). 2002 ho pubblicato tre saggi nei volumi «Global Report- lo stato del pianeta tra preoccupazione etiche e miti ambientalisti» (21mo Secolo, Roma 2002). 2002 ho pubblicato un saggio nel nel Working Paper n.78 del Centro di Metodologia delle scienze sociali della LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma) «Scienza e leggenda, l’informazione scientifica snobbata dai media». 2003 insieme a VittorFranco Pisano il volume “Da Seattle all’ecoterrorismo” (21mo Secolo, Roma 2003). 2004 ho pubblicato insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti” (Edizioni Piemme). 2004 coautore con del libro “Emergenza demografia. Troppi? Pochi? O mal distribuiti?” (Rubbettino editore). 2004 coautore con altri del libro “Biotecnologie, i vantaggi per la salute e per l’ambiente” ((21mo Secolo, Roma 2004). 2006 insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti 2” (Edizioni Piemme). 2008 insieme a Riccardo Cascioli il libro “Che tempo farà… Falsi allarmismi e menzogne sul clima (Piemme). 2008, è stata pubblicata l’edizione giapponese de “Le bugie degli ambientalisti” edizioni Yosensha. 2009. insieme a Riccardo Cascioli “I padroni del Pianeta – le bugie degli ambientalisti su incremento demografico, sviluppo globale e risorse disponibili” (Piemme). 2010 insieme a Riccardo Cascioli, è stato pubblicato il volume “2012. Catastrofismo e fine dei tempi” (Piemme). 2011 Questo volume è stato pubblicato anche in Polonia con l’imprimatur della Curia Metropolitana di Cracovia per le e3dizioni WYDAWNICTTWO SW. Stanislawa BM.

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