San Giovanni in Laterano - Foto © Wikimedia Commons - Michal Osmenda, CC BY-SA 2.0

Chiara Corbella Petrillo: Apertura della fase diocesana della Causa di Beatificazione e Canonizzazione

Comunicato stampa del Vicariato di Roma – Ufficio stampa e comunicazioni sociali

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Venerdì 21 settembre, alle ore 12, nella basilica di San Giovanni in Laterano, al via l’inchiesta diocesana per la giovane romana morta nel 2012, all’età di 28 anni: aveva ritardato le cure per un carcinoma perché incinta. Nel pomeriggio una Messa a San Lorenzo fuori le Mura Avrebbe festeggiato i dieci anni di matrimonio con il suo Enrico il prossimo 21 settembre, CHIARA CORBELLA PETRILLO. Invece, venerdì prossimo si aprirà ufficialmente la fase diocesana della sua causa di beatificazione e canonizzazione.
Il cardinale vicario ANGELO DE DONATIS, a mezzogiorno, presiederà il rito, che si terrà eccezionalmente nella basilica di San Giovanni in Laterano, poiché si attengono centinaia di partecipanti. Saranno presenti il postulatore padre ROMANO GAMBALUNGA nonché i membri del Tribunale diocesano che istruiranno l’inchiesta: il delegato episcopale monsignor GIUSEPPE D’ALONZO, il promotore di giustizia don GIORGIO CIUCCI, il notaio attuario MARCELLO TERRAMANI e il notaio aggiunto GIANCARLO BRACCHI.
Durante la mattinata sarà distribuita la preghiera in cui si chiede l’intercessione della Serva di Dio autorizzata dalla Chiesa. L’apertura della fase diocesana potrà essere seguita in diretta su Telepace (canale 73 o 214 del digitale terrestre a Roma e canale 515 di Sky; in streming su www.telepace.it), e sarà condivisa sul sito http://www.chiaracorbellapetrillo.it/ e sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/chiaracorbellapetrillo/.
Alle 16 verrà celebrata una Messa nella basilica di San Lorenzo fuori le Mura. «Il 13 giugno 2012 moriva a Pian della Carlotta (Manziana) la Serva di Dio CHIARA CORBELLA – scrive DE DONATIS nell’editto che dà il via alla causa –, laica e madre di famiglia, sposa e madre di grande fede in Dio. Dopo essersi sposata il 21 settembre 2008 si trovò ben presto a vivere situazioni davvero difficili quali la morte di due figli piccoli, poco dopo le nascite. Durante la terza gravidanza, a CHIARA fu diagnosticato un tumore. Le eventuali cure avrebbero avuto conseguenze mortali sul bambino che portava in grembo, ma l’attesa ne avrebbe compromesso l’efficacia». Non ebbe dubbi: «Decise di portare a compimento la gravidanza» prosegue il cardinale, ripercorrendo la biografia della giovane romana, morta a soli 28 anni.
«La sua oblazione – si legge ancora – rimane come faro di luce della speranza, testimonianza della fede in Dio, Autore della vita, esempio dell’amore più grande della paura e della morte». Postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione è padre ROMANO GAMBALUNGA, carmelitano scalzo. «La fama di santità è suscitata sempre dallo Spirito Santo – spiega –. C’è un disegno di Dio che ci indica questa persona, le sue vicende e il suo modo di affrontare la vita come possibile modello di ispirazione per i credenti. Da un punto di vista umano possiamo poi cercare di capire perché susciti questo interesse, questa simpatia e perché impatti la vita di tante persone, anche lontane dai confini del nostro Paese. Questo – prosegue il religioso – succede perché CHIARA era una ragazza normale, piena di interessi, amava viaggiare, suonava il violino e il pianoforte. Aveva avuto un fidanzamento come quelli di tutti, anche travagliato, fatto di mollarsi e riprendersi. Ma in tutto quello che lei vive, fin da bambina, grazie all’educazione profondamente cristiana, è sostenuta dalla preghiera. Nella sua storia personale risplende la luce del Vangelo, è Vangelo vissuto, vivente».
A cinque anni dalla morte della giovane madre viene fondata l’Associazione Chiara Corbella Petrillo per avviare e supportare la causa di beatificazione e canonizzazione. Il rito di venerdì, per il presidente MASSIMILIANO MODESTI, significa «che la Chiesa riconosce ufficialmente CHIARA come una buona compagna di viaggio verso il Cielo. Ora l’annuncio della Buona notizia, può trovare in lei ancora più di prima una strada preferenziale per raggiungere il cuore e la vita delle persone».

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ZENIT Staff

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