Pregnant woman with fetus

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Francia. Alliance Vita contro la censura di Stato sul tema dell'aborto

L’associazione pro-vita contro la legge approvata alla Camera che impedisce di proporre alle donne via web strade alternative all’interruzione di gravidanza

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“Mentre il governo tenta di mettere la museruola a coloro che si oppongono alla banalizzazione dell’aborto, Alliance Vita rifiuta di lasciarsi ridurre al silenzio”. Così l’associazione francese Alliance Vita, lo scorso 13 dicembre ha depositato un ricorso al Ministero della Salute, in attesa che una commissione mista paritaria si trovi prossimamente per tentare di trovare un testo comune tra deputati e senatori sull’ampliamento del reato di intralcio all’aborto.
Il 2 dicembre scorso la Camera dei Deputati francese ha approvato una normativa che, se definitivamente ratificata, impedirà il suggerimento di strade alternative all’interruzione di gravidanza. Con questa legge saranno puniti con detenzione fino a 2 anni e multa fino a 30mila euro, i siti web di quelle associazioni che offrono ascolto e consulenza a donne indecise se abortire o meno.
Secondo questa legge, certi siti possono “indurre deliberatamente in errore intimidire e/o esercitare pressioni psicologiche o morali al fine di dissuadere dal ricorrere all’ivg”.
Alliance VITA è direttamente interessata da questa minaccia di censura  per le sue attività culturali e assitenziali, per il suoi servizi di ascolto e di aiuto alle donne incinte, intitolati SOS Bébé.
Il progetto di legge però dovrà passare al vaglio del Senato, dove il governo socialista non ha la maggioranza.
Questa nuova legge è la continuazione di un percorso, iniziato con la legge che introduceva l’aborto nel 1975, le successive modifiche, infine una legge dello scorso anno con cui si eliminava l’obbligo per la donna di attendere una settimana prima di prendere la definitiva decisione di abortire. Da male minore a facoltà depenalizzata, l’aborto diventerebbe un diritto a tutti gli effetti e la donna non dovrà/potrà più confrontarsi con nessuna figura terza.
Di fronte a quella che viene definita “una delle leggi più radicalmente anti-vita della storia” Alliance Vita “attraverso una lettera raccomandata al Ministro Marisol Touraine, chiede ufficialmente che siano ritirate dai siti internet del governo dedicati all’IVG, le informazioni inesatte o non obiettive sull’aborto, che possono indurre in errore le persone che consultano questo sito”.
La lettera-ricorso di Alliance Vita elenca le informazioni imprecise, non obiettive contenute nel sito del Governo. In particolare cita un video intitolato “Ci sono conseguenze psicologiche dopo un’IVG?” (Y a-t-il des conséquences psychologiques après une IVG?), dove un ginecologo afferma “che non ci sono conseguenze psicologiche a lungo termine in seguito all’aborto”. “Questa affermazione va contro al rapporto dell’IGAS [Inspection Général des Affaires Social, ndr] del 2010, che sottolinea la mancanza di studi obiettivi sulle conseguenze dell’IVG che ‘rimane un evento spesso difficile da vivere sul piano psicologico’” spiega Alliance Vita.
La lettera continua sottolineando che “negare le conseguenze al lungo termine di un tale avvenimento può indurre in errore le donne, non solo quelle che sono indecise, ma anche quelle che sentono questo tipo di sofferenza molto tempo dopo una IVG”.
Al ministro si chiede “l’aggiornamento del dossier-giuda che contiene le informazioni sull’ivg, che è del novembre 22014. L’articolo L.2212-3 del codice della Salute Pubblica impose un’ aggiornamento annuale, tanto più necessario visto che le disposizioni sull’IVG sono cambiate a più riprese dopo questa data”.
È irresponsabile essere soddisfatti delle 220mila interruzioni di gravidanza registrate ogni anno nel nostro Paese, afferma Alliance Vita. La quale ha dato il via, il 29 novembre scorso, a una campagna informativa dal titolo “Levons les malentendus!” (Eliminiamo i malintesi). L’inedita campagna di sensibilizzazione è rivolta agli uomini perché “sono spesso ignoranti sul tema dell’aborto”.
“Dietro ogni gravidanza c’è un uomo” è spiegato nella campagna. “E se la prevenzione dell’IVG passasse attraverso gli uomini?” è l’interrogativo lanciato da Alliance Vita.

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Elisabetta Pittino

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