Daily meditation on the Gospel

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A Dio e a Cesare — Meditazione quotidiana

Meditazione della Parola di Dio di Martedì 6 Giugno della IX Settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
Dopo che i sacerdoti, gli scribi e gli anziani non sono riusciti a mettere in difficoltà il Maestro, è ora il turno di farisei ed erodiani. Si tratta di due distinte fazioni: i farisei, infatti, si preoccupavano della meticolosa osservanza dei precetti religiosi; gli erodiani, invece, si curavano di interessi più che altro politici. Gli uni e gli altri, comunque, concordavano sulla necessità della collaborazione con i romani occupanti, al fine di mantenere lo “statu quo”. In questa circostanza, si uniscono nel tentativo di “cogliere in fallo” Gesù nei suoi discorsi, interrogandolo davanti al popolo.
Meditazione
I farisei e gli erodiani si presentano come lupi in vesti d’agnello (cfr. Mt 7,15). Vogliono mettere il Maestro in difficoltà perché egli sta acquistando ampia notorietà e ha già un forte ascendente sulla gente umile e semplice. E ciò preoccupa non poco gli uomini di potere. Hanno escogitato un tranello che non può non avere successo. La domanda che essi pongono a Gesù è ingannevole e vorrebbe obbligarlo ad una risposta compromettente, perché mette in conflitto il potere divino e quello temporale. Gesù riconosce subito la trappola: se avesse risposto che pagare il tributo era lecito, avrebbero potuto accusarlo di collaborazionismo con i Romani, dominatori stranieri e pagani. E i suoi contemporanei infatti lo pagavano perché obbligati, non potendo fare diversamente. Se avesse detto che non era lecito, avrebbero potuto denunciarlo alle autorità romane. E non poteva non rispondere. Ma Gesù non viene chiamato Maestro per caso: e dà loro una risposta magistrale, divenuta infatti proverbiale. Constatato che sulla moneta mostratagli erano incisi l’immagine e l’iscrizione imperiale, sentenzia: “Quello che è di Cesare, rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio”. A volte può accadere di individuare conflitti tra ciò che attiene al mondo e ciò che attiene a Dio. Ma non deve esserci conflitto, non in noi: non siamo divisi tra due “appartenenze” e per tanto non dobbiamo “servire due padroni”. Dio è sovrano su tutti, compreso Cesare. La nostra obbedienza allo Stato è doverosa perché ogni autorità legittima in questo mondo è partecipazione dell’unico potere, che è quello di Dio. Se dunque un’autorità con le sue leggi si oppone alla legge eterna di Dio, non soltanto non siamo costretti a obbedire, ma abbiamo l’obbligo di disobbedire: perché si deve obbedire a Dio prima che agli uomini.
Preghiera
Signore, tu hai detto: “Voi siete nel mondo, ma non siete del mondo”. Dacci la forza di affrontare il mondo ingiusto e nemico della fede cristiana con la semplicità delle colombe e la prudenza dei serpenti, perché siamo convinti che tu ci hai “scelti dal mondo” per essere “luce” e “sale” della terra.
Agire
Davanti alle opinioni del mondo contrarie alla fede, non avrò timore di testimoniare apertamente la verità del Vangelo di Gesù Cristo.
Meditazione del giorno a cura di padre Miguel Angel Llamas, L.C., tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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