All’Angelicum, Master in "Religioni e spiritualità non convenzionali"

Intervista con il Decano della Facoltà di Teologia di questa Università

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ROMA, giovedì, 12 ottobre 2006 (ZENIT.org).- La cattedra istituita dalla Facoltà di Teologia della Pontificia Università San Tommaso d’Aquino (PUST) e dal Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa (GRIS) ha organizzato per l’anno accademico 2006-2007 un Master in “Religioni e spiritualità non convenzionali”.

Per comprendere la natura e gli scopi di una proposta formativa così particolare, ZENIT ha intervistato padre Marco Salvati, Decano della Facoltà di Teologia della PUST.

Qual è lo scopo e l’oggetto di un Master così originale?

Salvati: Il Master è una proposta formativa offerta dalla ‘Cattedra di Religioni e spiritualità non convenzionali’ (RSNC). Quest’ultima è stata istituita dalla Facoltà di Teologia della Pontificia Università San Tommaso di Roma (nota col nome di Angelicum) in collaborazione con il Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa (GRIS). Il Master è un programma di conoscenza e di studio, è un approccio di alto profilo culturale, che riguarda le numerose forme di religiosità o spiritualità cosiddette ‘alternative’. Il Master prevede corsi, seminari, conferenze ed altre attività di studio. I Docenti sono studiosi specialisti della materia; essi guideranno gli studenti nella conoscenza dei problemi generali e particolari, delle tematiche, dei gruppi e dei movimenti che sono l’espressione concreta delle cosiddette religioni e spiritualità non convenzionali.

Cosa si intende per spiritualità non convenzionali e che differenza c’è con le religioni?

Salvati: Col nome di spiritualità non convenzionali, insieme a quello di ‘religioni’, vogliamo riferirci a quelle forme di apertura al trascendente, di ricerca dell’ulteriorità o del ‘divino’ che si differenziano in modo evidente e talvolta voluto dalle religioni ‘tradizionali’ o ‘storiche’. Ci riferiamo anche a quelle esperienze, antiche o recenti, che hanno attinenza con le convinzioni genericamente religiose o spirituali delle persone. Come ricordava il Card. Paul Poupard, in occasione dell’inaugurazione della ‘Cattedra RSNC’ (18 maggio 2006), quella delle religioni e spiritualità non convenzionali è “una realtà complessa, difficile da definire, dai tanti volti cangianti, con molte e differenti manifestazioni che permeano le culture e fungono, allo stesso tempo, da mercati e veicoli di convinzioni, idee, atteggiamenti e comportamenti”.

Nella medesima occasione, il Cardinale Poupard li definiva anche “fenomeni della cultura globale emergente, le cui prospettive di chiara matrice relativista e, talvolta, occulta, sono conformi alle correnti di pensiero post-moderno che influenzano gran parte della cultura contemporanea con tendenze fortemente individualiste”. Le differenze tra queste forme di religiosità e di spiritualità e quelle ‘tradizionali’ sono molteplici; tra le principali possiamo ricordare la tendenza al sincretismo, una forte propensione al sensazionalismo; uno spiccato relativismo; una disponibilità eccessiva a forme pseudoscientifiche di approccio ai problemi antropologici e teologici.

A chi si rivolge il Master ? Qual sono i criteri di ammissione e cosa intendete trasmettere agli alunni?

Salvati: Il Master viene proposto sia alle persone che abbiano un interesse culturale di alto profilo nei confronti delle tematiche proprie della Cattedra, sia – e in un modo speciale –agli operatori pastorali (sacerdoti, religiosi, laici) che intendano formarsi in vista di un approccio più ‘professionale’ alla sfida teologica e pastorale che proviene, sotto molteplici aspetti, dalla presenza e dalla diffusione di queste forme di religiosità e spiritualità differenti da quelle tradizionali. L’esigenza di informare e formare i credenti rispetto alle RSNC è stata richiamata, in tempi recenti, non solo da diversi insegnamenti del Magistero ecclesiale, ma anche dai Capitoli Generali dell’Ordine dei Predicatori (Domenicani).

Le condizioni di ammissione al Master sono due: a) il Diploma di studio che consenta l’accesso all’Università; b) una lettera di presentazione del Superiore ecclesiastico (se si è seminaristi, sacerdoti o religiosi) o di un’Autorità ecclesiastica cattolica (se si è laici). Il Master è destinato a svolgere ricerche e studi sulle RSNC; a descrivere, valutare, discernere le diverse esperienze religiose, para-religiose, pseudo-religiose, spirituali; a realizzare studi comparati sulle aggregazioni o sui fenomeni che sono espressione di questo contesto religioso ‘non convenzionale’.

Cosa c’entra un Master di questo tipo con la Facoltà di Teologia?

Salvati: Anzitutto perché la Facoltà di Teologia è il luogo naturale di studio e di approfondimento dell’esperienza religiosa umana e cristiana, in tutta la sua ricchezza e complessità. Essa è scuola che mette in condizione, coloro che ne sono innamorati, di scandagliare il tesoro inesauribile della Parola di Dio, di comprenderne i contenuti autentici e distinguerli da quelli inaccettabili. La Facoltà di Teologia è per i credenti in Cristo e per gli appartenenti alla comunità ecclesiale una specie di ‘palestra’ della testimonianza, dove ci si allena a proporre il patrimonio della fede in modo comprensibile agli uomini di ogni luogo e di ogni tempo. Le Facoltà teologiche sono anche il ‘luogo’ dove si impara a conoscere le domande profonde dell’uomo e a discernere tra le risposte autentiche e quelle solo apparentemente soddisfacenti.

La Facoltà di Teologia, inoltre, è scuola di dialogo, di incontro, di apertura e comprensione nei confronti dell’altro (sia egli l’uomo in quanto tale, sia egli il credente o il praticante altre esperienze religiose, sia egli l’uomo alla ricerca della verità e del bene). In questo senso, il Master va pensato come occasione per formare all’incontro, al dialogo, pur nell’assoluto rispetto per la verità e nell’amore indiscusso a Cristo unico salvatore. Come ha ricordato il Card. Poupard, in occasione dell’Inaugurazione della Cattedra RSNC, la Facoltà Teologica prepara all’assolvimento di quel “compito che, dopo il necessario e doveroso tempo dello sforzo rigoroso e impegnativo della ricerca, scende dalle cattedre ed esce dalle aule universitarie e si fa servizio amorevole all’intelligenza dei più deboli e fragili, talvolta facili vittime di dottrine fuorvianti, porta nutrimento che li soddisfi, acqua viva che li disseti, una bellezza che riempia il loro cuore”.

Infine, la proposta del Master da parte della nostra Facoltà di Teologia (in collaborazione con il GRIS) si inscrive perfettamente, da una parte, nella consuetudine dei Domenicani a portarsi nelle ‘zone di frontiera’ dell’esperienza religiosa; dall’altra, si inscrive bene nella storia recente della Facoltà stessa, che da molti anni propone ai suoi studenti una formazione nel campo del dialogo ecumenico; un dialogo, quest’ultimo, che certamente ha caratteristiche, contenuti e finalità differenti rispetto a quello che la Cattedra RSNC si propone, ma che ha in comune con esso un servizio all’uomo e alla verità, esercitato con gli strumenti privilegiati della fede e della ragione.

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ZENIT Staff

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