Non sono pochi coloro che giustificano la corruzione sostenendo che essa sia una sorta di compensazione alle tante ingiustizie e ai tanti mali che affliggono la pubblica amministrazione. O è vero il contrario, cioè che è la corruzione a far funzionare male la pubblica amministrazione. In questa terza parte dell’intervista sul tema della corruzione monsignor Costantino Di Bruno, spiega che “ognuno è obbligato dinanzi a Dio a rispettare la cosa pubblica, iniziando dal contratto di lavoro”.
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Alcuni giustificano la corruzione come risposta all’ingiusta e vessatoria politica di tassazione. Qual è il suo parere in proposito?
Non vi è alcuna relazione tra giustificazione della corruzione e ingiusta e vessatoria politica di tassazione esagerata. Mettiamo un po’ di ordine nelle cose. L’ingiusta e vessatoria politica di tassazione esagerata è il frutto della corruzione. Ognuno è obbligato dinanzi a Dio a rispettare la cosa pubblica, iniziando dal contratto di lavoro, che va osservato rigorosamente non solo con il corpo sempre sul posto del lavoro, ma portando in esso anima e spirito, consacrando al lavoro tutto il tempo con tutto l’uomo. Portare sul posto di lavoro un corpo stanco, affaticato dal vizio, è somma ingiustizia. Stare sul posto di lavoro con anima e spirito altrove, è grande ingiustizia. La nostra vita esige un riordino. L’uomo corrotto mai potrà farlo. Può realizzarlo solo con Cristo, per mezzo dello Spirito Santo. Dio non benedice nell’ingiustizia e l’uomo è sempre nell’affanno e nella disperazione. Senza benedizione, si è alberi senz’acqua, dalle foglie ingiallite.
Non si pecca contro lo Stato, o contro il datore di lavoro, ma contro il Signore. Si viola il settimo comandamento. Si sottrae al datore di lavoro ciò che è suo. È un vero furto di minuti, ore, giorni, anni, corpo, anima, spirito. Ognuno, indipendentemente dagli altri, deve osservare ogni comandamento con coscienza rigorosamente retta, formata, illuminata dalla Parola di Dio e in modo speciale da quella di Gesù Signore. Se ognuno provasse a non appropriarsi, nella cosa pubblica, neanche di uno spillo, un foglio di carta, se ognuno si impegnasse a rispettare con perfetta giustizia il contratto di lavoro, un mare di sciupio verrebbe prosciugato.
Ognuno è chiamato ad estirpare la corruzione del suo cuore e per questo deve operare una vera transumanza: dal vizio della superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, accidia, deve nutrirsi dell’erba fresca della fede, speranza, carità, giustizia, fortezza, temperanza, prudenza. Deve portare il suo cuore dalla schiavitù del principe del mondo alla libertà che nasce dalla conoscenza della verità che è nella Parola di Gesù. Essendo la corruzione il frutto di una verità corrotta nel nostro cuore, essa non può essere mai giustificata. Sarebbe rendere giusta la falsità e la menzogna su Dio e sull’uomo. È sempre da ricordare che tutto ciò che è provento di corruzione, attraverso qualsiasi via, va restituito. L’obbligo della restituzione non va mai in prescrizione davanti a Dio. Così mai andrà in prescrizione la calunnia, la falsa testimonianza, la menzogna detta ai danni del prossimo. La riparazione urge sempre.
Obbliga altresì affermare che ognuno che governa, a qualsiasi livello e grado di responsabilità, è tenuto, prima di scrivere decreti di nuove tasse, ad eliminare ogni fonte di corruzione nella sua amministrazione, compreso ogni sciupio di risorse umane e materiali. Ed è vero sciupio porre in posti chiavi dell’amministrazione pubblica, persone senza alcuna competenza né esperienza, capaci di creare solo danni. Chi non lo fa, per la sua parte, è responsabile dinanzi a Dio di ogni tassa ingiusta e iniqua. Poiché oggi Dio è cancellato dai cuori, anche la verità della corruzione, della giustizia, della sobrietà, dell’ingiusto diritto di cui molti si appropriano, risulta cancellato. Non si può risolvere alcuna corruzione materiale, se non si parte dal dare adeguata soluzione alla corruzione spirituale. Gesù lo dice con divina chiarezza: “Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo” (Mc 7,20-23).
Si rifletta ad esempio sulla corruzione del linguaggio. Gratuitamente si insulta, si calunnia, si sparla, si infangano le persone, si pongono alla gogna. La mente è gravemente corrotta dalla superbia. Tutto ciò che l’altro fa, è da rigettare, rifiutare a priori. Si mediti sulla corruzione dell’ignoranza. Si parla dalla non conoscenza e tutto si vive sullo stile della “pubblicità”. Il proprio prodotto è ottimo, l’altro va eliminato. Che dire ancora sulla corruzione dell’arroganza, della prepotenza, dell’arbitrio, del sotterfugio, dell’adulazione, della promessa illecita, o della falsa, subdola, menzognera argomentazione? Manca la verità di Dio e dell’uomo nel cuore, nella mente, nello spirito. Un uomo senza verità né di Dio, né dell’uomo, né delle cose, né del tempo, né dell’eternità, necessariamente sarà corrotto in ogni cosa. L’uomo corrotto, tutto corrompe: scienza, filosofia, diritto, giustizia, religione, politica, famiglia, ogni istituzione. È obbligo del singolo non prestarsi mai come strumento per nessun male.
Quale la via per resistere e liberarsi dalla tentazione della corruzione?
Non esistono vie umane. Nessuna legge umana potrà eliminare la corruzione. Essa non alcun potere di modificare e trasformare il soggetto della corruzione che è l’uomo corrotto. Neanche i dieci Comandamenti sono via per impedire la corruzione. Anche questi sono leggi esterne, scritte sulla pietra. Dio vide questa impossibilità e decise di stipulare una alleanza nuova, scrivendo la legge nel cuore: “Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore. Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore –: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: “Conoscete il Signore”, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore –, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato” (Ger 31,31-34).
La corruzione si vince se si toglie dalla storia l’uomo corrotto nella sua anima, nel suo spirito, nei suoi desideri, nei suoi pensieri. Se al suo posto si crea l’uomo nuovo. Neanche il Vangelo può cancellare la corruzione, perché anche il Vangelo è legge esterna all’uomo. Chi può e deve creare l’uomo nuovo è lo Spirito Santo, dato dalla Chiesa per una duplice via: come Spirito di conversione nell’annunzio della Parola. Questa prima via oggi è divenuta impraticabile, a motivo della Parola corrotta con la quale si parla ai cuori. Nella Parola corrotta non c’è lo Spirito e nessuna conversione si compie. Senza lo Spirito di conversione, la seconda via diviene inefficace. Infatti lo Spirito che crea l’uomo nuovo nei sacramenti, facendolo vita della vita, vita dalla vita di Cristo Signore, non produce alcun effetto. Si ricevono i sacramenti senza la conversione del cuore, lo si fa e lo facciamo tutti, ma con quale risultato? Vuoti di Spirito Santo li riceviamo e vuoti di Lui rimaniamo.
La via per far morire (decadere) l’uomo corrotto e al suo posto far nascere l’uomo che vive di giustizia, di pietà, sobrietà, misericordia è il discepolo di Gesù, che in misura della sua partecipazione al sacerdozio, alla profezia e alla regalità di Cristo Signore, vive da vero profeta, re, sacerdote, pieno di Spirito Santo, esercita la vera profezia dicendo la vera Parola di Cristo Gesù, effonde lo Spirito che converte il cuore, immerge il cuore convertito nei sacramenti della grazia, per dimorare sempre come tralcio vivo nella vera vite che è Gesù Signore. Oggi, nel mondo, fino all’avvento dei nuovi cieli e della nuova terra, “creatore” dell’uomo nuovo è il discepolo di Gesù. Se il discepolo si corrompe, il mondo precipita nella corruzione della verità, della profezia, della Parola, della grazia, della Chiesa, di ogni ministero, carisma, istituzione, della stessa legge, che legalizza ogni corruzione morale, spirituale, sociale, economica, politica. Ogni uomo corrotto semina corruzione. È legge di natura.
La Vergine Maria, Madre della Redenzione, aiuti ogni suo figlio perché voglia veramente liberarsi della corruzione del cuore, della mente, dello spirito, dell’anima per vivere in Cristo, con Cristo, per Cristo, come vera luce del mondo, vero sole di giustizia nella verità dello Spirito del Signore. Angel e Santi spianino il cammino e mettano nei cuori tutta la verità.
Le interviste precedenti sono state pubblicate il 27 ed il 28 dicembre.
Possono esserci ragioni che giustificano la corruzione?
Non c’è ragione che può giustificare la corruzione. Al contrario è la corruzione che macchia e mina alle fondamenta le buone politiche