Da Robert Schuman al domani

Sabato 16 novembre, dalle ore 09.30 alle ore 18.00, convegno sul Servo di Dio organizzato dalla Pontificia Università Gregoriana

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Santità e politica, un matrimonio impossibile? Se ne discuterà sabato 16 novembre alla giornata di studio «Da Robert Schuman al domani. Sequela di Cristo e impegno politico» organizzato dalla Pontificia Università Gregoriana.

L’anniversario dei 50 anni dalla morte del Servo di Dio Robert Schuman, uno dei “padri fondatori” dell’Europa Unita, assume particolare importanza nell’attuale necessità di riappropriarsi dell’identità europea. La Dichiarazione Schuman (9 maggio 1950) risulta ancora oggi un appello di formidabile attualità: «La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. […] L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto».

Dopo il saluto del Rettore Magnifico, aprirà la giornata il Card. Jean-Louis Tauran (Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso) proprio a partire dalla domanda «Santità e politica: una contraddizione?» a cui risponderà idealmente l’intervento conclusivo su «Coraggio e Politica» dell’On. Bruno Le Maire(Deputato dell’Eure).

Nel corso della seconda mattinata si concentreranno gli interventi sul profilo politico e spirituale di Schuman, tratteggiati dal Postulatore della causa di beatificazione, il premostratense P. Bernard Ardura, e dal Dott. Jacques Paragon(Presidente dell’Institut Saint-Benoît-Patron de l’Europe).

Nel pomeriggio, invece, ci si orienterà verso le sfide poste alla vita cristiana dal presente europeo e italiano con gli interventi di Mons. Alain Lebeaupin (Nunzio apostolico presso l’Unione Europea) e di Don Rocco D’Ambrosio (Professore di Filosofia Politica, Facoltà di Scienze Sociali – Gregoriana). «Non si smette mai di pensare al ruolo dei cattolici in politica», avverte il Rev. D’Ambrosio, riflettendo sul contributo dei cristiani alla storia della vita politica italiana. «A volte sono gli eventi che incalzano, a volte è la tentazione di ritornare al passato e ripresentare la DC, in genere quella peggiore, in nuova versione. A volte è solamente il desiderio di rispondere all’Apostolo: “non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rm 12, 2)».

Le relazioni si svolgeranno in lingua francese e italiana, con traduzione simultanea. I convegnisti si ritroveranno inoltre domenica 17 novembre, presso la chiesa di San Luigi dei Francesi, per la celebrazione eucaristica alle ore 10:30.

Il Programma in italiano: http://goo.gl/dJKka3

Le programme en français: http://goo.gl/JKUnLn

PROFILO BIOGRAFICO

Lo statista Robert Schuman (1886-1963), apprezzato avvocato e ministro degli Esteri francese tra il 1948 e il 1952, è considerato uno dei padri fondatori dell’unità europea. Deportato in Germania nel 1940, riuscì a fuggire due anni dopo, unendosi alla resistenza francese. Quando, dopo la guerra, assunse la carica di ministro degli Esteri, non mostrò mai alcun risentimento. Le sofferenze inflitte dal nazismo lo avevano semmai convinto che l’unità dell’Europa poteva avere basi salde solo poggiandosi su una riconciliazione duratura con la Germania.

Tre furono le parole chiave della politica di Schuman per la nascente Federazione europea: “creatività” e “concretezza” per costruire una credibile “unità”. In collaborazione con Jean Monnet redasse la Dichiarazione Schuman, pronunciata il 9 maggio 1950, giorno ancora oggi considerato come la data di nascita dell’Unione europea. Schuman proponeva il controllo congiunto della produzione di carbone e acciaio, cioè delle principali materie prime per l’industria degli armamenti. La proposta di fondere le produzioni franco-tedesche aveva come obiettivo non tanto un comune vantaggio economico, quanto il risanamento del contrasto secolare tra due potenze, trasformando la rivalità in collaborazione. «La solidarietà di produzione in tal modo realizzata – sostenne Schuman nello storico discorso nelSalon de l’Horologe du Quai d’Orsay a Parigi – farà sì che una qualsiasi guerra tra la Francia e la Germania diventi non solo impensabile, ma materialmente impossibile».

Schuman informò del Piano il cancelliere tedesco Adenauer, che subito vi riconobbe un’opportunità per la pace in Europa e lo accolse favorevolmente. Poco tempo dopo aderirono anche i governi di Italia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi. I sei Stati firmarono l’accordo per la creazione della CECA (Comunità del Carbone e dell’Acciaio) a Parigi, nell’aprile del 1951. In questo senso, l’Europa si fonda su un’iniziativa di pace.

Schuman sostenne inoltre la formulazione di una politica europea di difesa comune e fu presidente del Parlamento europeo dal 1958 al 1960. Fu proclamato Servo di Dio nel maggio 2004, con la conclusione del processo diocesano.

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ZENIT Staff

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